41. Ryan

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La sveglia sopra al mio comodino inizia a suonare imperterrita e la spengo con uno schiaffo.

Ho dormito forse tre ore questa notte perché mi sono intrufolato di nuovo nella stanza di Alex. Ormai va avanti così da più di qualche giorno e inizio a pagarne le conseguenze.

Mi rigiro dall'altra parte e mi addormento di nuovo.

Poco dopo il materasso alle mie spalle si abbassa e una massa di capelli mi fa il solletico alla spalla nuda. <<Ryan, sei sveglio?>>, chiede la voce dolce di Alex.

Gemo. <<No>>.

Ridacchia contro la mia pelle sensibile del collo. <<Allora perché rispondi?>>

<<Non lo so>>.

<<Ho un'idea>>.

Sorrido contro il cuscino. <<Le tue idee sono sempre pessime, Ale>>.

Mi colpisce con uno schiaffo la schiena. <<Allora me ne vado>>.

La blocco sotto di me, poco prima che si alzi dal letto. <<Quale idea?>>

<<Ora andiamo a scuola e visto che oggi usciremo presto, torniamo a casa e ci buttiamo a letto>>.

Chiudo gli occhi con un sorrisetto pigro stampato sulle labbra. <<Sembra un buon piano>>.

<<Te l'avevo detto!>>

<<Dammi una buona ragione per farmi alzare ora, Ale>>.

Mi bacia l'angolo delle labbra da entrambe le parti. <<Sei già sulla lista nera del preside e c'è una remota possibilità che possano ammetterti al diploma quest'anno>>.

Alzo la testa. <<Cosa?>>

<<Ho parlato con il professore di matematica ed è disposto ad aiutarti, ma non è l'unico. Devi solo concentrarti nello studio e nelle attività extra, come il basket>>.

<<Dici davvero?>>

Annuisce. <<Sì, dico davvero>>.

<<Dio, se ti amo>>, dico baciandola. Lei si irrigidisce e mi irrigidisco anche io appena mi rendo conto di quello che ho appena detto. <<Io...>>, comincio a dire, ma la porta della mia camera si spalanca.

<<Parto fra cinque minuti. Se ci siete bene, altrimenti me ne vado a scuola da sola>>, dice Olivie fermandosi davanti al letto.

Alex scivola via da sotto di me, raccoglie la sua borsa da terra e scende al piano di sotto assieme a mia sorella.

Mi passo le mani fra i capelli, frustrato. Credo di aver scelto il momento peggiore per confessarle i miei sentimenti, ma non sono riuscito a bloccare quelle parole dalla mia bocca.

Scendo dal letto e mi vesto in fretta, pronto ad uscire e affrontare la situazione con Alex che per tutto il tragitto verso la scuola rimane stranamente in silenzio.

<<Tutto apposto?>>, chiede mia sorella quando parcheggia l'auto.

<<Sì, tutto apposto>>, rispondo per entrambi.

Alza le spalle ed esce dalla macchina, seguita da me ed Alex a cui mi avvicino per studiarla.

<<Ryan!>>, mi chiama il coach dall'altra parte del cortile.

Bacio Alex su una guancia. <<Parliamo dopo?>>

Accenna un sorriso. <<Sì, a dopo>>.

Raggiungo il coach che mi butta un braccio sulle spalle e si guarda attorno. <<Non dovrei dirtelo adesso, ma ho parlato con il preside e sei di nuovo dentro, bello. Preparati a giocare domani sera>>.

Sgrano gli occhi. <<Cosa?>>, domando completamente stupito.

<<Il preside te lo comunicherà in mattinata, ma è già ufficiale>>.

<<Cazzo, sì!>>. Finalmente le cose vanno per il verso giusto! Prima Alex e ora il basket, si può essere più felici di così?

Appena entro nella scuola, corro a cercare Alex per darle la bella notizia. La trovo al suo armadietto circondata da Liam e Olivie. I nostri sguardi si incrociano immediatamente e quando sono vicino, la sollevo da terra e la bacio.

Liam fa uno smorfia, mentre Olivie ridacchia. E poi per il corridoio scende un silenzio di tomba. Nessuno a parte i nostri amici sapevano di noi e ho appena resa pubblica la nostra relazione.

<<Che hai?>>, mi chiede quando la rimetto per terra, per niente sconvolta dalla mia manifestazione d'affetto.

Il mio sorriso si allarga. <<Mi hanno riammesso nella squadra, Ale. È la notizia più bella che potessi ricevere>>.

Mi butta le braccia al collo e mi abbraccia stretto. <<Sono così felice per te!>>

<<E ti voglio seduta sulle gradinate domani sera>>.

<<Giocherai?>>

Annuisco. <<Sì, diamine, sì>>.

<<Certo che ci sarò>>, sussurra contro le mie labbra un attimo prima di baciarmi.

La folla di studenti nel corridoio per metà applaude e per metà fischia, ma li sento a malapena. Alex è tutto ciò di cui mi importa in questo momento.

<<Lo pensi davvero quello che mi hai detto prima?>>, chiede sottovoce.

Annuisco. <<Sì, certo che lo penso>>.

La campanella sopra le nostre teste suona e siamo costretti a separarci ed andare in aula di matematica assieme. Riusciremo mai a parlare di quella cosa?

Come annunciato dal coach, il preside durante una pausa fra una lezione e un'altra, mi intercetta in corridoio.

<<Ti stavo cercando. Seguimi nel mio ufficio>>, mi chiede.

Faccio come mi ha chiesto e una volta nel suo ufficio mi indica di sedermi nella sedia difronte alla sua scrivania.

<<Allora, signor Cooper. Ho una proposta da farle. La studentessa Alexandria Hastings, il suo tutor, si è presa a carico la sua situazione piuttosto delicata e con lei alcuni dei suoi professori. La media dei suoi voti al momento è molto buona, ma le ore di assenza sono state troppe, perciò abbiamo pensato di darle un'opportunità>>.

<<Quale?>>

<<Considereremo il basket come attività extra curriculare e entro un mese dovrà presentarmi una tesina su un argomento a piacere che riguarda tutte le materie o almeno quelle possibile di collegamento. Accetta?>>

<<Quanto lunga dovrà essere?>>

<<Almeno di dieci pagine>>.

<<Accetto>>.

Mi allunga una mano e gliela stringo. <<Ora, pensi a giocare bene domani sera e aiuti la squadra a conquistare il campionato>>.

Sorrido. <<Sarà fatto>>.

Mi ferma quando sono alla porta. <<Ringrazi la signorina Alexandria>>.

Non si preoccupi. Ho già un sacco di idee su come ringraziarla.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora