Angelica volle parlare con Edoardo prima di spiegare tutto quanto a sua madre e alle sue amiche, per ricevere opinioni e consigli. Lo incontrò dopo un allenamento in palestra: imperlato di sudore, un po' arrossato, ma comunque bello, come lo era sempre.
- Ciao, Edoardo. - salutò Angelica.
- Ciao.
La ragazza non capiva perché lui dovesse fare il sostenuto. Dannazione, era lei ad avere ragione!
- Dimmi una cosa... Non ti sentivi un colossale pezzo di merda quando mi dicevi che non sapevi perché Riccardo mi aveva lasciata? Quando mi dicevi che sarebbe andato tutto bene, che prima o poi mi avrebbe spiegato? Non ti ha mai sfiorato l'idea che sarei venuta a sapere tutto?
Edoardo era preparato alla rabbia di Angelica. Non aveva mai temuto niente lui, aveva sempre vissuto di certezze e fiducia nelle proprie capacità, spolverate di un pizzico di arroganza. L'unico timore che aveva conservato dentro di sé era stato perdere Angelica, ma anche quello era svanito dopo essersi reso conto che lei non gli era mai appartenuta.
La tranquillità e la scioltezza che continuavano a caratterizzarlo facevano imbestialire Angelica. Odiava la sua imperturbabilità più degli sbagli di Riccardo, più dei propri pianti.
- Avrebbe potuto non lasciarti e sacrificare la sua carriera musicale. - osservò Edoardo, con straordinaria calma.
- Non gli avrei mai chiesto di scegliere tra me e la musica. - obiettò Angelica.
- Avrebbe potuto scegliere te e la musica, ma senza farne un business.
- Avresti potuto starne fuori! Chi cazzo ti ha dato il diritto di interferire e costringerlo a scegliere? Chi? - urlò Angelica, furiosa.
Edoardo si fece scivolare tutto addosso.
- Questo è un mondo egoista, Angelica. Io volevo una relazione con te, lui voleva avere successo come cantante e tu...
- E io volevo solo essere felice! - intervenne lei.
Il biondo fece un sorriso amaro.
- Non puoi essere felice. Ci sarà sempre qualche ostacolo, qualche grinza, qualche imperfezione.
- Io ero felice. Quando stavo con lui. - commentò Angelica.
La domanda sorse spontanea: lui lo era con me? Angelica non avrebbe saputo dare una risposta precisa. Le era parso di sì, ma se aveva scelto di seguire il suo istinto creativo senza interpellarla, forse il suo cuore era d'accordo. Un po' sofferente, ma d'accordo.
- Quindi lo perdoni così? Soltanto perché prima eravate felici? Guarda, mi sei appena caduta in basso. Stupido io a credere che tu fossi diversa, che tu ne valessi la pena. - sbuffò Edoardo.
Angelica gli tirò uno schiaffo, infiammata.
- Come osi? Come cazzo osi sparare sentenze quando sei il primo stronzo che va a rovinare le relazioni degli altri perché non ne ha una propria? Torna alla tua spenta e noiosa vita senza di me, non ho bisogno di gente come te. E sai una cosa? Lo perdono perché lo amo e in amore si sbaglia, ma se entrambi vogliono rimediare e andare avanti per essere felici insieme, allora è stupido rimanere ancorati al passato e non perdonare. Non sarà come prima, ma vale la pena riprovare. E, comunque, non devo stare a spiegarlo a te. Tu con me hai chiuso, sappilo.
Edoardo non reagì. Era partito sconfitto e si era vendicato dello svantaggio tirando un bel gancio destro al suo rivale: non aveva più senso insistere con Angelica. Il suo schiaffo non era stato niente, fisicamente. Per quanto riguardava il suo orgoglio, era tutta un'altra storia.
Angelica se ne andò, vittoriosa ma con l'amaro in bocca. Edoardo era stato velenoso fino alla fine.
Invece di tornare subito a casa, decise di fare un giro per il centro. Magari avrebbe potuto portare a Michele uno di quei lecca-lecca che vendeva il chioschetto in piazza. Strano che lavorasse anche il primo dell'anno.
Le strade, tuttavia, non erano deserte: alcune coppie e gruppi di persone passeggiavano anche col freddo e col gelo. Le decorazioni e gli addobbi della città contribuirono a rendere l'atmosfera festiva.
- Due lecca-lecca, per favore. - disse Angelica alla venditrice.
- Per me soltanto uno. - si aggiunse una voce dietro di lei.
Angelica si voltò e vide Sofia Frola, o, meglio, la versione sciupata di Sofia Frola.
Avvolta in un cappotto blu notte che la copriva fino al ginocchio e da una pesante sciarpa grigia, non sembrava la solita energica e brillante Sofia, probabilmente anche perché aveva raccolto i ricci boccolosi in uno chignon piuttosto stretto.
Nessuna delle due si sentiva di parlare. Perché avrebbero dovuto farlo? Si erano guardate con astio un'infinità di volte senza spiccicare parola. C'era qualcosa nell'aria, tuttavia, che fece desiderare a ciascuna delle due che la conversazione avesse inizio.
- Ecco a voi, ragazze. - disse la venditrice, allungando i lecca-lecca.
Pagarono e si avviarono verso la medesima direzione, quella che avrebbe portato, molto più in là, alla casa di Angelica.
Sofia non sapeva perché le stava camminando affianco, ma sentiva che era la cosa giusta da fare.
- Quindi adesso state di nuovo insieme? - azzardò a domandare.
Angelica la lanciò un'occhiata curiosa.
- Sì... Penso si possa dire di sì. Lo perdono, anche se non è facile. - ragionò a voce alta.
Sofia annuì.
- Farei lo stesso.
- Tu sapevi tutto?
Erano arrivate nei pressi di una chiesa e c'era un raduno numeroso di anziani sullo spiazzo davanti.
Le ragazze passarono oltre senza dare peso alle lamentele della vecchia generazione, che denunciava l'indifferenza religiosa dei giovani.
Angelica riconobbe di non aver mai dato troppo peso a quell'aspetto della vita, ma cosa contava in quel momento? Perdonare Riccardo e tornare insieme a lui era un suo potere, nessuna divinità avrebbe potuto cambiare la situazione. Pensò, però, che le sarebbe piaciuto ricevere il conforto e l'aiuto di un Dio quando aveva rischiato di impazzire perché non trovava un senso al proprio dolore.
- No. Riccardo non è mai stato così aperto con me. - ammise Sofia.
- Allora non puoi dire che prenderesti la mia stessa decisione.
- Quello che so è che farei di tutto per tenermi uno come lui. - sospirò la ragazza con lo chignon.
Angelica non disse che anche lei aveva fatto di tutto per tenerselo stretto, ma che non era dipesa unicamente da lei la scelta di Riccardo. Non disse che Riccardo aveva privilegiato la propria passione per la musica a suo danno.
Non disse niente, perché Sofia Frola era sempre stata una comparsa superficiale e non aveva il diritto di sapere tutto. Stava a Riccardo scegliere di cosa informare la sua amica.
La campana della chiesa iniziò a suonare. Era ora di tornare a casa.
STAI LEGGENDO
Scrivimi una canzone
Teen Fiction«Se ti bacio faccio una cazzata?» Angelica deglutì, incantata dal suono roco della sua voce e dal desiderio che traspariva dal suo sguardo caldo. La distanza fra le loro labbra era troppo breve per tirarsi indietro, adesso. Ma, dopotutto, perché avr...