Ma dove guardano ormai
Quegli occhi spenti che hai?
Cos'è quel buio che li attraversa?
Hai tutta l'aria di chi
Da un po' di tempo oramai
Ha dato la sua anima per dispersaAngelica faceva parte di quella larga fetta di ragazze che cercavano se stesse nelle canzoni cantate da chi neanche conosceva, e ci si ritrovava tanto, a volte. Talmente tanto che canticchiava accorata, mentre la sua mente proiettava immagini vivide e reali tratte dai ricordi.
In macchina con sua madre, però, non se la sentiva molto di canticchiare. E non perché non si sentisse a suo agio con sua madre... D'accordo, un po' ce l'aveva con lei, ma non era unicamente sua la colpa se ora stavano superando i limiti di velocità in autostrada per arrivare a Carpignano in tempo per l'inizio delle lezioni a scuola.
- Mamma, se ti becca l'autovelox ti prendi una multa salata. - commentò, lanciando un'occhiata al contachilometri - Anzi, salatissima. Dio, rallenta, tanto non arriveremo a scuola entro le otto. Sono le sette e quaranta e c'è mezz'ora di strada da fare, in più non sappiamo bene come girare là.
- Dieci minuti di ritardo sono meglio che un'ora, non credi, Angelica? - replicò sua madre, concentrata sulla guida.
La verità era che Angelica avrebbe voluto vedere tutto quanto rallentare, non solo l'auto.
Avrebbe voluto essere ancora a letto, svegliarsi con calma e restare sotto le coperte per un po', per dare il tempo a se stessa di attivare tutte le funzioni, compreso il cervello. Avrebbe preferito fare i conti con una valanga di problemi di trigonometria piuttosto che con quelli veri, perché a quelli di trigonometria poteva chiudere il libro in faccia. Quelli veri, invece, non si accontentavano di essere rimandati: rimanevano sempre lì, sempre loro, sempre pronti a perseguitarla.
- Tesoro, forse è un po' tardi per dirti quanto io sia mortificata che ci vada di mezzo tu. Magari non ti consolerà per niente, ma voglio che tu sappia quanto mi addolora e quanto io ci tenga ad esserci per te. Voglio che non ti senta sola, anche se sta per cambiare un po' tutto. Prendiamola con coraggio, insieme, noi tre in una nuova avventura. - disse sua madre.
Non erano parole molto confortanti, ma Angelica vi si aggrappò ugualmente, in quel momento di tristezza.
Si lasciava indietro un adorabile cagnolino, il suo Marty, chiamato così in onore di Ritorno al futuro, un film che le era rimasto particolarmente impresso; si lasciava indietro un gruppo di ottime amiche, con cui aveva collezionato bei momenti tra i banchi di scuola e sotto le luci stroboscopiche da discoteca, quelle con cui aveva fatto le prime esperienze da adolescente; si lasciava indietro un aroma di casa che le solleticava le narici ogni volta che tornava alle familiari quattro mura, circondate da gelsomini. Si lasciava indietro un pezzo di vita intera.
Nel bagaglio del suo cuore aveva qualche brandello di energia, tanto sonno, un po' di rancore per i suoi genitori, che erano riusciti a rovinare tutto per l'ennesima volta, e un briciolo di speranza per un futuro migliore.
Dai sedili sul retro giunse uno sbadiglio ben udibile: Michele, il fratellino di sette anni, si era appena svegliato.
- Mamma, siamo arrivati? - domandò subito.
Angelica alzò gli occhi al cielo. Non sapeva dove avrebbe trovato la pazienza di sopportare suo fratello per il tempo che restava prima dell'arrivo. Sarebbe stato un continuo "siamo arrivati?" per mezz'ora, senza sosta, al consumo strenue dei suoi nervi.
Anche la madre pareva in difficoltà, forse provata dalla gestione di una guida spericolata, una figlia irrimediabilmente giù di morale, un figlio piccolo ed impaziente e la ricostruzione di una vita dall'inizio. Quella mattina, dopo aver lasciato i figli a scuola, avrebbe scelto in quale casa si sarebbero trasferiti e avrebbe iniziato il trasloco da sola, aspettando che Angelica la aiutasse dopo le lezioni. In situazioni come quelle, sarebbe stato utile anche Michele, ma era meglio che il piccolo restasse dalla nonna per evitare problemi.
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Scrivimi una canzone
Teen Fiction«Se ti bacio faccio una cazzata?» Angelica deglutì, incantata dal suono roco della sua voce e dal desiderio che traspariva dal suo sguardo caldo. La distanza fra le loro labbra era troppo breve per tirarsi indietro, adesso. Ma, dopotutto, perché avr...