Capitolo 26 • Persuasione

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Essere subdoli e astuti è un'arte che si impara durante la vita, quando gli obiettivi che ci si pone sono difficili da raggiungere, quando si ha a che fare con persone che non intendono collaborare; risultati brillanti, però, richiedono anche una certa predisposizione naturale.

- Ehi, Bea, cosa studi? - domandò Edoardo, passando davanti alla camera della sorella del suo migliore amico, che aveva fortunatamente la porta aperta.

- Chimica. - rispose lei, senza alzare gli occhi dal libro.

- Termodinamica?

- No, titolazioni.

Edoardo entrò nella stanza, felice di avere un pretesto per allungare la conversazione.

Osservò il libro e il quaderno della ragazza, scritto in grafia ordinata e graziosa. Che raffinate le ragazze: usano persino i colori!, pensò.

- Ma non siete un po' avanti con il programma? Noi l'anno scorso non abbiamo iniziato da qui.

- Sono io che mi porto avanti... Andava tutto bene finché non mi è venuto un risultato strano. Ho paura di aver sbagliato qualche coefficiente stechiometrico, ma allora anche la reazione è sbagliata...

- Okay, tranquilla, la guardo un secondo. - la rassicurò il ragazzo.

Edoardo non era un asso in scienze naturali, spiccava piuttosto in matematica, ma otteneva comunque ottimi risultati.

Riconobbe che, effettivamente, si trattava di un errore di stechiometria.

- Il ferro ha numero di ossidazione tre, qui, non due. - la corresse.

- Oh, già! È vero! Grazie, Edo. - sorrise Beatrice.

Lui sorrise.

- Di niente. Vieni alla festa domani?

La rossa annuì solennemente, suggerendo con la sola espressione del viso che non era stata lei a decidere.

- Angelica?

Confermò.

- Costumi particolari? - indagò ancora Edoardo, con la solita nonchalance.

- Io non direi, mi vesto da strega.

- E Angelica? - insistette il ragazzo.

Beatrice ci pensò su un attimo, perché aveva un vuoto di memoria temporaneo.

Prese il telefono e rilesse i messaggi scritti in proposito con l'amica.

- Uh, Catwoman. Un po' azzardato, devo dire. - commentò.

Edoardo sentì una vocina nella sua mente urlare "bingo!", ma si impose di esultare più tardi, quando avrebbe trovato un modo per sorprendere Angelica.

- In effetti, sì.

- E tu come ti vestirai? - rigirò la domanda Beatrice.

Non era una domanda a cui Edoardo contava di rispondere, perciò doveva ingegnarsi sul momento per filare via.

- Sono un po' indeciso... - tentennò.

Si sentì chiamare dal suo migliore amico proprio in quel momento e desiderò farlo santo. Gli avrebbe baciato i piedi per quanto era grato.

Mentre lo raggiungeva, si domandò quale fosse il supereroe adatto ad una sopraffina Catwoman.

Qualcuno vestito di nero, sicuramente... Come Batman.

Il costume che Edoardo si stava prefigurando nella mente, pensando già a come trovarlo in poco tempo, era già pronto in camera di Riccardo. Il riccio non poteva fare a meno di fantasticare su di sé e Angelica, la sua bella con un costume addosso che nei film era più sensuale che mai.

Scrivimi una canzoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora