53. Ryan

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<<Sì, Alan non è vostro padre>>, conferma la mamma.

Silenzio.

Si ferma tutto, perfino il mio cuore.

Crollo a sedere sul tappeto del salotto e trascino giù anche Alex che finisce per metà sopra di me.

<<Lo sai vero che questo distruggerà Liv? Lei ama papà o Alan o come cazzo devo chiamarlo!>>

Mamma si risiede sul divano e distoglie lo sguardo da me. <<Alan rimarrà sempre vostro padre e Liv non dovrà mai saperlo>>.

<<Tu sei pazza se pensi che manterrò il tuo lurido segreto!>>

<<Vostro padre è morto!>>, urla Charlie sopra la mia voce che si spegne all'improvviso.

<<Cosa?>>, chiedo sconcertato.

Questa proprio non me l'aspettavo.

<<E' morto, Ryan>>, ripete lei, <<Ha avuto un incidente stradale quando ero al terzo mese di gravidanza. Alan, che era il mio migliore amico, mi amava e vi ha riconosciuto come suoi figli legittimi. E lo sarete sempre>>.

Mi passo una mano nei capelli in un gesto nervoso. <<Ma quello stronzo non è mio padre e per diciotto anni mi ha fatto passare le pene dell'inferno, cazzo!>>

<<Ryan! Non ti permetto di parlare così di lui! Ha fatto degli sbagli, è vero, ma ti vuole bene!>>

Volermi bene? Sul serio?

Rido amaramente. <<Lui cosa? Se mi voleva davvero bene mi avrebbe chiesto perché mi stavo comportando di merda! E anche tu! Te ne sei fregata!>>

Mamma mi fulmina con un'occhiataccia. <<Ti ho chiesto se avessi qualcosa e tu ti sei rifiutato di parlarmene!>>

Sbatto la mano per terra, facendo trasalire Alex. <<Mi avevano spezzato il cuore!>>, sbotto.

<<Chi?>>, chiede perplessa.

<<Micky. La mia ex e voi non ve ne siete accorti nemmeno che avevo una ragazza>>.

Mamma beve l'ultimo goccio di vino dal suo calice. Sembra stanca e dispiaciuta per quello che sta succedendo, ma il mio orgoglio vince sulla pena che provo per lei. <<Io... mi dispiace Ryan. Ero così presa dal mio lavoro che non me ne sono resa conto>>.

<<Nell'ultimo anno sei stata una madre completamente assente>>, dico ferendola. E' l'unico modo che ho per difendermi.

Alex sgrana gli occhi e mi stringe un braccio, facendomi notare che ho esagerato.

<<Lo so>>, risponde lei annuendo. E spiazzandomi. Non credevo che se ne rendesse conto. <<E voglio rimediare, Ryan. Quindi ti prego... lasciami provare>>.

Mi alzo in piedi scuotendo la testa. <<Mi dispiace, ma adesso non ci riesco>>.

Annuisce e si accarezza le braccia come se sentisse freddo, ma ci sono più di venti gradi. <<Quando sarai pronto allora ne parleremo e capirai il perché delle mie scelte>>.

Sentendomi mancare l'aria, esco fuori in giardino per riprendermi dalla conversazione completamente scioccante che ho appena avuto.

Mi ritrovo a pensare alla mia vita mentre osservo il cielo stellato sopra la mia testa. E' tutta una menzogna? Io sono sbagliato?

Sospiro e chiudo gli occhi. No. Non sono sbagliato per colpa delle scelte che hanno fatto persone al posto mio e che hanno determinato la mia intera esistenza senza rendersi davvero conto delle conseguenze.

Dio! Non riesco a crederci di aver avuto un padre diverso da Satana che magari mi avrebbe amato come so che merito di essere amato. E questo me lo ha insegnato Alex, quella bellissima ragazza che c'è sempre stata per me. Anche quando avevamo due anni e mi ero sbucciato un ginocchio cadendo dall'altalena.

No. Non rinuncerò a lei.

Capisco che Alex è dietro di me, prima ancora di sentire le sue braccia stringermi in vita e la sua testa contro la mia schiena. Mi ritrovo a sorridere e per un attimo soltanto mi dimentico di tutto il resto.

<<Te lo prometto, Ale>>, dico intrecciando le sue dita alle mie.

<<Che cosa?>>

<<Che anche se sarai dall'altra parte del mondo, non rinuncio a noi. Non ne ho mai avuto l'intenzione>>.

Sospira sollevata e mi stringe più forte. <<Oh, grazie al cielo!>>

Il mio sorriso si allarga. <<E sai cos'altro ti dico?>>

Scuote la testa.

<<Che ti amo da morire>>.

Si solleva sulle punte dei piedi e mi bacia la nuca. <<Ti amo anche io>>.

Le accarezzo le braccia sentendomi addosso tutto il suo calore, la sua forza e la carica di sincerità con cui pronuncia queste parole. Non è una cosa che fa spesso e ogni singola volta il mio cuore mi esce dal petto.

<<Oggi ho proprio dato di matto, Alex e non intendo la storia di mio padre>>, dico girandomi a guardala negli occhi verdi che brillano.

<<Spaventa anche me quello che succederà ad agosto, quando me ne andrò, ma siamo sopravvissuti a cose peggiori di queste. La lontananza non sarà così impossibile>>.

Appoggio il mento sulla sua testa e sospiro. <<Lo spero davvero tanto>>, sussurro.

Sbadiglia rumorosamente. <<Ho sonno. Andiamo a dormire?>>

Guardo l'ultima volta le stelle sopra le nostre teste e poi la sollevo da terra e me la carico sulla spalla, facendola ridere.

<<Potevi avvisarmi>>, borbotta ma la sento sorridere.

<<E che divertimento ci sarebbe stato?>>

Mi tira una pacca sul sedere. <<Ti odio>>, dice quando sobbalza sulla mia spalla mentre faccio le scale che portano in camera mia.

<<O mi ami o mi odi, piccola>>.

<<Piccola?>>, chiede senza fiato quando la butto sul mio letto senza tante cerimonie e inizio a ridere appena vedo l'occhiataccia che mi rivolge.

Alzo le spalle mentre mi tolgo i vestiti di dosso e mi stendo accanto a lei. <<Mi sembra un bel soprannome>>.

Inorridisce. <<Sembra un soprannome dal Ryan il "rimorchiatore">>.

Sbuffo. <<Non lo sono più da mesi ormai>>.

Alza gli occhi al soffitto. <<Solo perché sai che se ci provassi, probabilmente ti castrerei>>.

Mi porto di riflesso le mani nella parte che ha minacciato e mi imbroncio. <<Sei cattiva, Ale>>.

Si lancia sopra di me e mi morde il labbro inferiore, incendiandomi il corpo di desiderio e il sangue affluisce in un unico posto. Vorrei solo abbandonarmi a lei, smettere di pensare al casino della mia vita per mezz'ora, un'ora.

<<Sei preoccupato, vero?>>, chiede quando vede che mi estraneo dalla conversazione.

Annuisco. <<Per Liv, non per me>>.

<<Potresti anche ammetterlo sai, che ti ha distrutto quello che hai scoperto stasera>>.

Sospiro e le accarezzo i capelli. <<Hai ragione ma non voglio pensarci adesso>>.

<<E cosa vorresti fare?>>

Un sorrisetto malizioso fa capolino sulle mie labbra e lei spalanca gli occhi. Un secondo dopo la rovescio sulla schiena e mi infilo in mezzo alle sue gambe. La bacio piano sulle labbra e lei geme contro la mia bocca.

<<Questo. Voglio questo>>.

Le sue mani corrono sulla mia schiena e mi sfila la maglietta dalla testa. <<Sempre>>, sussurra prima di baciarmi di nuovo con estrema passione.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora