Nicola non si presentò all'appuntamento.
Beatrice attese invano, osservando il marciapiede rovinato e i lampioni che vi proiettavano luce mentre le sue insicurezze aumentavano. Vedeva la sua assenza come una conferma della propria sostanziale insufficienza. Lei non era abbastanza, a quanto pareva.
Il biondo, dal canto suo, aveva accuratamente evitato di uscire di casa perché sapeva a cosa sarebbe incontro, in caso contrario: l'ira di Riccardo.
Angelica ed Edoardo, che avevano lasciato l'amica davanti al Jolly, andarono a cena in un ristorante ad appena dieci minuti di distanza, carino senza essere troppo formale. E, nonostante Angelica non sapesse bene perché aveva tenuto fede alla promessa di uscire con Edoardo, non capiva con precisione neanche il motivo per cui si trovava a proprio agio lì, in sua compagnia, a scambiare idee su tematiche varie. Trovava estremamente strana la sensazione che provava quand'era insieme a lui... In termini molto semplici, la pensava come un "mi va bene, anche se non è il meglio", perché il meglio, ovvero la compagnia cui preferiva auspicare, era quella di Riccardo.
I due uscirono dal ristorante dopo un'ora buona, sempre chiacchierando con leggerezza e sorridendo all'occorrenza. Edoardo si fermò a guardare Angelica, che si era impegnata più ad acconciare i capelli che non a vestirsi bene, infatti indossava un semplice paio di jeans con una camicia lilla infiocchettata sul bordo. Aveva poi preso piastra e spazzola e aveva reso le ciocche mosse, prendendone due per raccoglierle dietro.
- Hai dei capelli bellissimi. - commentò il ragazzo, facendo un passo avanti per prendere una ciocca castana fra le dita. La luce artificiale la illuminava e lui alzò gli occhi sul viso della ragazza.
Non c'era che un filo di trucco, solo sugli occhi: le labbra dischiuse presentavano il colore naturale e nessuna piccola imperfezione era stata corretta.
- Grazie. - sussurrò Angelica.
Si sentiva in soggezione, ma non come se la stesse ammirando il ragazzo su cui voleva fare colpo, piuttosto come se la stesse esaminando uno studioso per soddisfare la propria curiosità.
Di nuovo, trovò strano sentirsi in quel modo, perché invece di arrossire restò immobile e muta, come per lasciarsi studiare.
Edoardo stava per aggiungere qualcosa, ma gli occhi di Angelica saettarono su un punto alle sue spalle e si spalancarono di colpo. La ragazza aggrottò la fronte.
- Cosa diavolo ci fa Nicola in giro con i suoi amici?! - sussurrò, perplessa.
Edoardo si voltò.
Nicola, Riccardo, Teo, Luca e un paio di altri compagni giravano in gruppo, scherzando e ridacchiando fra loro, con le sigarette accese.
- Qualcosa è andato storto. Chiama Beatrice e fatti dire cos'è successo. - suggerì Edoardo.
Angelica eseguì, piuttosto incredula.
Il gruppo di amici, intanto, si fermò dall'altra parte della strada per scambiare due chiacchiere con alcune ragazze.
- Bea, si può sapere...
- N-non è... Non è venuto! - singhiozzò la ragazza dall'altro capo della linea - S-sono rimas-ta q-qui... A-ad aspettare... - inspirò - Ho aspettato un'ora. Un'ora e... E lui non è v-venuto!
Angelica sentì il proprio cuore incrinarsi e spezzarsi ad ogni singhiozzo di Beatrice. Non la conosceva da molto, ma le voleva già troppo bene per non lasciarsi condizionare dallo spiacevole corso degli eventi.
- Okay, adesso veniamo a prenderti. Sei ancora lì davanti? - domandò.
- N-no. Il cameriere ha d-detto che... Che era meglio entrare. A-almeno per stare al caldo. - fece Beatrice, tirando su col naso.
- D'accordo, ottima idea. Non credo di impiegare meno di un quarto d'ora ad arrivare, ma tu non muoverti. E non disperarti, ci sono io con te. Nicola pagherà caro questo tradimento. - affermò Angelica.
La comunicazione si interruppe e Angelica riferì a Edoardo quanto detto, poi lo bloccò dal salire subito in macchina e si diresse verso il gruppo di ragazzi con il biondo al seguito.
Sembrava più una marcia che un "andare incontro" e qualcuno se ne accorse prima di Nicola. Riccardo vide i due e rimase pietrificato. Luca intuì che stava per scoppiare un litigio, anche se non aveva presente le dinamiche. Nicola si girò verso Riccardo per commentare la maglia scollata della ragazza che stava in disparte a messaggiare, ma sbiancò non appena vide la sua persecuzione vivente materializzarsi di fronte ai propri occhi.
Non era possibile, pensò. Con tutti i luoghi dove sarebbero potuti trovarsi quella sera, avevano finito per incontrarsi. Mentalmente, insultò qualsiasi divinità abitasse i cieli.
- Tu. Brutto pezzo di merda che non sei altro, vieni qui. - ordinò Angelica, con rabbia via via crescente.
Ripensando ai singhiozzi di Beatrice, aveva una voglia matta di tirargli un ceffone. Uno bello potente.
Nicola non poté evitare di disgregarsi dal gruppo, in gran parte interessato agli sviluppi della vicenda, e fronteggiare Angelica.
Riccardo continuava a chiedersi perché lei era con Edoardo. Quando si erano conosciuti? Stavano solo uscendo insieme o facevano coppia fissa? Cosa ci trovava in lui? E poi, non le interessava Nicola?
- Mi spieghi perché non sei al Jolly? Ti ho organizzato un appuntamento perché ci fossi, razza di idiota! - esclamò Angelica.
Nicola fece in modo che si spostassero più in là e qualcuno fra gli altri riprese a parlottare.
- Be', neanche tu ci sei andata. - osservò, piuttosto stupidamente.
- Perché non era con me che lo avevi! Cretino ritardato che non sei altro! - lo insultò ancora lei.
Il biondo si grattò la nuca.
- E allora con chi?
Angelica stava per fare il nome di Beatrice, ma non era in grado di dire quali conseguenze ci sarebbero state, perciò si trattenne.
- Se ci fossi andato, lo sapresti! Dannazione, mi avevi dato la tua parola! - continuò, infervorata.
- Be', mi dispiace. Ora dimmi chi era quella con cui sarei dovuto uscire.
La mora serrò la mascella e gli tirò un ceffone con forza.
- Pensaci bene prima di fare un'altra cazzata del genere. - sibilò, poi fece un cenno a Edoardo per segnalare che era ora di andare via.
Non degnò Riccardo neanche di uno sguardo, perché lui ne era al corrente e non aveva fatto in modo che l'amico tenesse fede alla parola data.
Sinceramente, non ne capiva il motivo: perché rifiutare di andare ad un appuntamento al buio? Non conoscere l'identità della ragazza avrebbe dovuto essere un incentivo, non un deterrente, considerato che Angelica non avrebbe mai mandato una ragazza brutta e antipatica all'appuntamento.
Durante il viaggio in auto, le arrivò un messaggio da parte di Riccardo.
Ho bisogno di parlarti
Bloccò lo schermo e ripose il telefono in borsa.
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Scrivimi una canzone
Teen Fiction«Se ti bacio faccio una cazzata?» Angelica deglutì, incantata dal suono roco della sua voce e dal desiderio che traspariva dal suo sguardo caldo. La distanza fra le loro labbra era troppo breve per tirarsi indietro, adesso. Ma, dopotutto, perché avr...