13. Alexandria

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Apro la porta della biblioteca e Gin, la bibliotecaria, mi accoglie con un sorriso. <<Oh, ciao Alexandria. Ti stavo aspettando>>.

<<Qualcosa non va?>>, domando.

Scuote la testa. <<No, non preoccuparti. Avrei bisogno di chiederti un favore>>.

Appoggio la borsa dietro al bancone. <<Certo, dimmi pure>>.

<<Avrei bisogno di uscire prima perché ho una visita medica. Posso lasciarti le chiavi e chiederti di chiudere quando esci?>>

<<Oh, va bene. Nessun problema>>.

<<Le chiavi lasciale sotto il masso all'ingresso della scuola. Domani mattina passo a prenderle>>.

La porta della biblioteca si apre di nuovo e Ryan entra, catturando l'attenzione di tutti gli studenti seduti ai tavoli. E anche la mia.

<<E' arrivata la star>>, lo prendo in giro.

Sbuffa fingendosi irritato ma non riesce a nascondere il sorriso. <<Taci, lanciatrice di spaghetti>>.

Rido. <<Ok, hai vinto>>.

<<Vi conoscete?>>, chiede Gin fissando prima me e poi lui.

<<Purtroppo>>, rispondo.

<<Allora, visto che vi conoscete potreste lavorare alla stessa sezione. Dovrete ripulire gli scaffali e catalogare i libri in ordine alfabetico. Va bene?>>

<<Sì>>, rispondiamo entrambi.

Ci allunga i prodotti per pulire e anche una scala. Ryan ed io ci immergiamo nella sezione lingue antiche deserta. Tra di noi regna il silenzio mentre cominciamo a pulire due zone distinte.

Mi arrampico sulla scala e mi infilo le cuffiette alle orecchie. Dopo un po' comincio a starnutire per la troppa polvere e dopo il terzo, perdo l'equilibrio dall'ultimo scalino e mi ritrovo a volare giù.

Due braccia forti impediscono la mia caduta e vengo intrappolata contro il corpo marmoreo di Ryan le cui labbra sono ad un soffio dalle mie. <<Presa>>, dice con voce roca.

<<Oh>>, dico sorpresa con il cuore che batte fortissimo per colpa della sua vicinanza.

Mi stacca una cuffia dalle orecchie tenendomi ancorata al suo petto e ascolta la mia musica con un sorrisetto sfrontato. <<Ti facevo più una tipa da Lady Gaga o One Direction ma mi hai decisamente stupito>>.

<<Davvero?>>, chiedo a corto di fiato.

Fissa i suoi occhi neri nei miei. <<Assolutamente e approvo la scelta, lanciatrice di spaghetti>>.

Mi ritrovo a sorridere. <<Ho passato l'esame, quindi?>>

<<A pieni voti>>, sussurra. Il suo sguardo scende sulle mie labbra e le fissa.

<<Tutto bene ragazzi? Ho sentito un bel po' di trambusto!>>, dice Gin comparendo da dietro agli scafali.

Ci allontaniamo di scatto l'uno dall'altro. <<Sono scivolata dalla scala, ma sto bene>>, spiego a corto di fiato.

<<Ti sei fatta male?>>

Scuoto la testa. <<No, Ryan mi ha salvata>>, dico guardandolo con la coda dell'occhio.

Lui accenna un sorrisino. <<Salvarti è il mio lavoro di recente>>.

Sbuffo. <<Come no>>.

<<Allora se siete apposto io andrei. Mi raccomando chiudi a chiave quando uscite e lasciale sotto la pietra all'ingresso della scuola>>.

Annuisco. <<Certo. A lunedì, Gin>>.

Ci saluta e restiamo di nuovo da soli. Riprendiamo a lavorare ma adesso la sua presenza diventa così totalizzante. Noto tutto di lui. Come si muovono i muscoli sotto la t-shirt nera, come spesso i suoi occhi siano su di me o quanto è concentrato a pulire.

<<Martedì abbiamo il primo test di algebra>>, dice rompendo il silenzio.

Quasi sobbalzo sentendo la sua voce. <<Martedì?>>, domando confusa.

Alza un sopracciglio. <<Non stavi ascoltando?>>

Scuoto la testa. No, effettivamente non stavo ascoltando oggi. Ero troppo concentrata a guardare Ryan che fulminava Liam.

<<No, ero distratta>>.

<<Da Liam?>>, chiede con una punta di disapprovazione.

Gli giro le spalle, indignata. <<Liam? Dio, no! Non farei mai una cosa del genere a Olivie. Non sono come Maggie>>.

Mi afferra per un braccio, facendomi girare verso di lui. È di nuovo troppo vicino e so per certo che questa volta non ci sarà nessuno a fermarlo se tentasse di baciarmi. <<Io non intendevo dire questo. Conosco Liam abbastanza bene da sapere che sa attirare l'attenzione. So che sei un'amica leale. Lo sei sempre stata>>.

Spalanco gli occhi. <<Come fai a saperlo?>>

Accenna un sorriso. <<Anche se ero lontano da qui, parlavo con Liv quasi tutti i giorni. Mi raccontava sempre di quanto tu sia forte nonostante quello che hai dovuto affrontare e che sei l'amica migliore del mondo. E poi un po' ti conosco. Magari non so tutto di te, di quello che sei adesso, ma sei buona, leale e sì, anche insopportabile>>.

Lo colpisco forte con un pugno al braccio. <<Sta' zitto>>, dico ridacchiando divertita. <<Sai, credo che questo sia il discorso più lungo che tu abbia mai fatto>>.

Arrossisce violentemente. <<Ed è il discorso più lungo che abbia mai fatto>>.

Mi avvicino di un passo. <<Grazie per quello che hai detto>>.

Si abbassa e mi stampa un bacio sulla guancia. <<Non c'è di che>>.

Molla la presa dal mio braccio ed io sento un formicolio lì dove le sue labbra si sono appoggiate. E sono completamente in trance. <<Sai una cosa?>>, domando all'improvviso.

<<Cosa?>>, chiede continuando a darmi le spalle.

<<Tutto sommato, non sei male, Ryan Cooper>>.

Sghignazza. <<Lo so, lo so. Sono un figo da paura che a volte sa essere gentile>>.

Alzo gli occhi al soffitto. <<Ma sentilo!>>

Ride più forte. <<Scherzavo, Alex>>. Alex. Il mio nome sulle sue labbra è bellissimo.

<<Dovremo andarcene>>, dico sistemando gli ultimi libri.

Raccoglie la sua felpa dal pavimento e mi segue verso l'uscita. Mi aspetta mentre chiudo a chiave e mi accompagna anche verso l'entrata per riporre la chiave. <<Non dovevi aspettarmi>>, dico per rompere il silenzio.

<<Tranquilla, nessun problema. Ora però devo andare. Ho gli allenamenti extra per recuperare l'anno perso>>.

<<Buona fortuna, allora>>.

Sorride, assorto nei suoi pensieri. <<Ne avrò bisogno visto che ci sarà il tuo ex>>.

<<Connor?>>

<<Qualche altro ex di cui non conosco l'esistenza?>>

Scoppio a ridere. <<No, solo quel coglione>>.

Infila le mani in tasca e fa due passi indietro. <<A domani, lanciatrice di spaghetti>>.

Sbuffo. <<A domani, creatore di guai>>.

Se ne va ridendo ed io invece rimango ferma impalata a fissarlo. Quand'è successo? Quand'è che Ryan ha cominciato a piacermi e non come amico?


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