59. Ryan

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Alex mi da ancora le spalle e ho una fottuta paura che senta il mio cuore che sta battendo infuriato nel mio petto. Sono così spaventato da lei e dalla sua reazione che per la prima volta nella mia vita me la sto facendo sotto.

Non voglio un suo rifiuto. Non lo sopporterei proprio.

Questi mesi senza di lei sono stati davvero difficili e la mia vita ha subito uno stop prolungato. Mi sono concentrato sul basket e sulla scuola. Ho ottenuto dei voti talmente buoni che alla fine ho fatto domanda a diversi college.

In particolare a due che sono vicini ad Alex, ma lei questo non lo sa e non lo saprà fino a quando non sarà pronta a perdonarmi.

Si gira a guardarmi e nei suoi occhi leggo tutto quello che devo sapere: le manco anche io. E mi ama ancora. <<Non dovresti essere qui. Sei arrivato un po' tardi non credi?>>, chiede ferita.

Abbasso il capo sconsolato. Ha ragione. E giuro che ci ho provato a venire da lei un sacco di volte ma non ho mai trovato il coraggio di salire su un aereo. Fino a questa mattina. 

<<C'è qualcun altro nella tua vita adesso?>>, chiedo senza fiato.

Dimmi di no. Ti prego. Dì di no.

Spalanca gli occhi e mi fulmina con lo sguardo. <<Tu che dici?>>, chiede incrociando le braccia al petto.

<<Non lo so, Ale. Dimmelo tu>>.

I suoi occhi verdi vengono attraversati da una scintilla di rabbia e le sue mani mi spingono con tutta la forza che possiede. <<Certo che no, coglione! Penso ancora a te. Amo ancora te. E giuro che ci ho provato ad andare avanti ma tu sei qui>>, dice addolcendo la voce e appoggiandosi il palmo della mano sopra al cuore, <<e mi manchi>>.

Il cuore mi esplode nel petto.

Non tentenno nemmeno un attimo. Affondo una mano fra i suoi capelli e la tiro contro di me per un bacio focoso che mi scalda l'anima, che mi fa sentire vivo. Vivo come non lo sono da quando lei se n'è andata.

Cadiamo sul letto per colpa del mio impeto e nemmeno il mio peso su di lei ci distrae dal nostro obbiettivo e continuiamo a baciarci quasi con disperazione mentre le nostre mani percorrono il corpo dell'altro cercando di riprenderne confidenza.

Alex geme contro la mia bocca e per poco non perdo il controllo. <<Dio quanto mi è mancato questo verso>>.

Le sue mani sulla mia schiena si bloccano e spalanca gli occhi. La sua espressione è agghiacciante e forse si rende conto di quello che sta succedendo. Mi spinge via e si mette a sedere prendendosi la testa fra le mani. <<No!>>, dice scuotendo animatamente la testa.

<<No, cosa?>>, chiedo confuso.

Lei incrocia il mio sguardo. <<Non ti permetterò di entrare nella mia vita ancora una volta e spezzarmi di nuovo il cuore>>.

Mi accascio su me stesso e sospiro. <<Anche tu mi hai spezzato il cuore>>.

Si alza in piedi e i suoi occhi sono attraversati dalla rabbia. <<E quando?>>, chiede incrociando le braccia al petto in modo minaccioso.

<<Andandotene>>.

Abbandona le braccia sui fianchi e distoglie lo sguardo dai miei occhi. <<Non avevo altra scelta. E lo sapevi>>.

<<Quindi è finita?>>, chiedo alzandomi e cercando in lei un segnale qualsiasi.

Rimane rigida come una statua e chiude gli occhi, alzando un muro tra di noi. Un muro che probabilmente esiste da un bel po' di tempo. <<Sì. Non voglio più stare male. Amarti è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto>>.

Un calcio nelle palle. Le sue parole fanno un male tremendo.

Vado verso la porta e mi blocco con la mano sulla maniglia. <<Tu invece sei la cosa più bella della mia vita>>, e detto questo mi sbatto la porta alle spalle, lasciando Alex per sempre.

Ore dopo, poco prima di salire sull'aereo di ritorno, il mio telefono suona e credendo che sia Alex che cambia idea, rispondo senza guardare.

<<Pronto?>>

<<Allora, l'hai vista?>>. Liam.

Scuoto la testa anche se non può vedermi. <<Abbiamo chiuso>>.

Quasi si strozza con l'acqua che sta bevendo. <<Cazzo amico, mi dispiace. Credevo che avreste potuto aggiustare le cose>>.

<<Lo credevo anche io, ma sono arrivato troppo tardi>>.

<<Glielo hai detto?>>

Mi passo una mano fra i capelli troppo lunghi e sospiro. <<No e non deve saperlo mai, Liam. Per niente al mondo>>.

<<Sì, ma se sapesse la verità, cambierebbero le cose>>.

<<Ha fatto la sua scelta. Devo solo imparare a conviverci>>.

<<Quando torni?>>

<<Fra sei ore sarò a casa>>.

Sento dei rumori in sottofondo e la voce del suo compagno di stanza del College. <<Domani giochi l'ultima partita del liceo. Hai già scelto dove andrai poi?>>

<<Sì. Ho scelto>>.

<<Dai, dimmelo. Olivie ed io abbiamo scommesso>>.

<<Cosa?>>

Ride. <<Tua sorella dice che sei troppo codardo per fare la scelta giusta. Io invece ho scommesso tutto su di te. Amico, mi gioco la mia relazione>>.

<<Hai vinto tu, allora. Ho già chiamato Gabe. A settembre giocherò per lui>>.

Lo sento ansimare e me lo immagino a saltare per il dormitorio. <<Cazzo lo sapevo che avevi le palle!>>

Alzo gli occhi al cielo. <<Devo andare idiota. Ci vediamo dopo. Ricordati di venire a prendermi!>>

<<Certo tesoro! Fai buon viaggio>>. Sì, come no.

Come previsto il viaggio di ritorno è uno schifo. Ho tante di quelle cose a cui pensare. Alex e mio fratello fra le altre cose.

Dio, non ci credo di aver visto entrambi e di essere tornato con un pugno di mosce. Mi sento un buono a nulla in questo momento. E anche un coglione.

Tutto perché quel giorno di otto mesi fa ho rinunciato all'unica ragazza di cui mi sia mai importato qualcosa. All'unica con cui volevo un futuro. All'unica che ha il mio cuore e lo ha appena calpestato.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora