Seconda parte. Alexandria

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Quattro mesi prima...

Leggo il foglio che ho in mano ben tre volte ma quello che c'è scritto non cambia. 

Ordine restrittivo.

Il padre di Ryan ha fatto emettere dal giudice un cavolo di ordine restrittivo a mio carico. Non vuole che mi avvicini a suo figlio e sapete perché?

Mi accusa del suo comportamento da deviato.

Due giorni fa ha scoperto che prima di tentare di rubare l'auto era stato da me ed è andato su tutte le furie. Mi ha perfino fatta escludere dalla lista delle visite per Ryan.

Sono così arrabbiata!

Ho un disperato bisogno di vederlo o almeno sentirlo per cinque fottuti minuti e invece non posso farlo. È un'ingiustizia.

Questa notte, mentre mi giravo e rigiravo nel profumo di Ryan ancora impresso nel mio cuscino, mi è venuta un'idea.

E così mi sono messa al lavoro e ho iniziato a scrivergli una lettera che sta venendo forse un po' troppo lunga, ma ho così tante cose da dirgli dopo quello che è successo fra di noi e quello che ha combinato lui.

Mi asciugo una lacrima e lancio la penna sulla scrivania. Per colpa della sua stupida decisione di farsi mettere dentro ho così tante cose che mi frullano per la testa e per il cuore da non capirci niente.

La porta della mia camera si apre ed entra Liam tutto sorridente ma appena vede i miei occhi lucidi si avvicina, si inginocchia vicino a me e mi abbraccia.

<<E' un cretino, lo so Alex>>.

<<Lo odio così tanto in questo momento!>>

Mi fa appoggiare la testa contro il suo petto. <<No, tu lo ami esattamente come lui ama te>>.

Singhiozzo più forte perché quello che dice è assolutamente vero, almeno la parte che riguarda me.

<<Devo chiederti un favore>>, dico quando mi sono calmata.

Si rialza in piedi e si stiracchia. <<Quello che vuoi>>.

Gli allungo la lettera. <<Potresti dargliela quando lo vedi? È l'ultima cosa che mi rimane dopo quello che mi ha fatto suo padre>>.

La prende e se la infila nella tasca posteriore dei jeans. <<Lo vedo domani mattina>>.

<<Grazie. Cosa ci fai qui comunque?>>

Gli ritorna il sorriso. <<Ero venuto a rapire te e Liv per cena. Ci stai? Cucino io>>.

Spalanco gli occhi. <<Tu?>>, rido.

Annuisce. <<Ne sono capace sì>>, borbotta trascinandomi via con lui.

<<Ehi, non ti ho risposto!>>, gli urlo dietro.

Alza gli occhi al soffitto. <<Non mi serve il tuo permesso per farti ridere di me per un po'>>.

Ed è così che trascorro i mesi successivi. Con Liam, Olivie e Ryan nel mio cuore.

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Ho aggiornato un giorno prima, spero non vi dispiaccia :) Domani ne metterò un altro, spero vi faccia piacere :)

A domani e buona lettura :)

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