29. Ryan

16.8K 607 4
                                    

                     Quattro mesi dopo...

Gli alti cancelli della prigione si aprono davanti a me e la guardia mi spinge in avanti, invitandomi ad avanzare.

Qualche settimana fa, quando mi sono presentato davanti al giudice per ascoltare la condanna definitiva credevo che tre mesi sarebbero volati. Invece non è stato così. Ho vissuto in un incubo, ma il lato positivo è che ho avuto modo di pensare a tutta la mia vita.

Respiro l'aria gelida di gennaio e mi riempio i polmoni di ossigeno prima di buttarlo fuori dal naso in una nuvoletta di fumo.

<<Non voglio più rivederti, Cooper. Tieniti fuori dai guai>>, mi dice la guardia, richiudendosi i cancelli alle mie spalle.

Accenno un sorrisino arrogante. <<Non preoccuparti, Ty. Ho intenzione di rigare dritto>>.

<<Attento al tuo vecchio>>.

Faccio il saluto militare. <<Come sempre>>.

Sbuffa e dopo avermi salutato di nuovo, gira i tacchi e se ne torna dentro. L'osservo ancora un po', anche una volta che è scomparso e alla fine mi decido a raggiungere la mia famiglia o quella che ne rimane.

Mia madre ha chiesto il divorzio a mio padre dopo che sono finito dentro, stanca com'era della tensione che si era creata fra me e il mio vecchio. 

Olivie mi corre incontro, mi butta le braccia al collo e mi stringe forte.

<<Oh, Ryan. Mi sei mancato da morire>>.

Sorrido, felice di poterla toccare finalmente. <<Anche tu>>, rispondo affondando il viso contro
Il suo collo.

E non sei l'unica ad essermi mancata.

Mamma si unisce brevemente alla stretta di gruppo e ci lascia andare quasi subito, troppo presto per definirlo un vero abbraccio.

<<Liam?>>, chiedo non vedendolo in giro.

<<E' ancora a scuola. Sta finendo un progetto con un gruppo. Ci aspetta lì. Ti va?>>, spiega Olivie.

Annuisco e dentro di me la speranza cresce. Ho un disperato bisogno di vedere lei negli occhi e farmi dire che non conto niente, che l'ho delusa troppo per stare con me.

Olivie parcheggia l'auto nel suo posteggio solito ed usciamo assieme. La scuola familiare davanti a me, mi suscita forti emozioni troppo intense per essere espresse.

<<Chiamo Liam>>, dice avvicinandosi all'entrata della scuola con il telefono nell'orecchio.

Poco dopo le porte della scuola si aprono e Liam compare davanti ai gradini e non è solo. Dietro di lui c'è lei.

Lei a cui ho pensato negli ultimi quattro mesi.

Lei di cui ancora ho il sapore sulle mie labbra.

Lei che amo con tutto me stesso.

Lei che mi odia con tutta sé stessa.

Durante questi mesi mi ha scritto una sola lettera che mi ha portato Liam appena sono finito dentro. Ovviamente le ho risposto. Le dovevo delle spiegazioni e ho continuato a farlo anche nei mesi successivi.

Le ho inviato otto lettere. Non ha risposto nemmeno ad una di queste.

Faccio un passo avanti. <<Alex...>>, sussurro piano a corto di voce. Il mio cuore sta battendo alla velocità della luce.

Lei spalanca gli occhi e fa due passi indietro prima di girarsi e correre dentro la scuola, scomparendo dalla mia vista.

Mi accascio su me stesso, sconfitto. L'ho persa. L'ho persa per sempre.

<<Non è come pensi tu>>, dice Liam scendendo i gradini per raggiungermi.

Aggrotto le sopracciglia. <<Di cosa stai parlando?>>

Si gratta il mento e cerca lo sguardo di mia sorella. <<Se glielo diciamo lo ammazza>>.

<<Chi dovrei ammazzare?>>, chiedo gelido. Si è trovato un altro in questi quattro mesi? È questo che stanno cercando di dirmi?

<<Ti racconteremo tutto, ma non qui>>, dice Liv prendendomi a braccetto.

Liam ci segue alla macchina e una volta che siamo tutti dentro, Liv ingrana la marcia e va via dalla scuola imboccando la strada di casa.

Una volta dentro e al sicuro da orecchie indiscrete, fisso entrambi, in attesa di una risposta. <<Allora?>>, insisto.

Liv mi guarda. <<Dopo che ti hanno messo dentro, papà ha scoperto che sei stato da Alex e hanno litigato di brutto. Papà la incolpa per quello che hai combinato e ha fatto emettere un'ordinanza restrittiva nei suoi confronti>>.

Mi siedo sul divano, improvvisamente incapace di reggermi in piedi. <<Cosa?>>, sbraito in preda alla rabbia.

<<Lei non può avvicinarsi a te o finisce dentro>>.

Mi appoggio all'indietro nel divano e stringo forti i pugni di entrambe le mani fino a sbiancarmi le nocche. <<Avevi ragione, Liam. Lo ammazzo eccome>>.

Olivie si piazza davanti a me. <<Oh no, basta con le cazzate Ryan>>.

Annuisco. Gliel'ho promesso. <<D'accordo, ma questa cosa non mi sta affatto bene. Ho resistito lì dentro quattro mesi solo perché sapevo che una volta fuori avrei dovuto fare di tutto per meritarmela. Adesso scopro che non posso nemmeno avvicinarmi ed io ho un disperato bisogno di parlare con lei>>.

Liv si siede vicino a me sul divano. <<Troveremo un modo. Assieme questa volta>>.

Liam ghigna. <<Forse ho un'idea>>.

<<Quale idea?>>, chiedo intrigato.

Prende il telefono e manda un messaggio a me. <<Fatti trovare lì alle undici stasera>>.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora