65. Alexandria

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Ieri sera sul tardi, siamo arrivati all'enorme casa al lago dei Cooper e questo pomeriggio sono partita per l'esplorazione del posto, seminando gli altri. Ho un disperato bisogno di stare da sola e di fare una telefonata.

Quando raggiungo un punto in cui c'è campo, proprio di fronte al lago che riflette la luce del sole al tramonto, chiamo Brandon.

Risponde subito. <<Oh, ciao Ale. Non credevo di sentirti così presto>>.

<<Nemmeno io credevo che sarebbe arrivato presto questo momento>>, ribatto con un sorriso.

<<Hai... hai parlato con lui?>>

Annuisco anche se non può vedermi. <<Giusto ieri mattina>>.

<<E cosa pensa? Vuole conoscermi?>>

Dei passi alle mie spalle mi fanno sussultare. Dio, che spavento! il profumo di Ryan arriva alle mie narici e mi tranquillizzo. Non l'avevo sentito arrivare o seguirmi, ma immaginavo l'avrebbe fatto. Dal momento in cui avevamo parlato fuori da quella gelateria, le cose fra di noi erano cambiate. Non eravamo quelli di prima, ma una nuova versione di noi stessi. Forse più maturi o più uniti, non so dirlo.

Mi circonda la vita con un braccio e mi fa appoggiare contro il suo petto. Lo guardo e ci scambiamo un sorriso complice. Quanto mi è mancato tutto questo. Ho cercato il legame che abbiamo noi due in altre persone, ma non era mai lo stesso. Noi ci completavamo a vicenda.

<<Sì, vuole conoscerti>>, mormoro. Ryan si irrigidisce alle mie spalle e spalanca gli occhi. Non si aspettava che io stessi parlando proprio con suo fratello. <<E' qui con me adesso. Vuoi parlargli?>>, chiedo a Brandon.

<<E-e cosa dovrei dirgli?>>, chiede intimidito.

<<Beh, puoi cominciare con un semplice ciao>>.

Ryan rinsalda la presa sui miei fianchi e prende il telefono che gli passo ma anziché portarselo all'orecchio, mette in viva voce. Fa un respiro profondo e si schiarisce la voce. <<Ciao>>, dice per la prima volta a suo fratello.

<<Ciao>>, risponde Brandon.

Ryan mi stringe più forte come se temesse che io scappassi. <<Grazie per averlo detto ad Ale. Non avrei voluto saperlo da nessun altro>>, dice appoggiando il mento alla mia spalla.

Brandon ride. <<A proposito di Alex, mi dici che hai in quel cervello? Non ti conosco, ma come prima cosa da fratello maggiore che voglio dirti è: senza offesa Ryan, ma sei un coglione se ti lasci scappare quella ragazza>>.

Mi paralizzo. Per essere timido, Brandon non ha paura di dire le cose a quanto pare. Lo apprezzo moltissimo anche se non è affatto necessario fare presente a Ryan quello che entrambi abbiamo perso. Ne siamo consapevoli e ci stiamo lavorando.

Ryan scoppia a ridere. Sembra sorpreso quanto me. Mi fa girare e con la mano che non usa per reggere il telefono, affonda le dita nei miei capelli e mi stampa un bacio dolcissimo sulla tempia. <<Non ne ho nessuna intenzione>>.

<<Beh, datti da fare allora>>, continua a rimproverarlo suo fratello.

Il ghigno sulla faccia di Ryan mi fa tremare. <<Oh beh. In quello sono dannatamente bravo>>.

Lo colpisco con uno schiaffo nel braccio. <<Ryan!>>, lo sgrido.

Ride e anche Brandon con lui. <<Sei tremendo>>, lo rimprovera suo fratello.

<<Dopotutto qualcosa posso insegnartela anche io>>, dice con l'orgoglio nella voce e nello sguardo. E' così felice in questo momento che se ne fossi capace, gli avrei fatto un ritratto solo per tenere quel ricordo per sempre per noi.

Non capita tutti i giorni di scoprire di avere un fratello sparso per il mondo e di avere l'opportunità di conoscerlo. 

Iniziano a parlare e quando accenno ad andarmene per lasciare loro un pò di privacy, Ryan mi trattiene e mi fa sedere sulle sue gambe nel piccolo pontile che dà sul lago. La conversazione va avanti per un'ora e imparano così a conoscersi. Sono molto simili ma anche totalmente diversi: per esempio Ryan è coraggioso, non ha filtri e dice tutto quello che gli passa per la testa, specialmente le cose sconce, Brandon invece è introverso, di poche parole ma si sente che ci tiene a conoscere suo fratello. E' una bellissima persona.

Finita la conversazione Ryan sospira, rilasciando un pò di tensione accumulata. <<Allora, com'è stato parlare con Brandon sapendo che adesso conosce la verità?>>, gli chiedo appena mi riconsegna il telefono.

Il suo sorriso si allarga. <<Strano, ma bellissimo>>, mormora assorto nei suoi pensieri.

<<Ryan?>>, dico dopo una attimo di silenzio.

<<Sì?>>

<<Cosa farai con Olivie? Non pensi che anche lei abbia il diritto di conoscere Brandon?>>

Annuisce, senza esitare. <<Sì, lo penso, ma sono terrorizzato dal modo in cui potrebbe reagire. Stravede per Alan e anche lui, per quanto odi ammetterlo, la adora. Quindi non so come fare>>.

Appoggio la testa contro la sua. <<Ci sono per te Ryan. Sempre. Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno>>, sussurro.

<<Grazie Ale>>.

Mi accoccolo contro il suo petto e butto il mio sguardo sul paesaggio mozzafiato davanti a noi. <<Gli altri si staranno chiedendo dove siamo finiti>>, dico anche se non ho nessuna intenzione di andarmene.

Appoggia il mento contro la mia spalla. <<Lo so, ma possiamo stare così altri cinque minuti?>>, sussurra.

Lo accontento e mi lascio stringere da lui. Odio ammetterlo, ma era ciò di cui avevo più bisogno in quel momento, specialmente dopo la conversazione a cuore aperto che avevamo avuto il giorno prima.

Quella notte non avevo chiuso occhio. Non riuscivo a smettere di pensare a noi, a quello che continuavo a sentire per lui dopo tutto quel tempo, dopo tutto quello che era successo.

Saremmo sempre stati Ryan e Alex, anche lontani. 

Saremmo sempre stati noi.

Rompe il silenzio. <<Sai, ho avuto tempo per riflettere molto in questi mesi su tante cose e l'unica a cui non so ancora darmi una risposta è il motivo per cui abbiamo rotto noi due. Io non lo volevo. Tu non lo volevi. Allora perché ci siamo fatti del male?>>, chiede all'improvviso.

<<Credo sia stato più facile per entrambi scappare. Forse non eravamo pronti>>, rispondo.

Le nostre guance si sfiorano, provocandomi i brividi. La sensazione della sua pelle contro la mia mi scatena sensazioni a lungo sopite. <<Ti ho mentito ieri>>, mormora così piano che credo di essermele sognate queste parole.

<<Su cosa?>>, chiedo.

<<Sulla vera ragione per cui mi trasferisco in California>>.

Il mio cuore aumenta i battiti. Sembra scoppiare.<<Non è per tuo fratello?>>

Scuote la testa. <<No, Ale. La ragione principale sei tu. Non volevo passare neanche più un secondo senza di te. Lontano da te. Quando sono stato in California il mese scorso e ho visto il modo in cui hai sofferto mi sono ripromesso che avrei speso ogni giorno per il resto della mia vita a tornare a farti stare bene>>.

Le sue parole mi si ripetono nella testa come un eco. Ryan si trasferisce in California per stare vicino a me. È... pazzesco. Una notizia davvero sconvolgente.

<<Come?>>, chiedo sconvolta.

Mi sorride. <<Torna con me, Ale. Al diavolo la faccenda degli amici. Torna con me>>.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora