Twenty four.

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-"Io potrei benissimo mantenermi senza di te, non ti ho mai chiesto nulla!" Urlò Federico contro il suo fidanzato.
-"E io quando ti avrei chiesto qualcosa?!"
-"Ogni volta che hai bisogno di un animaletto da esibire!" Rispose il biondo. "Io non verrò a quel pranzo e non lascerò che la gente ride di me solo per far piacere a te!"
Edward assottigliò gli occhi. Com'erano arrivati a litigare in quel modo?
-"Vai fuori, Federico." Ringhiò. "Sei un fottuto egoista e non ho alcuna intenzione di dormire con te." Continuò. "Vattene."
Federico, a quelle parole, sgranò gli occhi e serrò i pugni. Tutto ad un tratto la rabbia era svanita, non capiva che cosa lo avesse spinto a rispondere in quel modo ad Edward che non gli aveva fatto nulla di male. Come quella loro discussione era degenerata fino a quel punto?
Lui ed Edward non erano mai arrivati al punto di dirsi quel genere di cose, ovviamente avevano già litigato in passato ma non così tanto furiosamente.
-"E- Edward, mi d- dispiace..." Balbettò Federico, consapevole di essere stato lui il primo a sbagliare e quindi a doversi scusare. "I- io non s- so perché ho reagito in q- questo modo. Scusami..." Sussurrò Federico sinceramente dispiaciuto.
A quelle parole, dopo un momento di silenzio, il rosso rispose con una sonora risata che ferì il più piccolo.
-"A te non dispiace proprio per niente, Federico." Ringhiò il rosso. "A te importa solo di te stesso. Sei egoista." Disse. "Vattene, esci da questa stanza. Non ho alcuna intenzione di passare la notte con te." Continuò, con tono duro e gli occhi che lasciavano intendere quanto fosse arrabbiato in quel momento. "Vattene."

Benjamin quella sera aveva bevuto vari drink di cui non conosceva nemmeno il nome, non appena aveva messo piede in quel discopub che stava diventando il solito vari ragazzi gli avevano offerto da bere e lui aveva accettato senza pensarci. Il suo corpo era in quel discopub ma la sua mente e il suo cuore erano fermo nel salotto di quella che stava diventando anche casa sua, erano fermi accanto a Federico. Gli dispiaceva vederlo stare male ogni sera, sapeva però che la gelosia era l'unica cosa su cui poteva fare leva per averlo. Sapeva anche che era sbagliato nei confronti di Edward ma Federico era la persona più bella, sia esteticamente che caratterialmente, che avesse incontrato e non poteva lasciarlo scappare via da lui.
Quando Michael gli si era avvicinato non aveva potuto negare che fosse un bel ragazzo, c'era però sempre una vocina nella sua testa che gli ricordava quanto bello fosse invece Federico, e non ci aveva pensato su due volte prima di portarlo a casa con lui. Una parte di lui aveva gioito nel vedere Federico e presentargli Michael, l'altra parte di lui invece avrebbe voluto dirgli di scappare e di portarlo con lui.
In quel momento si ritrovava in una stanza che aveva iniziato a sentire sua, con un ragazzo che a stento conosceva e lasciava che questo lo spogliasse e lo baciasse.
-"Sei bellissimo." Disse, per l'ennesima volta, Michael mentre baciava il petto nudo di Benjamin.
Benjamin alzò gli occhi al cielo, ormai annoiato da quella frase che l'altro continuava a ripetere.
-"Anche tu." Si limitò a rispondere Benjamin.
Il ragazzo smise di baciare il petto del ragazzo, già marchiato in alcuni punti dalle precedenti serate, e si mise a cavalcioni sul moro.
-"Direi che sia giunto il momento di arrivare al sodo, non credi?" Chiese il ragazzo.
Benjamin ghignò soddisfatto e lasciò che le sue mani scivolassero suo bordo dei boxer azzurri, unico indumento rimasto, che Michael ancora indossava. Prima però che il moro potesse dire qualsiasi cosa qualcuno bussò alla porta della sua camera, facendo sbuffare il giovane dagli occhi verdi.
-"Lascia stare, non aprire." Sussurrò Michael e gli morse il lobo dell'orecchio.
Benjamin annuì e circondò la vita nuda del giovane con entrambe le braccia.
-"Non aprirò."
Di nuovo qualcuno bussò alla porta delle stanza, quella volta seguito da una voce.
-"Ben, t- ti prego a- aprimi..."
Benjamin sgranò gli occhi quando si rese conto che quella era la voce di Federico e ancora di più quando capì che stava singhiozzando. Senza pensarci troppo allontanò Michael da lui e si alzò dal letto.
-"Ehi!" Protestò Michael.
Benjamin lo ignorò e si precipitò alla porta, quando vide Federico davanti a lui si pentì immediatamente di tutto ciò che aveva fatto. Non doveva farlo soffrire.
Davanti a lui Federico aveva gli occhi gonfi e arrossati, tante lacrime gli rigavano il volto rosso per il pianto, le labbra sanguinanti forse per i troppi morsi e i capelli gli ricadevano sulla fronte.
-"B- Ben..." Singhiozzò Federico e si strofinò con la manica del pigiama bianco gli occhi.
Il moro non gli lasciò aggiungere altro, lo tirò verso di lui e lo strinse tra le sue braccia. Una volta che i loro corpi entrarono in contatto Federico non riuscì a fare altro che scoppiare in lacrime e stringersi al moro.
-"Shh, piccolo, non piangere..." Sussurrò il moro e lo strinse forte a lui. "Sei qui con me, va tutto bene..."
Michael, che si era alzato dal letto, si avvicinò ai due e tossì per attirare la loro attenzione.
-"Scusate se vi disturbo." Disse. "Benjamin noi eravamo un po' occupati." Aggiunse e indicò il letto.
-"O- oh, s- scusatemi..." Singhiozzò Federico e fece per allontanarsi ma il moro glielo impedì.
-"Vattene." Disse Benjamin.
Michael aggrottò la fronte.
-"Che cosa?"
-"Prendi le tue cose e vattene, ora ho da fare." Disse Benjamin e strinse il più piccolo che ancora piangeva.
Michael alzó gli occhi al cielo e sospirò.
-"E poi dicono che sono le donne quelle complicate." Borbottò e prese i suoi abiti. "Chiamami quando sarai libero." Aggiunse, gli fece l'occhiolino e uscì dalla stanza.
Non appena i due rimasero da soli, Benjamin, chiuse la porta e strinse Federico tra le sue braccia.
-"M- mi dispiace..." Singhiozzò Federico e nascose la testa sul petto nudo del moro. "F- forse è meglio che io v- vada..."
-"Shh..." Sussurrò il moro e gli accarezzò i capelli. "Tu non devi andare da nessuna parte. Devi restare qui con me." Disse. "Vieni."
Il più piccolo non se lo fece ripetere due volte, lo seguì verso il letto sfatto e non oppose resistenza quando l'altro lo fece sdraiare accanto a lui.
-"Che succede, piccolo? Perché stai piangendo?"
Gli occhi del più piccolo tornarono a riempirsi di lacrime e si morse il labbro inferiore per evitare di singhiozzare ancora.
-"Ehi, nononono, non piangere piccolo!" Esclamò il maggiore e lo strinse a lui. "Shh, va tutto bene. Ti prego basta..."
-"N- non va tutto b- bene, non v- va niente bene..." Singhiozzò il più piccolo. "E- Edward mi odia..."
Benjamin aggrottò la fronte.
-"Eh? Che cosa?" Chiese confuso. "Edward ti ama tantissimo, anche volendo non potrebbe mai odiarti!" Esclamò.
-"I- invece mi odia..."
Benjamin sospirò e gli baciò la fronte, in parte coperta dai capelli.
-"Spiegami che cosa è successo."

Federico, tra un singhiozzo e l'altro, spiegò a Benjamin che cosa era successo e scoppiò nuovamente a piangere mentre gli raccontava del modo con cui Edward lo aveva cacciato dalla loro stanza.
-"Vedrai che farete presto pace." Disse il maggiore sforzandosi di sorridere. "Ti chiederà presto scusa."
Il maggiore era dispiaciuto di vedere il più piccolo soffrire, odiava vederlo piangere, ma una parte di lui era felice che avesse litigato con Edward. Sapere che avevano litigato gli concedeva di sperare che avessero una possibilità.
Federico, con gli occhi gonfi come non mai, tirò su con il naso e si voltò verso il maggiore.
-"Sei arrabbiato con me?" Gli chiese sottovoce.
Il moro sorrise intenerito e scosse la testa.
-"Non potrei mai essere arrabbiato con te." Disse. "E poi perché dovrei essere arrabbiato con te?"
-"Eri occupato con quel ragazzo e io vi ho interrotti, per colpa mia questa sera non andrai a letto con nessuno..." Sussurrò il più piccolo. "Ti capirei se fossi arrabbiato con me..."
Benjamin gli prese il viso tra le mani e si avvicinò a lui.
-"Federico a me non importa nulla di quel ragazzo e nemmeno di andare a letto con lui." Disse. "Non mi importa quando, invece, posso avere te al mio fianco. Preferisco stare qui con te, abbracciarti e anche ascoltarti mentre parli di Edward. Mai nessuna notte di sesso potrà competere con pochi minuti con te stretto tra le mie braccia." Aggiunse. "E anche se fossi arrabbiato con te, non riuscirei a continuare ad esserlo. Come potrei essere arrabbiato se tu vieni da me, mi cerchi, e poi mi stringi in questo modo? - indicò le braccia di Federico strette intorno alla sua vita nuda - Come potrei  guardarti negli occhi ed essere arrabbiato?
Tu sei una creatura, rara, speciale e io ti perdonerò sempre tutto. Non sarò mai arrabbiato con te, non davvero." Continuò. "Pur di averti al mio fianco rinuncerei a tutto." Concluse e gli sorrise.
Il biondo sentiva le mani di Benjamin calde sul suo viso, gli occhi fissi su di lui e riusciva a sentire il richiamo di quelle labbra schiuse che attendevano solo lui. In pochi momenti il pensiero di Edward e di tutto ciò che era successo svanì, restarono solo loro due e il ricordo di quei baci che continuava a desiderare.
Lentamente Federico si avvicinò al moro, che lo guardava come se fosse incantato, e allacciò le braccia dietro al collo del più grande.
-"Grazie, Ben..." Sussurrò Federico prima di far unire le loro labbra.
Benjamin, a quel contatto, non poté fare a meno di sospirare di sollievo. Nelle ultime settimane non aveva fatto altro che aspettare quel momento. Circondò la vita del minore con entrambe le braccia e ricambiò quel bacio che tanto desiderava.
Entrambi sapevano che stavano sbagliando ma in quel momento gli sembrava tutto così dannatamente giusto.

Le loro bocche si cercarono per minuti interi nel buio di quella stanza dove l'unico suono era quello dei loro baci. Le loro lingue danzavano sulle note di una canzone che il mondo non poteva udire, a dare il ritmo i loro cuori che battevano sincronizzati. Quel momento era assolutamente perfetto ma, come tutte le cose, aveva una fine e quella fine arrivò troppo presto per i due giovani.
-"Non smetterei mai di baciarti..." Sussurrò Benjamin mentre stampava dei baci sulle labbra di Federico.
Il biondo abbozzò un sorriso e allontanò il viso da quello del più grande.
-"Stiamo sbagliando..."
-"Penseremo domani alle conseguenze, ora permettimi di vivere questo momento, te ne prego..." Sussurrò Benjamin e gli scoprì il fianco per poterlo accarezzare.
Il biondo sospirò e annuì.
-"Ti dispiace se dormo qui con te?" Gli chiese.
-"Mi dispiacerebbe il contrario." Rispose il più grande e gli diede un ultimo bacio a stampo.
Federico sorrise e si strinse a lui.
-"Grazie."
-"Grazie a te per essere qui, piccolo."
Federico gli sorrise ancora una volta e appoggiò la testa sul petto del moro, poteva sentire il suo cuore battere all'impazzata e il profumo invadergli le narici. Non gli sarebbe dispiaciuto annusare quel profumo per ogni notte della sua vita. E per tutti i suoi giorni.
-"Ben?" Lo chiamò Federico, con voce incerta.
-"Dimmi."
-"E se io non volessi fare pace con Edward?"

Once upon a time || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora