Fifty nine.

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Federico cercò di calmare i bollenti spiriti che stavano spingendo Benjamin e Edward a dire cose che, forse, nemmeno pensavano.
Il moro, se solo non ci fosse stato il più piccolo, avrebbe preso a pugni Edward fino a fargli rimangiare ogni singola parola. Stava trattando Federico come se fosse solo un oggetto, un trofeo da esibire e ne sembrava felice. Non riusciva a tollerare il modo come aveva minimizzato la questione di quella mattina. Lo sconosciuto di quella mattina voleva portarselo a letto, e non sembrava gli interessasse molto se il più piccolo fosse consenziente o meno, e se non fosse stato per lui chissà che cosa sarebbe successo.
Edward gli aveva sempre parlato bene del più piccolo, gli aveva sempre detto che era disposto a tutto per lui ma da quando li vedeva realmente aveva capito che fossero solo parole. L'amore di Edward era reale solo a parole.
-"Federico è il mio fidanzato, ha scelto di stare con me e se mai dovesse andare a letto con un'altra persona, che sia il ragazzo di questa mattina o chiunque altro, verrà sempre dopo di me. Sarà sempre lo sbaglio. Io sono la persona con cui può camminare alla luce del sole senza paura, sono io la persona che può presentare come il suo compagno. Chiunque altro sarà sempre l'amante, sarà sempre il secondo." Gli aveva detto Edward, con tono calmo ma provocatorio. Benjamin conosceva suo cugino e sapeva che dietro le sue parole si nascondeva altro, in quel momento però al moro non interessava. Voleva solo difendere il suo piccolo Federico.
-"Sei pietoso, Edward. Mi fai pena." Disse Benjamin. "Stai paragonando la tua relazione ad una gara. Non hai mai pensato che, se un giorno, Federico dovesse tradirti sarebbe per delle mancanze da parte tua?" Gli chiese. "Non hai mai pensato che non gli dai tutto quello che lui ti dà? Chiuso nel tuo ufficio, lontano da lui, ti illudi di renderlo felice ma in realtà lo stai lasciando solo per inseguire il tuo sogno. Un sogno dove lui non è il benvenuto, perché non hai mai fatto nulla per includerlo." Continuò. "Tu non ami Federico, non come meriterebbe. Continua a pensare che sia una gara, di essere arrivato per primo e che il trofeo sia tuo, intanto lo stai perdendo e non fingerti triste quando qualcuno gli darà ciò che tu non sai dargli." Concluse e si avvicinò alla porta.
Il rosso boccheggiò più volte, mentre osservava suo cugino sistemarsi la canotta accanto alla porta.
-"Bravo, adesso te ne vai." Disse, incapace di replicare alle sue parole. "Vai, vai pure, tanto non sei abbastanza coraggioso per continuare il discorso."
-"Il mio discorso è finito, sei tu quello che non ha risposte." Rispose il più grande e aprì la porta della suite. "Rifletti, Edward, tanto ti riesce bene. No?" Aggiunse e andò via.
-"Benjamin..." Sussurrò Federico, con gli occhi lucidi per le parole del moro. Lo stava difendendo come nessuno aveva mai fatto. Benjamin gli stava dando tutto quello che aveva sognato da bambino, lo stava ricoprendo di amore e attenzioni. Lo amava.
Lo sguardo di Federico si spostò velocemente, e più volte, tra la porta e il rosso che lo guardava attentamente. Alla fine, il più piccolo, si voltò verso Edward e sospirò.
Sul volto del rosso comparve un sorriso soddisfatto.
-"Scusami." Gli disse Federico prima di correre dietro Benjamin.

-"Benjamin!" Urlò Federico mentre seguiva l'altro nel giardino dell'albergo. "Benjamin aspettami!"
Il moro, che lo aveva ignorato fino a quel momento, sospirò e si voltò verso di lui.
-"Torna di sopra, Fè." Gli disse. "Non voglio che Edward se la prenda anche con te." Aggiunse, il tono di voce era decisamente più calmo di quello usato durante la discussione con Edward.
Il più piccolo, affannato, lo raggiunse, poggiò una mano sulla spalla del moro e si prese qualche momento per calmarsi e regolarizzare il respiro.
-"Stai bene?" Gli chiese il moro e gli accarezzò il viso arrossato.
Il più piccolo annuì e fece un respiro profondo.
-"Non mi importa." Rispose. "Che se la prenda pure con me, io voglio stare con te." Aggiunse.
Benjamin abbozzò un sorriso e gli accarezzò il dorso della mano.
-"Ha ragione però quando dice che è lui il tuo fidanzato." Replicò. "Io sono quello venuto dopo. Lo sbaglio." Aggiunse, usando le parole che poco prima aveva usato suo cugino.
Il biondo scosse vigorosamente la testa e gli prese la mano, per condurlo con lui verso una zona del giardino più appartata dove c'erano dei divani. Il biondo fece accomodare il più grande, nonostante le resistenze di questo, e si sedette sulle sue ginocchia.
-"Tu non sei uno sbaglio." Rispose. "Tu sei la persona che mi riempie di amore, mi difende e mi dà tutto ciò di cui ho bisogno. Sei la persona che mi rende felice, nonostante la situazione in cui ci troviamo." Continuò. "E, se anche avesse ragione Edward, noi siamo lo sbaglio più giusto che esiste." Aggiunse. "Ignora le parole di Edward, ci siamo solo noi due."
-"No, Federico." Replicò il più grande e scosse la testa. "Non ci siamo solo noi due, c'è anche Edward. Lo stiamo tradendo."
-"Come hai detto tu." Iniziò a parlare il biondo. "Lui mi ignora, mi mette al secondo posto e mi dà per scontato. Mi mostra in giro come se fossi il suo cane di razza, che nessun altro può avere, la sua vittoria ma quando siamo soli sono solo un bastardo che cammina per strada che nemmeno considera." Disse. "Con questo non voglio dire che mi tratta male o che non mi ama, ma non mi dà quello che io voglio. Non più almeno."
-"Tu stai con me solo perché Edward non ti dà quello che vuoi?" Gli chiese il più grande. "Sono la tua seconda scelta? Se un giorno Edward dovesse trattarti come faccio io, tornerai da lui, Federico?" Continuò.
Federico scosse la testa e gli diede un bacio a stampo.
-"Io sto con te perché ti amo, Benjamin." Rispose. "Ti amo come non ho mai amato Edward, l'amore che provo per te si muove dentro di me, mi brucia dall'interno e mi riempie di vita. Per te sarei disposto a scalare anche l'Everest, perché l'amore che provo per te mi riempie di energie e di voglia di fare.
Da quando tu sei nella mia vita, anche quando litigavamo, sono più determinato. Non mi lascio abbattere e questo me l'hai insegnato tu, Benjamin." Continuò e gli prese il viso tra le mani. "Io sto con te per amore." Aggiunse. "Hai capito, amore mio?" Sussurrò contro le sue labbra e gli diede un altro bacio a stampo.
Benjamin sentì il suo cuore fermarsi per un momento quando sentì Federico, il suo Federico, affibbiargli quel soprannome. Amore, l'aveva chiamato amore. Era il suo amore.
Benjamin, a quel punto, non poté trattenersi dal fargli una domanda che gli ronzava nella mente da un bel po' e che non poteva più trattenersi.
-"Se mi ami allora perché non lasci Edward?" Gli chiese e gli prese le mani. I loro occhi erano fissi l'uno dentro agli altri, si parlavano in un modo che a voce non avrebbero mai potuto fare.
-"Lo farò." Rispose Federico. "Per te lo farò. Lo lascerò."

Once upon a time || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora