Capitolo 27 • Halloween

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La festa di Halloween si teneva ogni anno all'hotel a tre stelle poco fuori dai confini della città, perché c'era molto spazio e si poteva alzare la musica; non era propriamente una festa in cui ci si travestiva da creature dell'orrore: l'importante era avere un costume addosso. I ragazzi puntavano ad essere affascinanti, le ragazze provocanti.

Angelica, un po' a disagio perché non aveva calcolato quanto la cerniera sul davanti tendesse ad abbassarsi, si guardava attorno ed era contenta di fare qualcosa di diverso quel sabato sera. Le decorazioni spaziavano da fantasmini e zucche arancio con occhi e bocca scavati a zig zag a teschi, diavoletti e luci giallastre; sul tavolo sotto il festone con i cappelli da strega c'erano stuzzichini e dolcetti a tema, piatti e bicchieri di plastica nera e arancio e grandi caraffe con bibite dai colori violacei e rossicci.

- Vuoi qualcosa da bere? - si premurò di domandare Riccardo.

La voce gli uscì roca e la ragazza trovò il suono assai malizioso, soprattutto se abbinato ad un costume nero che mascherava il volto ma non gli occhi verdi e la schiena con mantello ma non i pettorali, evidenziati dall'aderenza della tuta.

- Dici che sono buoni quei... cocktail? Sono cocktail? - azzardò Angelica.

- Vado a chiedere, ma a vista mi ispirano. Non muoverti.

Il tempo di voltare la testa e si erano già persi: Nicola aveva individuato Riccardo e l'aveva trascinato con sé a commentare un gruppo di primine, Cecilia invece aveva agguantato il gomito di Angelica e si era fatta commentare il costume.

- Sicura che il tuo scopo fosse quello di insediare il gelo? Secondo me questi ragazzi saranno accaldati.

- Sono una Regina di Ghiaccio stilosa, tutto qui. Mica posso sembrare una vecchia megera per davvero. - fu la risposta altezzosa di Cecilia.

Angelica rise.

Cecilia le presentò le sue amiche, sorprendentemente bionde anche loro, quasi della stessa tonalità, e ballarono tutte insieme per un po'.

La musica suonava alta e le luci erano basse, a parte quelle colorate da discoteca che ruotavano per tutta la stanza, illuminando volti diversi ogni secondo. Per colpa della confusione generale, Angelica si accorse solo un quarto d'ora dopo che Beatrice era immobile vicino al tavolo del buffet, da sola, con la tristezza dipinta in volto.

Andò da lei scusandosi con Cecilia e le altre e, mentre si faceva strada nella pista piena di gente, intercettò Nicola e Riccardo dall'altra parte del tavolo. Stavano palesemente guardando i fondoschiena delle ragazze voltate verso il DJ.

- C'è qualche motivo per cui sembra che tu voglia farti inghiottire dal pavimento, in questo momento?

Beatrice non alzò gli occhi su di lei. Fissava le piastrelle scure attraverso i piedi della gente.

- Okay, adesso facciamo una cosa divertente, ti va?

La rossa non reagì.

Angelica la afferrò per il braccio, posò il bicchiere dell'amica sul tavolo e la trascinò in pista a ballare.

Il suo obiettivo era vivacizzare Beatrice, ma anche attirare l'attenzione e... chissà, forse quei due avrebbero distolto lo sguardo dalle ragazze interessate al DJ.

- Hai fatto un ottimo lavoro con il trucco. - si complimentò Angelica, osservando le sfumature di viola opportunamente dosate su palpebre e labbra dell'amica.

- Tutorial. - disse Beatrice.

Spesso si domandava perché la gente temesse di chiedere a Google una risposta per i problemi più semplici: c'erano talmente tanti articoli e tutorial elementari sulla rete che c'era persino l'imbarazzo della scelta.

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