17. Alexandria

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Ryan mi ha baciata.

Non un vero bacio, non esattamente, ma se Olivie non ci avesse interrotto, probabilmente però lo sarebbe diventato e me lo immagino focoso, pieno di passione. Come lo è Ryan. Lui non ha vie di mezzo.

La cosa che mi ha stupita più di tutte è che io non l'abbia rifiutato. Volevo che mi baciasse. Lo desideravo da morire.

<<Perché hai la maglietta sporca di sangue?>>, mi chiede mio fratello.

Sangue? Oh, cazzo. La mano di Ryan. Sulla mia maglietta bianca. <<Ehm, è vernice rossa. L'ho macchiata a scuola per un progetto>>.

<<Ah, ok>>, mi guarda, esitante, <<Ora puoi dirmi che cosa è successo ieri sera? Perché la polizia ti ha cercata?>>

Mi siedo al tavolo, accanto a lui. <<Hanno distrutto la biblioteca della mia scuola ed io sono stata l'ultima ad uscire. Fra poco devo presentarmi davanti al preside>>.

<<Ed eri sola?>>

Scuoto la testa. <<Ryan era con me>>.

<<Ryan?>>

<<Il fratello di Olivie>>.

Butta giù un cucchiaio colmo di cereali. <<E siete nei guai?>>

Annuisco piano. <<Fin che non trovano i colpevoli, sì>>.

<<Mamma non sembrava poi tanto arrabbiata>>.

<<Vero, non lo era>>. E la cosa mi inquieta un po'.

Bussano alla porta sul retro ed un attimo dopo, Ryan entra nella mia cucina. Il mio cuore reagisce all'istante e i miei pensieri volano al bacio-non bacio che ci siamo scambiati poco fa.

Mi regala un sorrisetto. <<Ehi>>.

<<Ehi>>, rispondo con la voce che trema.

Si aggiusta la tracolla della borsa dei libri e punta i suoi occhi sulla mia bocca. A quanto pare non sono l'unica a pensarci.

<<Hunter, noi dobbiamo andare a scuola e poi torniamo a casa a studiare. La nonna sarà qui fra poco. Te la cavi?>>, domando a mio fratello.

Lui annuisce e riporta l'attenzione su Ryan. Lo sta studiando da quando è entrato dalla porta.

<<Bene, allora vado a cambiarmi. Torno subito>>, dico lasciandoli soli.

Corro su per le scale e mi vesto, cercando di fare veloce. Mi infilo un paio di jeans attillati, una felpa nera e le All Star ai piedi. Mi ritocco gli occhi con un filo di eyeliner e di rimmel.

Quando scendo al piano di sotto, trovo mio fratello e Ryan seduti sul divano a giocare alla X-box. Mio fratello sta ridendo per qualcosa che lui gli ha detto. Rimango alla porta ad osservarli e mi ritrovo a sorridere.

<<Ehi, tu>>, mi chiama Ryan con un sorrisetto divertito.

<<Vi state divertendo?>>

Mio fratello scambia il cinque con Ryan. <<Il tuo amico è davvero forte. Mi ha aiutato a passare un livello difficilissimo>>.

<<Forte, eh? Sono il migliore in questo gioco>>, si vanta Ryan.

Alzo gli occhi al soffitto. <<Il solito presuntuoso>>, borbotto divertita. Sono felice che le ombre della notte siano sparite.

Ryan getta la testa indietro e scoppia a ridere. Ed è ancora più bello di quando indossa la sua maschera da perenne imbronciato. <<Dai, lanciatrice di spaghetti. Andiamo>>.

Hunter blocca Ryan per un braccio. <<Più tardi ti va di giocare ancora con me?>>

Annuisce. <<Certo>>.

<<Dopo che entrambi avrete studiato>>, intervengo.

Sbuffano entrambi. <<Sì, mamma>>, risponde Ryan.

Lo colpisco alla nuca con uno schiaffo. <<Non sono tua madre, idiota!>>

<<Alex!>>, mi richiama mio fratello, <<Hai detto una parolaccia>>.

Ryan mi sorride sornione. <<Eh, Ale, non si dicono le parolacce>>.

Afferro la mia giacca in pelle dalla sedia e me la infilo lanciando ad entrambi un'occhiataccia. <<Ma smettetela!>>

Ryan tira una gomitata a mio fratello. <<Mi sa che l'abbiamo fatta arrabbiare, amico>>.

Hunter scatta in piedi e mi corre incontro. Un secondo dopo sono a corto di fiato perché inizia a farmi il solletico. Ovviamente Ryan non perde l'occasione di darmi il tormento e si aggiunge.

Finisco distesa per terra sul tappetto con entrambi sopra di me intenti a torturarmi per bene. Ed è così che ci trova mia nonna. <<Ehi, ragazzi. Come mai tutta questa confusione?>>, chiede divertita.

Ryan si blocca e si mette a sedere sopra al mio addome, bloccandomi sotto di lui. Divento rossa come un pomodoro e mi copro il viso con le mani per nascondere l'imbarazzo.

<<Stavamo facendo la battaglia contro Alex>>, risponde mio fratello tutto sorridente e soddisfatto inginocchiato accanto al mio fianco.

Ryan si tira su e mi allunga una mano per fare lo stesso. Poi rivolge un sorriso da vero adulatore a mia nonna. <<Rita, che piacere rivederti! È passato un bel po' di tempo!>>

Mia nonna si scioglie e viene ad abbracciare Ryan. <<Oh, tesoro>>, indietreggia per guardarlo meglio. <<Sei cresciuto davvero bene>>.

Ridacchia. <<Grazie>>.

<<No, nonna. Non puoi dirgli così. Il suo ego non ne ha proprio bisogno>>.

<<Sei cattiva>>, borbotta Ryan guardandomi di traverso.

<<E tu sicuro di sé. Troppo>>.

Alza gli occhi al soffitto. <<Senti chi parla, lanciatrice di spaghetti>>.

<<Lanciatrice di spaghetti?>>, si intromette divertita mia nonna.

Prego con lo sguardo Ryan di stare zitto, ma ovviamente non mi guarda e racconta tutto a mia nonna, che per fortuna scoppia a ridere. <<Lei, cosa? Oh mio Dio. Sei uguale a me>>.

Alzo un sopracciglio sorpresa. <<A te?>>

<<Diciamo che il mio primo vero fidanzato mi ha tradito e gli ho rigato la macchina, ecco>>.

<<Nonna!>>, la rimprovero.

Alza le spalle. <<Lo so che non si fa, ma mi aveva proprio fatto incazzare>>.

Hunter sbuffa. <<Parolaccia>>.

Mia nonna gli scompiglia i capelli. <<Oh, scusa. Poi ti darò tre dollari, ok?>>. Hunter riprende a giocare con i suoi videogiochi tutto sorridente.

<<Ale, dobbiamo andare. E' tardi>>, dice Ryan guardando l'ora sul suo telefono.

<<Ok. Poi torniamo qui a studiare, nonna>>.

Ci accompagna alla porta. <<Va bene. Buona fortuna, ragazzi>>.

Usciamo di casa e assieme raggiungiamo la moto di Ryan. Purtroppo la mia macchina è ancora fuori uso ma domani dovrebbe sistemarmela. O almeno così ha detto.

Mi infilo il casco e il sorriso mi muore sulle labbra. È arrivato il momento di affrontare la realtà.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora