44. Alexandria

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Ryan palleggia la palla a terra davanti all'avversario due volte prima di scartare a lato e andare avanti verso il canestro. Salta e la schiaccia dentro un attimo prima che l'arbitro segnali la fine della partita.

Dagli spalti della scuola parte un mix di urla e di applausi che mi mettono i brividi. Ryan e la squadra hanno vinto, stracciando gli avversari.

Sono così orgogliosa di lui.

<<E' proprio bravo>>, dice mio fratello.

Rido. <<Sì, ma magari evita di dirglielo>>.

Liam compare accanto a me e mi appoggia un braccio attorno alle spalle. <<Liv è distrutta. Sono appena uscito da casa sua. Vorrebbe parlare con te>>.

Scuoto la testa. <<Non oggi, Liam. Sono arrabbiata con lei>>.

<<Lo so e hai tutte le ragioni per esserlo, ma magari ascoltala, ok?>>

<<Domani, quando avrò sbollito la rabbia o potrei dire cose di cui poi mi pentirei>>.

Mi scompiglia i capelli. <<D'accordo. Riferirò il messaggio>>.

<<Torni da lei?>>

<<No, non stasera. Ho bisogno di divertirmi un po' e credo proprio che andrò alla festa della squadra. Tu e Ryan?>>

Mi stringo nelle spalle. <<Non lo so. Non ho ancora parlato con lui>>, dico cercandolo con lo sguardo.

Lo trovo in mezzo al campo che si sta asciugando il sudore con un asciugamano. Intorno a lui ci sono un sacco di ragazze che lo palpeggiano e sbattono le ciglia.

<<Puoi badare un secondo ad Hunter? Torno subito>>.

Liam segue la direzione del mio sguardo e scoppia a ridere. <<Ok, vai pure, tigre>>.

Scendo le gradinate degli spalti e raggiungo il bordo campo, tentando di raggiungere Ryan. Mi immergo nella folle di ragazze che si sono radunate attorno a lui e faccio a gomitate per arrivargli vicino.

<<Potresti farmi un autografo, Ryan Cooper?>>, chiedo falsando la mia voce.

Alza la testa di scatto e quando vede che sono io, mi sorride con un calore e una luce piena di affetto. <<Certo, dove lo vuoi?>>, ammicca.

Alzo il pennarello e mi indico il petto. Ryan sgrana li occhi, ma sta al gioco e tirandomi per i fianchi mi avvicina a lui. Le ragazze attorno a me, mi rivolgono parecchie parole poco cortesi, ma non mi importa.

È il mio uomo.

Toglie il tappo al pennarello e abbassa l'orlo del mio maglioncino. La punta fredda del pennarello mi fa venire la pelle d'oca e il suo sguardo carico di desiderio non aiuta.

Si mordicchia il labbro inferiore. <<Ecco a te>>, dice ripassandomi il pennarello.

<<Scusa stronza, hai finito?>>, chiede una bionda accanto a me, fissandomi scocciata.

Sono al tanto così dal prenderla a pugni, quando la mano di Ryan atterra sulla mia schiena e mi avvicina a sé. <<Quella a cui hai appena dato della stronza è la mia ragazza, sciacquati la bocca prima di parlarle in questo modo>>.

Mi trattengo dal ridere, quando lei sbatte un piede a terra e se ne va, seguita da tutte le altre che hanno ascoltato la conversazione.

<<E' stato parecchio eccitante>>, sussurro contro il suo orecchio.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora