46. Alexandria

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Appena quelle parole escono dalle mie labbra mi immobilizzo. Smetto anche di respirare.

Ryan si mette a sedere e mi infila le mani sotto la maglietta. <<Perché non riuscivi a dirmelo?>>

Appoggio la fronte contro la sua. <<Ne parliamo domani, Ryan. Non so nemmeno se ti ricorderai questa conversazione>>.

Mi bacia sulle labbra con delicatezza. <<Me lo ricorderò per tutta la vita questo momento, Ale. Per tutta la vita>>.

<<Ti credo>>.

Si ributta giù e mi tira assieme a lui. Ci distendiamo sul fianco, guardandoci negli occhi e le palpebre mi si fanno subito pesanti. Crollo nel sonno senza nemmeno rendermene conto.

Il mattino dopo quando riapro gli occhi, mi ritrovo davanti un Ryan completamente diverso dalla sera precedente. Ha un sorriso non sbilenco stampato in faccia ed è fresco di doccia.

<<Buongiorno>>, mormora baciandomi la fronte.

Sorrido anche io. È la prima notte che passiamo interamente assieme senza che uno dei due sgattaioli fuori dalla casa dell'altro, ma soprattutto la prima volta che mi sveglio e lui è qui.

<<'giorno>>, farfuglio.

<<Mi dispiace per quello che ti ho detto alla partita e mi dispiace di essermi ubriacato>>.

Mi accoccolo contro di lui. <<Dispiace anche a me, Ryan>>.

<<Scusa anche se non ho capito quanto Connor ti abbia ferita. Prima di ieri sera non me ne rendevo conto. Credevo solo che tu non ricambiassi>>.

Scuoto la testa. <<Non è così. Avrei dovuto parlartene prima>>.

<<Sì, avresti dovuto, ma siamo apposto vero?>>

Annuisco. <<Sì, siamo apposto>>.

Si mette a ridere. <<Tanto per sapere, quanto si incazzerà tua madre quando non ti troverà a casa questa mattina?>>

Trattengo il respiro e mi tiro su di scatto. <<Oh, merda. Non avevo intenzione di addormentarmi qui ieri sera. Maledizione!>>, sbotto raccogliendo le mie scarpe da terra prima di scappare fuori dalla sua stanza.

Ryan mi segue ma sembra zoppicare. Mi fermo per aspettarlo sul vialetto di casa mia.

<<Tutto bene?>>, gli domando.

Fa una smorfia. <<Mi fa male una natica>>, borbotta, <<Puoi controllare?>>

Gli sollevo la maglietta sulla schiena e dai suoi short compare una botta violacea e blu che copre tutta la superficie.

<<Ehm, non è affatto una bella botta, Ryan>>.

Sputa fuori una serie di imprecazioni. <<Quel coglione di Connor>>.

<<Magari quando mamma si sarà calmata, potrebbe darci un occhio>>.

Mi prende per mano e mi infonde un po' di coraggio mentre entriamo in casa. Subito mamma e James sbucano dalla cucina e mi guardano a braccia conserte.

<<Dove sei stata?>>, chiede lei.

Ryan fa un passo avanti. <<E' colpa mia. Ho avuto un problemino questa notte di ritorno da una festa e lei mi ha dato una mano>>.

<<Non sta bene, mamma. Potresti dare un occhio alla sua schiena?>>

Lei addolcisce lo sguardo e fa un passo avanti. <<Fammi vedere>>.

Ryan solleva la maglietta e trattengo il fiato. È proprio una brutta botta che prosegue fin sotto ai pantaloni.

<<Mi dispiace chiedertelo, ma dovresti abbassarti i pantaloni>>, dice lei guardando male me.

<<Che c'è?>>

Ride. <<So per certo che hai già visto tutto>>, sussurra, indicandomi il corpo di Ryan.

Divento rossa come un peperone e Ryan scoppia a ridere di gusto. Poi me la paga. Lo giuro.

<<Immaginavo>>, commenta mia mamma.

Nascondo il viso fra le mani. <<Ora mi sotterro>>.

Ryan mi tira contro il suo petto mentre mia mamma gli esamina la botta. <<Su, su, Ale. Non c'è niente di cui vergognarsi>>.

Lo colpisco con un pugno nel bicipite. <<Solo perché tu non ti vergogni mai di niente>>, ribatto.

<<Ho una notizia buona e una cattiva>>, dice mia mamma interrompendo la nostra sfida di sguardi.

<<Prima la cattiva, grazie>>, risponde Ryan rivestendosi.

<<Devi andare in ospedale per dei raggi. Quella buona è che secondo me non hai niente di rotto>>.

Hunter piomba in salotto e quando vede Ryan si illumina. <<Ryan!>>, lo chiama con un sorrisone.

Ryan si gira verso di lui e ricambia il suo sorriso. <<Ehi, ometto. Tutto bene?>>

Annuisce. <<Avete fatto pace? Alex era triste ieri sera>>.

Gli lancio un'occhiataccia che mio fratello ignora volontariamente.

Ryan mi passa un braccio attorno alle spalle. <<Tutto apposto, ometto. Niente di grave>>.

Il sorriso di Hunter si allarga. <<Bene>>.

<<Dovresti fare i compiti>>, gli dice James.

Hunter sbuffa. <<Alex non li sta facendo>>.

<<Devo accompagnare Ryan in ospedale>>, rispondo.

<<Perché?>>

Ryan fa una smorfia. <<Un mio nemico mi ha spinto giù dalle scale ieri sera e mi sono fatto male. Quando hai finito i compiti se vuoi posso insegnarti qualche trucchetto con il pallone>>.

Hunter afferra la manica del maglione di James e lo trascina verso le scale. <<Diamoci una mossa>>, dice facendoci ridere tutti.

James guarda mia mamma che alza le spalle e gli fa cenno con una mano di andare con lui.

<<Mi faccio una doccia e andiamo, va bene?>>, dico incontro a Ryan.

<<Ti aspetto qui>>.

<<Hai fame Ryan? Vi preparo la colazione prima che andiate>>, chiede la mamma.

Annuisce. <<Ho una fame da lupi a dire il vero. I tuoi pancakes sono una vera bomba, Rose>>, dice facendogli l'occhiolino.

La mamma arrossisce e ridacchia. A quanto pare nessuno è immune al fascino di Ryan e rimango immobile a fissarlo.

<<Che c'è?>>, mi chiede quando restiamo soli.

Gli butto le braccia al collo e lo bacio con passione sulle labbra. <<Niente. Solo che... ti amo>>.

Sgrana gli occhi e qualche secondo dopo un enorme sorriso gli illumina il viso. <<Ti amo anche io, Ale. Non sai quanto>>.

Mi bacia di nuovo e lo fa durare un po' troppo a lungo, facendomi desiderare di trascinarlo al piano di sopra. Mi allontano controvoglia e prima di pentirmene corro al piano di sopra a cambiarmi ma senza riuscire a levarmi il sorriso di dosso per tutto il tempo. 

Mi sento molto più leggera adesso, dopo che finalmente sono riuscita a confessargli i miei sentimenti. È stato così liberatorio e terrorizzante, ma ne è valsa la pena su tutti i fronti. Sono così felice e adrenalinica in questo momento.

Per la prima volta dopo tanto tempo, mi sembra tutto perfetto.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora