Capitolo 6 • Distrazioni

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Mantenere alta la concentrazione non era mai stato il cavallo di battaglia di Riccardo, non se l'oggetto su cui avrebbe dovuto focalizzarsi era noioso e men che meno se ne aveva uno più interessante a cui dedicare la propria attenzione.

In quel primo pomeriggio insolitamente assolato di un giovedì autunnale che sapeva di estate, non erano le teorie filosofiche di Kant ad impregnare i suoi pensieri. Sarebbe stato più semplice studiare l'effetto della luce sulla pagina dello spesso tomo, da un punto di vista fisico oppure artistico. Sarebbe stato più affascinante associare alla singolarità di quel calore estivo in piena stagione autunnale il sapore della ricordanza, come ultimo e sorprendente chiarore prima di un lungo buio atteso. Era più naturale, invece, evocare una melodia e mescolare parole musicali.

Ricordo un cielo estivo
prima di incontrare te
Un cielo che mi dava gioia, speranza, ilarità
un po' come i tuoi occhi che cantan libertà

Un chiarore un po' più schivo
getta luce su carta inutile
Carta che non parla di te
Te che sei sempre con me

Ma tu lo sai...
sei più bella di questa carta che
Carta che non parla di te
Te che sei...
Poesia.

Riccardo scrisse i pezzi di fretta, tutto preso dall'impeto dell'ispirazione, e non risparmiò cancellature, sbavature e lettere storte. Addusse il titolo Sei Poesia.

Provò anche a canticchiarla e, verso gli ultimi due versi, sfumò la voce quasi nell'inudibile. Tentò nuovamente e assunse un tono basso e roco, che lo rese soddisfatto. Forse avrebbe potuto impegnarsi per scriverla tutta, quella canzone. Ultimamente ne aveva lasciate troppe mutile.

Sul libro aperto vicino al quadernetto che aveva davanti, il cellulare lampeggiò in alto a sinistra. Un nuovo messaggio.

Ciao Riccardo, vieni a prendermi alle cinque?

Ti lascio l'indirizzo qui sotto, sperando che non

sia dall'altra parte della città :)

Angelica

L'indirizzo suonava nuovo, ma una ricerca di pochi secondi permise a Riccardo di accorgersi che distava appena dieci minuti da casa propria. Una buona notizia, risolse. Rispose quindi al messaggio.

Certo, a dopo!

Kant perse tutta la sua attrattiva da quel momento in poi.

Riccardo si preoccupò di come vestirsi, dei capelli, della barba (che nemmeno aveva) e soprattutto dell'atteggiamento da adottare. Come comportarsi con una ragazza assurdamente bella interessata al proprio migliore amico?

Angelica, dal canto suo, era convintissima di aver appena dato al bel riccio una direttiva molto chiara e stava già fantasticando su un loro ipotetico primo bacio. Forse era un po' presto, convenne in un secondo momento.

Tutta contenta, chiamò Beatrice e iniziò a girare per la sua camera, tra scatoloni, scatoline, pacchi, sacchetti e scarpe.

- Bea, Bea! Senti che bella notizia sto per darti! - esordì, entusiasta.

- Quale notizia? - domandò l'amica.

- Riccardo passa a prendermi alle cinque! Oggi usciamo insieme per la prima volta! Ahh, non sei contenta? Cioè, so che ti sembrerà inutile, ma.. Oddio, usciamo insieme! Voglio dire, io e Riccardo, quello sensibile e misterioso e tutto il resto... Mi sembra incredibile! Ed è stato così semplice! Sì che ho dovuto fare tutto io, ma...

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