Cap. 25

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-Perché tutta questa fretta?- Gli chiedo quando mi spinge in macchina.
Appena sale e chiude la portiera mi risponde: -Mi sei mancata e se iniziavate a parlare non ce ne saremmo andati prima di domani.- Sorride e si sporge a baciarmi.
-Ti sono mancata? Ero di sopra.- Gli ricordo divertita quando mette in moto la macchina.
-Lo so. Ma non ti vedo da ieri. E poi..- Mi lancia un'occhiata e ghigna. -Mi hai istigato ieri sera.-
-Non ti ho istigato!- Dico ricordando i particolari di ieri sera, proprio in questa macchina.
-Si, si.- Sorride compiaciuto. So che sta pensando la stessa cosa.
-Perché hai preso la macchina? Casa mia è dall'altra parte della strada.- Gli ricordo.
-Lo so. Volevo spostarla. E poi, se ti va, andiamo a fare un giro. Vuoi?- Chiede parcheggiando davanti casa mia.
-Emm.. Devo chiedere.- Scendo dalla macchina e lui mi segue. -I miei sanno che ho dormito da un'amica perché faceva un pigiama party.- Lo informo.
-Okay. Non avevo intenzione di parlare della tua notte brava.- Sorride.
-Non è stata nessuna notte...- Mi interrompo quando mio padre apre la porta.

Squadra Roman dalla testa ai piedi e alza un sopracciglio. Poi guarda me. E sembra più confuso di prima.

-Buongiorno, papà.- Lo saluto e sorrido.
-Lui?- Chiede indicando Roman con lo sguardo.
-Mi ha solo riportata a casa. Posso uscire?- Gli chiedo sperando che dica di sì. Ma dalla sua espressione... No, dirà di no.
-Mi sembra che sei stata fuori di casa abbastanza.- Mi rimprovera.
-Ma..-
-Niente ma. Non esci. Fine della discussione. Mamma è in cucina, io vado a lavoro. Ci vediamo stasera.- Mi dice e poi si volta verso il mio ragazzo che ha le mani affondate nelle tasche e so che sta cercando di trattenersi dall'ucciderlo. -Ci vediamo, Roman.- Lo saluta con.. Disprezzo.
-Certo.- Risponde semplicemente lui.

Entriamo in casa e vado a posare il borsone in salotto. Roman mi segue anche lì. Quando mi volto per poco non lo faccio cadere. Mi prende il viso e mi bacia. Poi sorride e si sposta per farmi andare dalla mamma.

-Tesoro, buongiorno.- Dice senza girarsi. Sembra allegra. Bene..
-Giorno. Mamma, posso uscire con Roman?-
-Tuo padre cos'ha detto?- Chiede senza voltarsi.
-No. Come sempre. Dice che sono uscita abbastanza.-
-Allora perché lo chiedi a me?- Si volta e i suoi occhi guardano direttamente dietro le mie spalle dove c'è Roman. Lo squadra per bene e poi arrossisce distogliendo lo sguardo. -Non sapevo che fossi entrato anche tu Roman. Scusami. Buongiorno.-
-Giorno, Rose. Non fa niente.- Roman sorride e mi posa una mano sul fianco. Cerco di spostarmi ma mi tira indietro, quindi rinuncio.
-Beh.. Se tuo padre ha detto di no è no. Sai che si arrabbierebbe molto se tu uscissi oggi.- Dice mia madre tornando a guardare me. -E poi io devo andare a fare la spesa. Quindi non vedo perché dovreste uscire, quando potreste benissimo guardarvi un film.- Sorride.
-Allora.. Beh.. Emm..- Balbetto. Non so nemmeno io cosa voglio dire. Mi volto verso Roman. Sorride e mi dà un bacio sulla guancia.
-Per me non fa differenza, basta che stiamo insieme.- Dice tranquillamente.

Tossisco per camuffare l'imbarazzo e mia madre distoglie lo sguardo imbarazzata.

-Okay, allora io vado.- Dice ed esce dalla cucina. Poco dopo sento chiudersi la porta d'ingresso.
-L'hai messa in imbarazzo. E ci hai messo pure me.- Lo rimprovero preparando i popcorn.
-Scusa. Non ho fatto nulla di così eccessivo a parte darti un bacio sulla guancia e dirti che voglio passare del tempo con te.-
-È questo il punto.-
-Non c'è nessun punto. Che guardiamo?- Mi chiede avvicinandosi.
-Non lo so.- Ammetto.
-Okay.- Mi cinge in vita e inizia a baciarmi sul collo.
-Roman.-
-Mm?-
-Che fai?-
-Nulla.- Mormora facendomi girare. -Sei così bella.- Sussurra sfiorandomi la guancia con l'indice.
-Tu lo sei di più.- Mormoro e sorrido.
Scuote la testa. -Sai che ti amo, vero?- Mi bacia il collo e io piego la testa per farmi baciare meglio.
-Si.- Ansimo.
-Voglio continuare quello che è successo ieri sera.- Sussurra.

Sussulto quando i popcorn iniziano a scoppiettare e lui si mette a ridere.

-Ti diverto parecchio, vero?- Gli chiedo incrociando le braccia al petto e socchiudendo gli occhi.
-Certo.- Ridacchia ancora. -Non mi hai risposto.- Mi dice tornando serio.
-Su cosa?- Chiedo prendendo il nostro snack dal microonde e mettendolo in una ciotola.
-Vuoi continuare quello che abbiamo incominciato ieri sera?- Mi chiede come se fosse una domanda normale.

Per non dovergli rispondere subito prendo una manciata di popcorn e me li metto in bocca. Mastico lentamente. Lui mi osserva divertito.

Inizio a salire le scale ma lui mi ferma. -Rispondimi.-
-Non fo fo.- Dico con la bocca piena.
Sorride e prendendomi per le guance mi da un bacio. -Sei buffa.- Ridacchia.
-Faffie.- Sorrido. Salgo le scale con lui dietro. Da un quadro appeso alla parete noto che mi sta fissando il sedere. -Feffila fi fuffammi il fefefe!- Lo rimprovero e faccio ridere pure me.
-Non ti sto guardando il sedere, sei tu che me lo sbatti in faccia, questo capolavoro.- Dice dandomi uno schiaffetto.
-Fofan!-

Si mette a ridere.

Deglutisco gli ultimi popcorn e torno a parlare normalmente. -Sei un pervertito!-
-Grazie, fidanzata del pervertito.- Ghigna.
-Sei insopportabile.-
-Grazie.- Sorride e mi bacia mentre entriamo in camera. -Ti amo.- Sussurra sulle mie labbra.
-Ti amo.- Lo bacio lentamente e lui mi toglie la ciotola dalle mani e la posa sulla scrivania.

Mi prende da dietro le cosce e mi alza da terra. Gli avvolgo le gambe intorno alla vita per istinto. Poso i gomiti sulle sue spalle e gli accarezzo i capelli. Mugola già e non ho fatto nulla!

Inizia a camminare e si siede sul letto portandomi con sé e facendomi sedere sulle sue gambe. Si abbassa a baciarmi sul collo. Gli tiro leggermente i capelli e lui inspira di scatto.

-Sei così morbida.- Mugola sul mio collo.

Il mio respiro è sempre più affannoso.

Quando scende a baciarmi sulla clavicola mugolo. Lui emette un sibilo. Mi prende per i fianchi e mi fa stendere sul letto senza smettere di baciarmi in quel punto.

-Ro.. Roman.- Sussurro.
-Shh.. Sta zitta, non dire niente.- Sussurra e ricomincia a baciarmi sulle labbra.

Non volevo fermarlo. Cioè, dovrei farlo, ma non voglio. Volevo dirgli che abbiamo poco tempo, dato che mia madre potrebbe tornare a momenti.

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