Chi lo avrebbe mai detto che le due ore di punizione sarebbero state le più belle della mia vita? Se lo avessero detto al Ryan di due settimane fa probabilmente avrebbe riso a crepapelle. Adesso invece? Non vedo l'ora sia domani mattina.
Passare del tempo con Alex mi sta facendo davvero bene. Mi sento diverso. Più padrone di me stesso e delle mie emozioni. Sono meno arrabbiato ed assomiglio sempre di più al ragazzo che ero prima di conoscere Micky, prima di essere devastato.
Non so ancora però se la cosa mi fa piacere o pure meno.
Quando torno a casa dall'allenamento, vedo due volanti della polizia: una a casa mia, una a casa di Alexandria e la cosa mi preoccupa parecchio.
<<Mamma? Papà?>>, chiamo entrando in casa di corsa.
Che sia successo qualcosa a Olivie o Alex?
Mio padre compare all'ingresso con sguardo furente e le braccia incrociate al petto. <<C'è qualcosa che devi dirmi, Ryan?>>, mi aggredisce.
Aggrotto le sopracciglia. <<No, di cosa stai parlando?>>
<<Vieni in salotto>>, ordina girando i tacchi.
Lo seguo senza capire e nel mio salotto trovo due poliziotti che mi guardano di traverso. Ma che cavolo?
<<Che succede? Liv sta bene?>>, domando preoccupato.
Mia madre mi guarda sconsolata dal divano. <<Tua sorella è di sopra e sta bene. Gli agenti sono qui per te>>.
<<Me?>>, chiedo con la voce che mi esce stridula.
<<Signor Cooper?>>, chiede uno dei due agenti.
<<S-sì?>>
<<Dobbiamo farle qualche domanda. Hanno fatto incursione alla biblioteca della sua scuola e hanno rovinato tutti i libri e i mobili presenti. La signorina Gin ci ha informati che lei e la signorina Hastings eravate gli unici ad avere il permesso di restare in biblioteca dopo l'orario scolastico e che siete in possesso delle chiavi>>.
Incrocio le braccia al petto. <<Mi state forse accusando?>>
<<Non abbiamo prove certe ma stiamo parlando di un reato punibile con la reclusione e conosciamo la sua situazione. Lei è fra gli indagati>>.
<<E Alexandria?>>
<<Anche lei sì, ma non possiamo dirle di più. Dovrà seguirci in commissariato per la deposizione>>.
Mio padre sospira. <<Sono il suo avvocato. Voglio essere presente>>.
I poliziotti ci scortano alla macchina e nello stesso istante, anche Alexandria e sua madre escono dalla loro casa accompagnati dai poliziotti. Incrocio per un solo secondo gli occhi di Alex ed è più che sufficiente a ritrovare la calma.
Dieci minuti dopo arriviamo al commissariato e dividono me e Alex in due stanze diverse. Lo stesso agente che è venuto a prelevarmi a casa, mi fa cenno di sedermi attorno alla sua scrivania e lo accontento.
<<Può dirci come mai si trovava in biblioteca dopo l'orario scolastico?>>, chiede senza perdere tempo.
<<Il professore di chimica mi ha messo in punizione>>.
<<E come mai eravate rimasti soli, lei e Alexandria?>>
<<La signora Gin aveva una visita medica e ha affidato ad Alex il compito di chiudere al suo posto>>.
Appunta la mia risposta su un foglio e poi mi tempesta di nuovo di domande. <<Dov'è stato dopo essere uscito dalla biblioteca?>>
<<Era buio ed ho accompagnato Alex alla macchina. Poi sono andato in palestra per gli allenamenti di basket>>.
<<Ci sono dunque persone che posso testimoniare la sua versione?>>
Annuisco. <<Certo>>. Mi pone altre due domande e poi mi lascia andare visto che non hanno nessuna prova per trattenermi. Ho un alibi di ferro.
Mio padre ovviamente non è soddisfatto della situazione ed in macchina mi fa una delle sue ramanzine. <<Avevi promesso, cazzo!>>, urla sbattendo la mano sul volante.
Guardo fuori dal finestrino trattenendo a stento la rabbia. <<Non sono stato io!>>, grido.
<<Dovrei crederti? Dopo tutti i casini che hai combinato?>>
<<Sì. Per una volta dovresti!>>
Sbatte il pugno contro il volante un'altra volta, facendomi sussultare. <<Sai cosa significa questo, vero?>>
Mi esce un verso di derisione. Ho sentito questo discorso ormai troppe volte. <<Mi manderai ad arruolarmi anche se non sono stato io? Era questo il tuo grande piano fin dall'inizio, vero? Non mi avresti comunque dato una cazzo di possibilità! Quello che più ti interessa è sbarazzarti di me!>>
Inchioda la macchina nel vialetto di casa ed esco dalla macchina come una furia. Sono così arrabbiato in questo momento che vorrei solamente urlare o rompere qualcosa. Entro in casa pestando i piedi e senza preoccuparmi di svegliare qualcuno.
Quando entro nella mia stanza rovescio a terra tutto quello che mi capita sotto mano e riduco tutto in un caos. Lo stesso caos che ho in questo momento nella mia testa.
Mio padre non ci voleva. Né me né Olivie. Lo so perché l'ho sentito confessarlo al telefono un giorno. Ovviamente mia sorella non sa niente. La distruggerebbe, ma io posso sopportarlo.
O almeno credevo di riuscirci.
Possibile che non mi creda? Possibile che io sia solo un peso? Possibile che lui non mi voglia?
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LEGGIMI IL CUORE
Teen FictionE' il primo giorno dell'ultimo anno di liceo che la vita di Alexandria Hastings va in pezzi. Il ragazzo con cui sta assieme da quasi tre anni, confessa che durante l'estate l'ha tradita. E come se non bastasse, Ryan Cooper, la sua nemesi, e nonché...