capitolo 15.

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capitolo 15.

-belle queste mutandine-disse mentre bevevo.

sputai tutta l'acqua dalla bocca e mi precipitai su di lui per scippargli le mie mutande ma fui bloccata dalla tosse. maledetta acqua. Harry rise di gusto perché mi ero affogata,tossisco circa altre quatto volte prima di riprendermi e dare uno schiaffo dietro la testa ad Harry lui si lamentò toccandosi con la mano libera il punto dove gli avevo dato uno schiaffo. si alzò impedendomi ancora di più prendere l'indumento. misi le mani ai fianchi e alzai un sopracciglio. lui mi imitó mantenendo la mano con il mio indumento alta e facendo una smorfia con la bocca. gli ordinai di smetterla ma lui mi sfidó dicendo che lo dovevo fermare io. stavo per pestargli il  piede quando lui con un movimento rapido lancia l'indumento e mi afferra il viso tra le sue grandi mani,trattenni il respiro,i nostri visi erano vicini,sempre di più.. la distanza fra di noi era quasi inesistente.

-ti prego..non ti muovere-sussurrò quasi come una supplica.

-non lo farò..-mi lasciai sfuggire piano.

non potevo resistere più a quella distanza. desidero le sue labbra,desidero lui. poggiai la mia mano self suo petto,sentivo il suo cuore battere forte proprio come il mio. il ragazzo che mi é sempre piaciuto finalmente mi sta baciando. il ragazzo che però mi ha anche preso a parole,mi ha distrutta ora mi vuole. fui invasa da un senso di rabbia,una rabbia che non potevo più gestire. lo spinsi via facendolo cadere sul letto. in pochi istanti sentii le mie guance bagnarsi come un terreno sotto la pioggia. lui mi guardò stordito e incapace di capire il perché del mio gesto,del perché stessi piangendo. così presa dalla rabbia parlai.

-hai distrutto la mia vita dicendomi tutti i giorni cose cattive e pensare che prima eravamo migliori amici Harry-mi fermai per asciugarmi le guance poi continuai-e tutto questo perché dovevi piacere a Barbara ovvio. ma sai cosa Harry?facendo così,il cattivo o per te il figo, non hai fatto altro circondarti da gente falsa e l'unica persona vera che avevi l'hai allontanata per una troietta di quattro soldi-singhiozzai più forte-e ora vai via.-conclusi calma.

-scusa..-disse lui in un sussurro a testa bassa.

-non mi serve una stupida parola come quella se non è  detta con sincerità. e a me non sembra che dici vero. e ora vai via-dissi aprendo la porta.

lui non parlò e quando sento la porta chiudersi crollai. il pianto s'intensificó,i singhiozzi si facevano più forti e la rabbia insieme a loro. ero distesa a terra sommersa dal mio dolore quando alzai gli occhi verso la porta del bagno. ricordi di me e Harry apparsero nella mia mente,le nostre risate,i nostri litigi. é  strano come siano andate le cose. prima eravamo unitissimi e poi dopo che entrò nella squadra di basket cambiò solo per farsi notare da Barbara. rabbia,tristezza tutti i sentimenti più negativi che devo dentro si erano fatti presenti tutti insieme. fissai il bagno che aveva la porta aperta quasi m'invitasse ad entrare. lo fissai per qualche istante prima di gattonare fino ad entrarci. le lacrime mi appannavano la vista ma non tanto da non farmi vedere niente. presi la lametta e cominciai a tagliarmi le gambe e il braccio. molta gente pensa che un taglio sul polso-possibilmente sulle vene-portano alla morte ma è  solo una grande cretinata. mi feci un taglio che prendeva tutto l'avambraccio e vari taglietti sopra. buttai la lametta nel lavandino e con le poche forze che avevo la pulii. mi mancava il respiro,le labbra si erano fatte secchie e violaci,io ero pallida e debole. fasciai il mio braccio e le mie gambe con le bende in modo da non macchiare niente e poi mi misi sotto le coperte a riposare. un sapore metallico,quel familiare sapore metallico,invase la mia bocca. le lacrime continuavano a scendere mentre io mi addormentavo cullata dai miei singhiozzi. mi risvegliai alle nove di sera col telefono che squillava. risposi senza guardare il nome.

-pronto?-domandai assonnata.

-devi venire subito!-rispose.

-non  rompere. non vengo alla festa.-commentai secca.

-devi corre Kate. ora!-mi urla-e vestiti sexy-concluse chiudendo il telefono.

mi alzai di malavoglia. non capendo il perché della chiamata. fanculo a tutto! mi misi una maglietta attillata scollata e corta con sopra un giubbottino di pelle nera,jeans scuri stretti e un paio di scarpe col tacco alto nere. misi una linea nera nelle palpebre e un rossetto rosso fuoco sulle labbra,capelli sciolti e ricci,profumo e smalto rosso. scesi le scale avviando i miei che sarei tornata tardi. ero nervosa perché mi avevano chiamato per andare ad una stupida festa. presi la moto e andai a casa di Justin. fui accolta con molta gioia dal ragazzo biondo che continuava a farmi i complimenti per come ero vestita. quando esco fuori...

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ehii ecco il capitolo!commentate e votate!notteeeeeeeee!!

p.s:Louis può arrabbiarsi quanto vuole ma vinceremo noi!! forza Italia!

Kate Huning.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora