33. Ryan

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È sabato mattina e dopo esser passato a prendere Liam a casa sua, piombo nell'ufficio di mio padre, sfrecciando davanti alla sua segretaria vent'enne che ci rincorre ticchettando sul parquet.

Spalanco la porta e piazzo le mani sulla scrivania di mio padre che sgrana gli occhi di ghiaccio evidentemente colpito. <<Cosa ci fai qui? Sto lavorando>>, chiede bruscamente.

<<Ti rubo solo cinque minuti e poi sparisco dalla tua vita>>.

Si appoggia contro lo schienale della sedia e incrocia le mani sul vetro del tavolo. <<D'accordo, parla>>, acconsente riluttante.

<<Rivoglio indietro le lettere che ho spedito ad Alexandria e che tu faccia togliere l'ordine restrittivo a suo carico>>.

Si gratta il mento e mi fissa. Apre il cassetto e tira fuori un pacco di lettere. Le allunga sopra al tavolo e quando le afferro non le lascia. <<Farò quello che mi hai chiesto a patto che quest'estate tu venga a lavorare per me>>.

<<Cosa?>>. Questa proprio non me lo aspettavo.

Lascia le lettere. <<Tre mesi e lascerò libera Alexandria>>.

<<Se accetto voglio che la liberi adesso>>, controbatto.

Alza gli occhi al soffitto ma prende il telefono e chiama lo sceriffo che è un suo caro amico. Fa come gli ho chiesto togliendo un peso dal cuore. <Ho fatto la mia parte e mi aspetto che tu onori la tua>>.

<<L'ho sempre fatto>>, dico avviandomi alla porta.

<<Saluta Liv>>. Esco dal suo ufficio sbattendo la porta.

<<Allora?>>, mi chiede Liam.

Alzo le lettere davanti a me. <<Un gioco da ragazzi. Ora devo solo farle avere ad Ale e sperare che cambi idea>>.

<<Hai combinato un bel casino lo sai vero?>>

Annuisco. <<Ne sono consapevole sì, ma la amo e ho deciso di affrontare la cosa>>.

Mi tira una pacca sulla spalla. <<Cazzo era ora>>.

<<Non voglio perderla>>.

<<Non accadrà. Lei non è Micky>>.

Mi abbandono ad un sospiro. <<No, non lo è ma sono terrorizzato>>.

<<Dai andiamo a prepararci. Abbiamo un matrimonio a cui partecipare più tardi>>.

<<Lasciami da Ale>>.

<<Adesso?>>

Mi stringo nelle spalle. <<O adesso o non lo farò mai>>.

Dieci minuti dopo Liam parcheggia la macchina nel vialetto di casa di Alex e riparte lasciandomi solo ad affrontarla. Suono il campanello e aspetto. Ad aprirmi arriva Rose, la mamma di Alex che appena mi vede mi regala un mezzo sorriso.

<<Ryan, ciao>>, dice sorpresa.

<<Ciao Rose. Scusami non volevo piombare qui proprio il giorno del tuo matrimonio. Immagino che tu debba fare molte cose, ma ho bisogno di vedere Alex>>.

<<Non credo sia una buona idea. Sai per via dell'ordine restrittivo>>, spiega con dolcezza.

<<Mio padre l'ha fatto togliere mezz'ora fa. Vengo anche per questo>>.

Mi sorride. <<E' nella sua stanza con le cugine>>, dice facendosi da parte.

<<Grazie>>, dico superandola.

<<Ah, Ryan?>>, mi blocca proprio quando ho fatto il primo passo.

<<Sì?>>, dico girando la testa.

<<Per quel che vale, capisco la scelta che hai fatto ma le persone che ti stanno vicino ne hanno sofferto, Alex per prima. Non riavvicinarti a lei se poi hai intenzione di spezzarla di nuovo. Non lo sopporterebbe>>.

<<Non ho mai voluto farle del male. Amo Ale e sto cercando di rimediare>>.

<<Posso darti un consiglio?>>, chiede avvicinandosi. Annuisco. <<Più tardi se non ti avesse ancora perdonato, invitala a ballare e dille quello che provi per lei>>.

Ridacchio. <<Credo che mi serva molto di più>>.

Si stringe nelle spalle. <<Può darsi ma è un buon inizio>>.

Salgo le scale ripensando alle parole di Rose e quando sono davanti alla porta chiusa di Ale, faccio un respiro profondo, alzo la mano e busso.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora