(Fate partire la canzone da quando compare una foto più avanti nel capitolo)
Beatrice tornò a casa con le buste dei negozi in cui aveva fatto acquisti e una strana sensazione di gioia pura addosso. Laura, la sua amica più vicina fino ad allora, non aveva mai fatto tanto per lei, non si era premurata per organizzarle un appuntamento con il ragazzo che sognava da quelli che forse erano anni, non si era preoccupata di trovarle l'abbigliamento perfetto per l'occasione; Laura nemmeno sapeva dell'appuntamento.
Sorrise, riconoscente alla vita per averle messo Angelica sul cammino.
Quest'ultima, invece si trovava in difficoltà: come poteva farsi portare a casa da Edoardo senza dirgli perché aveva tanta fretta?
- Io... Be', ora dovrei tornare a casa. Mia madre arriverà a momenti e mi ucciderà perché ho lasciato mio fratello a casa da solo. - inventò sul momento.
Non che fosse del tutto falso: aveva scaricato ai nonni il compito di andare a prendere Michele a scuola e di sorvegliarlo fino al suo ritorno. Edoardo, però, non era tenuto a sapere tutto.
- Quanti anni ha?
- Sette. - rivelò Angelica.
Il ragazzo alzò le sopracciglia e mise il moto l'auto.
- Non potevi lasciarlo con qualcuno? È troppo piccolo per stare in casa da solo per ore.
- Non ho fatto in tempo ad organizzarmi... - si giustificò lei.
Grazie al magico potere dell'acceleratore, l'auto li portò davanti a casa di Angelica in pochi minuti.
Lei era sicura che Edoardo avesse violato almeno una dozzina di norme del Codice Stradale, ma non si lamentò.
Al suono dell'auto che si fermava, Michele si precipitò fuori di casa e rimase sorpreso nel non vedere sua madre, ma Angelica con un ragazzo che non era Riccardo.
Aggrottò la fronte.
- Ehi piccolo, come va? - gli si avvicinò Edoardo.
- Ange, ma questo chi è? - domandò il bambino, guardando la sorella.
- Lui è... Edoardo. Edoardo, questo è mio fratello Michele. Ora noi andiamo a fare un po' di compiti, sì? - spiegò lei, sbrigativa.
Edoardo, un po' offeso dalla freddezza del bambino, si ritrasse.
Guardò Angelica.
- Grazie per il passaggio e... be', per tutto. Soprattutto per la pazienza. - disse lei.
- Di niente... Ci vediamo domani, giusto? - verificò il ragazzo.
Lei si limitò ad annuire, di nuovo.
Non osava girarsi verso il fratello.
Edoardo salì in macchina e partì sgommando, sempre con quella scioltezza tipica del tuo stile.
- Non mi piace questo Edoardo. Tu ti devi fidanzare con Riccardo. - decise il bambino.
- Okay. - acconsentì Angelica, per evitare discussioni inutili. Sapeva quanto suo fratello potesse essere ostinato.
Rientrò e salutò i nonni, scusandosi per l'assenza e chiedendo loro di essere pazienti, perché doveva uscire di nuovo.
Si precipitò in camera e infilò nello zainetto un completino sportivo, poi si struccò, si rinfrescò e si cambiò, optando per una semplice maglietta a righe e un paio di jeans. Scrisse a Riccardo di venirla a prendere e, mentre spazzolava i capelli con lentezza, si accorse di essere stata una stupida a levare il trucco. Pigiò il dito sul tastino del telefono e comparve il messaggio di risposta, che le diceva che era praticamente arrivato: non c'era tempo per il trucco.
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Scrivimi una canzone
Teen Fiction«Se ti bacio faccio una cazzata?» Angelica deglutì, incantata dal suono roco della sua voce e dal desiderio che traspariva dal suo sguardo caldo. La distanza fra le loro labbra era troppo breve per tirarsi indietro, adesso. Ma, dopotutto, perché avr...