SPECIAL.

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Il sole brillava nel cielo di inizio luglio di San José, faceva brillare il mare cristallino e rendeva felice le persone sdraiate in modo scomposto sulle loro tovaglie colorate rese più allegre dai loro costumi. Era l'otto luglio e l'estate era arrivata carica più che mai, le temperature erano salite fino allo stremo e in molti stavano soffrendo il caldo.
La città si era riempita di turisti e i bar e i mezzi pubblici erano continuamente presi d'assalto, soprattutto nelle ore di punta durante le quali le temperature erano più alte. Quello era il tipico periodo dell'anno in cui i residenti, o almeno gran parte, detestava vivere in una meta turistica così famosa e soprattutto odiavano che San José fosse considerata bella soltanto per le sue spiagge e il clima quasi sempre favorevole. In molti, Benjamin e Federico compresi, credevano che quella città fosse molto più nella d'inverno quando le strade erano intrise di aria natalizia e le decorazioni riempivano ogni dove, la felicità era palpabile e le strade sembravano diventare più belle, l'odore dei tipici dolci natalizi lo si poteva respirare ovunque e nonostante non nevicasse praticamente mai, il natale era sempre magico.
Da una parte, però, i residenti erano felici che la bellezza del Natale in quel posto fosse poco conosciuta almeno poteva restare qualcosa di loro. Qualcosa di intimo.

Quel giorno, l'otto luglio, le temperature superavano i trentacinque gradi e neppure un filo di vento smuoveva la bella città di San José. Le strade erano gremite di persone, molte delle quali si stavano dirigendo verso la spiaggia completamente affollata, o comunque verso un luogo che potesse permettergli di avere un po' di sollievo da quel caldo che da giorni non dava tregua a nessuno.
In una bella villa, esteticamente molto piacevole e confortevole, però gli abitanti di quella casa avevano rinunciato alla loro giornata al mare e si preparavano a festeggiare il compleanno di uno dei suoi abitanti.
Quel giorno, infatti, il tinto biondo Federico compiva gli anni. Quel giorno Federico compiva trent'anni ormai e suo marito Benjamin e suo figlio Luke avevano intenzione di festeggiare per tutto il giorno. Allo scattare della mezzanotte i due gli erano, letteralmente, saltati addosso e gli avevano cantato infinite volte la tipica canzone dei compleanni mentre lo incitavano a soffiare sulla candelina sulla torta che gli avevano preparato, con tanto amore e poche capacità e, difatti, il risultato non era dei migliori ma a Federico andava bene comunque. Benjamin e Luke gli avevano mostrato la torta con estremo orgoglio e il biondo non se l'era sentita di dirgli che era, con molte probabilità, la torta più brutta che avesse mai visto, si era limitato ad assaggiarla e sforzarsi di buttarla giù. Per la sua famiglia avrebbe fatto di tutto, anche rischiare di avere un intossicazione alimentare per colpa di una torta fatta male e poco cotta.
Durante tutta la notte, dopo aver fatto l'amore, Benjamin non lo aveva lasciato neppure per un momento. Lo aveva abbracciato a lui con tutto l'amore che aveva e lo aveva guardato dormire fino a quando anche lui non era caduto tra le braccia di Morfeo.

-"Papà stai diventando vecchio!" Gridò, divertito, il piccolo Luke mentre correva nella cucina intorno al tavolo stringendo tra le mani il suo aeroplano rosso.
Federico alzò gli occhi al cielo e sistemò il coperchio sulla pentola dove stava cuocendo la pasta per il pranzo, a loro si sarebbero uniti i genitori del moro e anche Edward e suo marito che erano arrivati in città qualche giorno prima. Benjamin e Federico erano riusciti a creare un bel rapporto con Edward e suo marito, nonostante quanto fosse successo il rosso sembrava non avercela con suo cugino e il suo ex compagno, anzi era molto felice che stessero bene insieme e adorava follemente Luke. Anche Edward e suo marito avevano adottato una bambina, si chiamava Isabelle, da tutta soprannominata Izzy, aveva appena due anni ma amava passare del tempo con i suoi zii e il suo unico cugino quando poteva e quel giorno si sarebbero dati alla pazza gioia con tutta la famiglia riunita.
-"Ha ragione." Annuì Benjamin, occupato a preparare la glassa per i dolci sotto le rigide direttive di suo marito. "Stai diventando vecchio."
Il biondo gli riservò un'occhiata poco carina e inarcò un sopracciglio.
-"Ti ricordo che sei più grande di me." Borbottò. "Quindi se io sono vecchio, tu lo sei più di me." Aggiunse.
Benjamin rise, lasciò il cucchiaio in legno nella ciotola rossa e si avvicinò al suo compagno di vita con cui stava condividendo tutte le cose belle, e brutte, che gli succedevano.
-"Ti amerò anche con i capelli bianchi, tranquillo." Gli fece l'occhiolino Benjamin e gli diede un bacio a stampo.
-"Io invece devo pensarci." Replicò il più piccolo, con il solo intento di prenderlo in giro. "Non so se mi piacerai con i capelli bianchi." Aggiunse e finse di pensarci su per qualche momento. "No, direi che non mi piacerai." Concluse e ridacchiò.
Il moro ghignò e allacciò le braccia al collo del marito, mentre Luke imitava il rumore del motore degli aereo.
-"Vorrà dire che mi tingerò i capelli ma non ti permetterò di lasciarmi, Rossi, ti sia ben chiaro.
Nella buona e nella cattiva sorta, mo?"
-"Nella buona e cattiva sorte, sì, ma nessuno ha mai parlato di capelli bianchi." Continuò a prenderlo in giro Federico, per poi cingergli la vita con le braccia. "Ti amo."
-"Ti amo."
Le parole di Benjamin vennero seguite dal suono di campanello di casa, che fece scattare sull'attenti il piccolo Luke.
-"Vado io!" Esclamò il bambino e corse verso l'ingresso.
-"Mi raccomando controlla chi è, non aprire subito!" Gli ricordò Federico.
-"Sì, papà!" Rispose il bambino, per poi sparire nel lungo corridoio.
-"Ci conviene sbrigarci, sono arrivati." Disse Federico e fece per ritornare alla sua pasta ma venne bloccato dal marito. "Che cosa c'è?" Gli chiese.
Benjamin sorrise imbarazzato, come pochissime volte Federico gli aveva visto fare in quegli anni, e gli prese le mani.
-"Dopo suppongo mi chiederanno di fare un discorso in tuo onore, ma sono certo che davanti agli altri non riuscirò a dirti quello che vorrei quindi preferisco farlo adesso." Iniziò a parlare il moro. "Non ti prometto che quando ti dirò avrà un senso logico, ma ti va di ascoltarmi?" Chiese.
Federico sorrise raggiante e annuì vigorosamente.
-"Sono tutt'orecchi." Rispose.
Benjamin prese un respiro profondo e iniziò quel discorso a cui tante volte aveva pensato ma che non aveva mai davvero stabilito.
-"Il nostro rapporto è sempre stato come un'altalena, abbiamo toccato il cielo con un dito ma ci siamo anche ritrovati coinvolti in una discesa che non poteva essere fermata, che ci ha scaraventato giù e ci ha fatto pensare che, ormai, il cielo fosse irraggiungibile. Alla fine abbiamo trovato la nostra felicità nel mezzo, abbiamo trovato i nostri accordi, il nostro ritmo. Ci siamo ritagliati il nostro mondo e, giorno dopo giorno, abbiamo costruito sempre un po' di più.
Abbiamo più di una volta rischiato di perderci, delle volte per colpa mia e delle volte per colpa tua ma alla fine siamo sempre arrivati ad un incrocio e siamo tornati insieme.
Ad oggi mentirei se ti dicessi che non riesco ad immaginare una vita senza di te, ci riesco ma non mi piace. Forse eviterei molti litigi per cose stupide ma eviterei anche di vivere. Perché noi siamo stupidi, ci attacchiamo a delle cose insignificanti e spesso è Luke, un bambino, a farci capire che ci stiamo comportando da immaturi. Forse siamo totalmente folli, o forse follemente normali, ma ormai sei la mia realtà e non ne voglio un'altra.
Oggi è il tuo compleanno e oggi più che mai mi rendo conto di quanto, al tuo fianco, il tempo passi velocemente. Sembra ieri il giorno in cui ci siamo conosciuti, tu fidanzato con mio cugino e io scapestrato senza né arte né parte, senza nulla da offrirti se non un sorriso e un abbraccio. Guardaci ora adesso, con una casa, dei buoni lavori e una famiglia. Abbiamo un figlio meraviglioso che ci ama e che amiamo, che ci riempie le giornate di felicità e ci rende la vita più bella e io voglio ringraziarti per questo. Senza di te nulla di tutto questo sarebbe stato possibile, sarei ancora da qualche parte in sella alla mia moto, non avrei mai conosciuto l'amore e non avrei mai provato quello che provo con te.
Come ti ho già detto, non so se questo discorso ha un senso logico ma forse nemmeno il nostro amore segue un senso logico. Noi siamo semplicemente noi e voglio chiederti di non cambiare mai, amore mio. Resta come sei, semplice, incasinato, testardo, permaloso ma tremendamente mio. Tutto quello di cui ho bisogno.
Ti amo, Federico, e ti prometto di farlo a prescindere da ciò che accadrà.
Ti amo."
Federico non poté evitare di commuoversi a quelle parole, raramente Benjamin si sbilanciava così tanto con le parole ma quando lo faceva riusciva a sempre a dire le cose giuste. Lo conosceva meglio di chiunque altro e non mancava mai di dimostrarglielo.
-"Ti amo anch'io, Benjamin, e amo tutto quello che abbiamo costruito insieme." Rispose e sorrise al marito. "Sarai il mio domani, Ben. Tu e Luke sarete sempre tutto ciò di cui ho bisogno, te lo prometto."

Once upon a time || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora