Capitolo 48 • Neve

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- Quindi hai deciso che farai musica per un po'? - domandò Angelica, riallacciandosi alla sua ipotesi.

Riccardo chiuse gli occhi e inspirò a fondo.

Si voltò verso Angelica.

- Non lo so. Sembra che l'album stia andando bene, ma devo ancora fare il tour promozionale e un paio di interviste. Per ora, non ho ancora qualcosa di nuovo su cui lavorare e, be', se non dovessi riuscire a scrivere nulla, proverò a farmi ispirare diversamente. Non ho intenzione di rinunciare a te né a nessun altro, mai più. Ho sofferto tanto anch'io, nonostante tutto quello che hai pensato. - spiegò.

- Quindi posso fidarmi. Non devo avere paura di svegliarmi un giorno e sentirmi dire che non stiamo più insieme, senza sapere perché?

Il riccio sospirò.

- No. E smetti di rinfacciarmelo.

- Mi sembra il minimo... Dovrei ricordarti di quanto sei stato stronzo almeno cinque volte al giorno. - scherzò Angelica.

- Me lo merito, ma preferirei di no. - ribatté Riccardo.

Volgendo lo sguardo a destra, notò che una lieve coltre candida ricopriva il paesaggio cittadino. Ebbe improvvisamente un'idea.

- Vuoi ballare Let it snow? - propose.

Angelica, distesa sul letto con un caldo maglione rosa e due paia di calzini a tenerla al caldo, si alzò svogliatamente.

Essendosi mossa in maniera maldestra, aveva trascinato un po' troppo giù la coperta, perciò tornò indietro per sistemarla. Riccardo si concesse di osservare attentamente il suo sedere fasciato dai leggings.

- Sicura di averlo sistemato bene? - scherzò.

Angelica voltò il capo e notò la direzione del suo sguardo.

- No, penso proprio che resterò piegata così per qualche ora. Ti sta bene?

- A me sicuramente. - ridacchiò Riccardo.

Fece poi partire la canzone di Michael Bublé e tese una mano verso di lei.

Angelica posò la propria sul palmo della sua, sorridendo.

Riccardo la attirò a sé con un gesto deciso e iniziò a danzare, costringendola a seguirlo nel ritmo.

Alla fine di ogni verso, la fece volteggiare e la strinse sempre più vicina.

Angelica gli sfiorò le labbra e si distanziò con un sorrisetto provocatorio, poi continuò a ballare e a volteggiare.

- As long as you love me so, let it snow, let it snow, let it snow... - ripeté Riccardo a bassa voce, con gli occhi puntati sulle labbra di Angelica.

Lei gli si avvicinò e gli sorrise ad un palmo di naso.

- Let it snow! - sussurrò.

Riccardo posò le proprie labbra sulle sue e le strinse i fianchi con le mani, che andarono poi a cercare la pelle nuda sotto il maglione. Pensò che non ne avrebbe mai avuto abbastanza.

La ragazza gli offrì un miglior accesso all'area delicata del collo, ma Riccardo non fece in tempo ad assaporare appieno quel lembo di pelle, nonostante baciarlo fosse molto piacevole.

Infatti, la madre di Angelica bussò alla porta.

- Ragazzi, è pronto il pranzo!

Nel momento in cui si distanziarono, Michele piombò nella stanza come un tornado.

- Ho cucinato io! Ho cucinato io! Sarà tutto buonissimo! - esultò.

Prese per mano la sorella e Riccardo e li trascinò con straordinaria forza in cucina.

Nessuno disse che il risotto era troppo salato: mangiarono fingendo che fosse delizioso e fecero i complimenti a Michele.

La madre di Angelica si scusò con la figlia tramite lo sguardo, facendole capire che non le era stato possibile rimediare in alcun modo al danno.

Nel pomeriggio, decisero di andare a pattinare alla pista che era stata allestita in centro. C'era molta gente che Riccardo conosceva, anche solo di vista, mentre Angelica salutò molte meno persone.

- Riccardo! Ho comprato proprio adesso il tuo album! Complimenti, ho ascoltato qualcosa in anteprima con una mia amica e mi è piaciuto molto.

Angelica studiò la stanga bionda che stava sorridendo fin troppo al suo fidanzato, ma senza riuscire a ricordarsi neanche vagamente di chi potesse trattarsi.

- Oh, grazie. Non avrei mai immaginato un responso così positivo! Lei è Angelica, comunque. - disse Riccardo, accarezzando il dorso della sua mano con il pollice.

- Ma certo... Incantevole. Mi faresti un autografo? - continuò la bionda.

Niente suggerì ad Angelica che non fosse una bionda qualunque, perché non colse l'occhiata seria e colpita che Riccardo lanciò a quest'ultima prima di firmare col pennarello indelebile. Le rese il pennarello e l'album con un sorriso.

- Ecco a te.

- Grazie, Riccardo. Ti... Vi auguro il meglio, ciao! - si congedò finalmente la bionda.

Angelica attese che fosse sufficientemente lontana prima di pretendere spiegazioni.

Sbatté velocemente le ciglia per comunicare al suo ingenuo ragazzo la propria impazienza.

- Lei è... Eleonora Ceci. La mia prima cotta. Se mi avesse considerato qualche anno fa, forse il mio album d'esordio avrebbe recato il suo nome. - spiegò sottovoce Riccardo.

- Ah. - boccheggiò Angelica.

Il riccio le sorrise amorevolmente.

- Non preoccuparti, è acqua passata. Fidati che nessuna conta più di te, per me.

- Neanche Sofia Frola? - lo provocò Angelica.

Riccardo alzò gli occhi al cielo, esasperato.

- No, nemmeno lei. Neanche lontanamente. - ammise.

Angelica si sporse per baciarlo, con gli occhi luminosi come tutte le stelle del cielo e il cuore finalmente intero e palpitante d'amore. Lui ricambiò totalmente il bacio e sentì che tutto era tornato al suo posto.

Il timore di non essere perdonato lo aveva accompagnato a lungo, ma Angelica era più intelligente di quanto avesse mai pensato. O, forse, solamente di buon cuore. Ad ogni modo, era dipeso da lei il destino della loro relazione, dopo aver ricevuto una spiegazione piuttosto esauriente di quel che era veramente successo a suo danno.

Non c'era giorno che non ci pensasse e ogni volta ringraziava il Cielo di avergli sorriso.

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