Capitolo 42 • Irresistibile

2.1K 143 16
                                    

Angelica partì con un unico obiettivo: bere fino a diventare brilla, ma senza dover rimettere. I motivi erano molteplici: Riccardo per sua essenza, Sofia Frola, il romanticismo che emanavano Nicola e Beatrice, la sintonia che si avvertiva tra Luca e Laura, il fastidio ben visibile sul volto di Edoardo. Perché d'un tratto non era più affabile come al solito?

Gli alcolici circolavano fluentemente, perciò fu semplice per la ragazza procurarsene e mandarli giù senza pensarci troppo.

Il vero guaio era l'altezza delle scarpe. Come avrebbe fatto Angelica a reggersi in piedi su quei tacchi? Oltretutto, non erano neanche suoi.

- Io esco un attimo con lui, va bene? Ti lascio nelle mani di... Riccardo. Ecco, Riccardo, guardala due minuti che non mi fido a lasciarla da sola. - disse Cecilia, agguantando il riccio e sparendo via con un ragazzo conosciuto alla festa.

Non era finito lì intenzionalmente, ma, come una calamita, Angelica lo attirava sempre e comunque a sé.

Lei parve contenta, tuttavia.

- Oh, amore mio... Sei tornato da me? - sorrise stupidamente.

Riccardo la guardò con apprensione. Prese il bicchiere ancora pieno dalle sue mani e lo posò sulla prima superficie stabile nelle vicinanze.

Angelica incurvò le labbra all'ingiù, come una bambina.

- Io voglio il mio drink...

- Tu hai già bevuto abbastanza. - decise Riccardo.

Lei scosse la testa con veemenza.

Il ragazzo combatté contro l'istinto di toccarle i capelli e arricciarli intorno alle dita.

- Io ti amo, lo sai? - confessò Angelica di punto in bianco, quasi ridendo mentre i suoi occhi non riuscivano a restare fermi su quelli di Riccardo per più di due secondi.

Lui non rispose, allora la ragazza gli si buttò addosso con l'intento di colpirlo, ma aveva un equilibrio precario e dovette appellarsi alle braccia forti di Riccardo per non cadere. Lui, che l'aveva presa prontamente, aveva dimenticato quanto fosse bello stringere il suo corpo e non lo lasciò per prolungare la sensazione. Gli giunse alle narici il profumo fruttato di Angelica e allontanarla fu impossibile.

Non che lei volesse davvero fargli del male, ma i pugni deboli che si sforzò di tirargli contro il petto erano piuttosto ridicoli.

- Fermati, Angelica. Non mi fai male. - sussurrò il ragazzo, con voce profonda.

- Tu sì, dannazione! Proprio qui, nel cuore. E sai cosa fa più male ancora? Amarti. Amarti e non capire perché non riesco a smettere. - esplose lei, con voce rotta.

Gli crollò letteralmente addosso. Fu Riccardo a reggerla in piedi e ad accarezzarle la schiena parzialmente nuda mentre lei piangeva.

- Non dici mai niente. Non contesti mai niente. Almeno dimmi che non mi ami. Dimmi perché. Dimmi perché mi hai lasciato. Permettimi di trovare la pace! Cazzo! - inveì la ragazza.

Si distanziò da lui il necessario per guardarlo negli occhi e leggervi il tormento. Sollevò una mano per tirargli uno schiaffo, ma lui la anticipò e le bloccò il polso. Angelica si ritrovò anche con l'altro polso bloccato e guardò la stretta.

Altre lacrime scesero sulle sue guance. Abbassò gli occhi, sentendosi sconfitta, umiliata, addolorata e profondamente infelice.

Avrebbe voluto sparire dalla faccia della Terra.

Si concesse dunque di sfruttare l'unica cosa positiva nell'abisso di quelle negative: la vicinanza di Riccardo. Non avrebbe potuto fare nulla, bloccata com'era, instabile e fragile. Nulla se non baciarlo.

Inclinò di poco il capo e annullò quegli irrisori centimetri che separavano le loro labbra. Le erano mancate così tanto quelle labbra che le baciò avidamente, con passione e trasporto, come aveva fatto tante volte prima che quella stessa passione li travolgesse per intero. Quel bacio però aveva una punta di disperazione a renderlo più frenetico e ricco di adrenalina: sarebbe potuto essere il loro ultimo bacio.

Eppure, Riccardo non resistette oltre. Il suo autocontrollo era stato messo a dura prova per mesi, ma quella sera soltanto distogliere lo sguardo da lei gli aveva permesso di non placcarla e baciarla, toccarla, rifarla sua. Ogni volta che i suoi occhi si voltavano a cercarla e la trovavano, sempre bella e splendente di gran lunga più delle altre, la sua mente gli imponeva di ristabilire la disciplina. Ma a baciarlo era stata lei, disperata come mai l'aveva vista, priva di difese, con il volto rigato dalle lacrime e le labbra rosse e gonfie ancor più piacevoli al bacio di come le ricordava. E c'era quel fascino che lei esercitava soltanto respirando: aveva un profumo paradisiaco e, gettandoglisi addosso, gli aveva ricordato la consistenza del proprio corpo, gli esatti punti in cui si curvava, in cui era rigido e quando invece era morbido.

Le mani di Riccardo trovarono i fianchi di Angelica nel preciso istante in cui le dita di quest'ultima affondarono nei ricci soffici del ragazzo, istante in cui lui stesso approfondì il bacio e le trasmise un'ondata di carica erotica che rischiò di sopraffarla.

Angelica rise.

Riccardo le stava ancora sfiorando le labbra con le proprie e non aprì gli occhi quando le chiese perché rideva.

- È proprio vero che solo osando ottieni quel che desideri. Forse non potrò baciarti mai più, forse te ne ruberò ancora un paio di questi baci che, wow, non sperimentavo da secoli, ma non mi pentirò mai di averlo fatto e... Oh, è Capodanno. Hai reso questo Capodanno il migliore della mia vita dopo... Mesi? Sì, mesi passati a frantumarmi il cuore. Ma ehi, ora ho soltanto voglia di baciarti ancora. Posso?

L'attenzione di Riccardo era parzialmente divisa tra le parole che udiva e le labbra che percepiva quasi contro le proprie. Vinse il desiderio di baciarla, ben più intenso di quello che provava lei, e nessuno dei due risparmiò anima e lingua nel trascinare l'altro sempre più nel vivo di un vortice ardito.

Quando si allontanarono, erano senza fiato.

- Sappi che ti odierò. È stato il bacio migliore di sempre e non so se potrò mai riviverlo. - protestò Angelica lagnosamente.

- Io invece continuerò ad amarti, come ho sempre fatto. - sussurrò Riccardo, talmente piano che lei non riuscì a sentirlo.

Edoardo, naturalmente, aveva visto tutto: Riccardo lasciò Angelica con Nicola e Beatrice per salire sul palco e cantare, ignaro del pericolo che lo aspettava dietro l'angolo.

Scrivimi una canzoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora