Capitolo 17 • Contraddittorio

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L'auto si fermò davanti al locale proprio mentre iniziava a piovere.

Piccole gocce di pioggia caddero fitte fitte e crearono un effetto ottico simile al sottile strato di nebbiolina che permeava l'aria in pieno inverno. Le temperature non erano ancora così basse, ma Angelica rabbrividì ugualmente un minimo uscendo dall'abitacolo caldo.

Entrò nel locale con Edoardo e identificò Beatrice vicino al bancone, con il telefono in mano e una bibita scura poggiata sul ripiano marmoreo.

- Bea... - la chiamò.

La riccia alzò lo sguardo e riconobbe i due amici: si fiondò tra le braccia di Angelica.

- Oh, Bea... Mi dispiace tanto. Sono mortificata. - sussurrò quest'ultima, talmente sincera che era impossibile dubitare della veridicità delle sue parole.

- Non è colpa tua. - mormorò Beatrice.

Edoardo non sembrava essere a disagio: nella sua solita scioltezza rassicurante rimase in silenzio, perché aveva intuito che le due ragazze avevano bisogno di un momento di solidarietà insieme.

- Sì che lo è. Nicola credeva che fossi io ad aspettarlo stasera. Se non mi avesse fraintesa!

Beatrice si accigliò.

- Credeva che fossi tu quella con cui doveva uscire? Ma cosa gli hai detto? Non sa di me? - domandò.

- Gli ho detto... be', sì, forse non sono stata precisa ma non volevo dirgli subito che eri tu. Doveva essere una piacevole sorpresa! - si lamentò Angelica.

L'amica ancora non si spiegava perché Nicola aveva evitato di presentarsi: Angelica era bellissima e lei sapeva che uno come lui non avrebbe rifiutato un appuntamento con una ragazza di quel calibro, a meno che non ci fosse un motivo serio. Ma quale poteva essere quel motivo?

Il viaggio di ritorno fu silenzioso: Beatrice rimuginava sull'accaduto per trovarne una logica convincente, Angelica sperava che le goccioline di pioggia che correvano lungo i vetri dell'auto le dicessero se era il caso di rispondere a Riccardo oppure no, Edoardo guidava rilassato e iniziava a pensare a quando uscire di nuovo con la bella mora che sedeva al suo fianco.

Naturalmente, la prima ad arrivare a destinazione fu Beatrice, nonostante casa sua fosse più distante rispetto a quella di Angelica, ma l'autista della serata voleva ritagliarsi ancora un momentino in privato.

- Domani sei libera? - domandò, mentre la accompagnava alla porta di casa.

Angelica rifletté per qualche istante.

- Io... Io non credo che sia opportuno vederci anche domani. - disse.

- Non sei stata bene stasera?

La ragazza si vide in difficoltà.

Come spiegare quella stranezza che provava dentro? Non riconosceva quel tipo di sensazione nemmeno nei libri che aveva letto! A quale eroina letteraria chiedere aiuto?

- Certo che sono stata bene! È stato bello passare un po' di tempo insieme, ma dico solo di non forzare le cose, di non accelerarle troppo... Tutto a suo tempo, Edoardo. - tentò di spiegare.

Dal canto suo, Edoardo non si era mai sentito fare discorsi contraddittori del genere da una ragazza. Quelle rare volte in cui la ragazza cui si era avvicinato aveva manifestato disinteresse, era stato piuttosto chiaro e lui non aveva insistito troppo. D'altronde, gli era stato più semplice riprovare con un'altra e avere successo.

- Quindi vorresti più tempo. - dedusse infine.

Angelica annuì.

- Facciamo... - osservò il volto teso della ragazza - Anzi, facciamo che decidi tu. Hai il mio numero, quindi se ti passa per la testa l'idea di vederci, basta scrivermi un messaggio.

E lei avrebbe obiettato con tutta se stessa, se solo avesse avuto una ragione valida per farlo esplicitamente.

A quel punto, si sarebbe dovuta prendere la responsabilità di un altro appuntamento con lui.

Decise di rimandare la questione e accettò la proposta, poi salutò Edoardo ed entrò in casa.

Sua madre e suo fratello si erano addormentati davanti ad uno dei film dell'Era Glaciale (Angelica non ricordava mai quale fosse) e lei passò loro davanti, sistemò la coperta di pile per coprirli meglio e andò via senza far rumore.

Nella sua stanza regnava ancora il disordine, perché c'erano blocchi di libri o pile di vestiti da inserire al loro posto, oggetti già in uso che invadevano spazi di altre cianfrusaglie e perfino il letto era disfatto.

Decise di infilarsi il pigiama, struccarsi e infilarsi nel groviglio di lenzuola senza neanche provare a districarlo, ma, prima di chiudersi, i suoi occhi intercettarono la lucina del telefono accesa.

Un click sul tastino in basso le fece vedere l'anteprima del nuovo messaggio.

Per favore, rispondimi

Angelica si concesse di farsi una bella dormita, prima di rispondergli. Non era in vena di stare alzata fino a tardi per messaggiare e non era sicura di quali sarebbero stati i risvolti di una conversazione con Riccardo, quindi preferì scegliere di occuparsene la mattina seguente.

Riccardo non poteva sapere cosa passasse per la mente della ragazza, non dopo quel gelido comportamento di un'oretta prima, perciò controllava il telefono molto spesso, sperando in un messaggio di risposta.

- Se guardi ancora quel telefono, te lo lancio nel fiume. - lo minacciò Nicola, espirando fumo lì vicino.

- Non mi risponde, Nico. Che cazzo devo fare?

Il biondo buttò la sigaretta a terra e pestò il mozzicone.

- Cosa cazzo ne so io? Non mi ha detto neanche con chi dovevo uscire, visto che, a quanto pare, non hai capito un cazzo. Non era lei quella per cui aveva organizzato l'appuntamento. - fece poi, irritato.

Riccardo si passò nervosamente una mano tra i ricci.

Magari fosse stato grave non capire chi era la ragazza che, a quanto pareva, aveva aspettato inutilmente; il vero punto dolente era stato farsi sfuggire qualunque cosa ci fosse tra Angelica e Edoardo.

- Che non era lei s'è visto. Era con Edo. - commentò Riccardo aspramente.

Nicola alzò gli occhi al cielo.

- Cristo, Riccardo, vai da lei e dille che vuoi che uscirci insieme. Non puoi dire a tutti gli altri di non uscire con lei e poi sperare che lei se ne stia da sola come una cogliona. Svegliati. - lo rimproverò.

Riccardo gli avrebbe tirato volentieri un pugno perché, per quanto ne sapeva, Nicola non aveva ancora provato una gelosia simile sulla propria pelle, ma alla fine sapeva di non avere la forza per farlo, perché era uno degli unici ad avere il coraggio di dirgli quello che pensava, senza filtri e senza bugie. Ed era esattamente ciò che pretendeva da un amico vero.

- Quando cazzo ha conosciuto Edo? Ha messo piede in città da una manciata di giorni.

- Se non è stata opera di Luca, magari c'entra Beatrice. Oppure lui le ha scritto su Instagram, ma mi sembra la meno probabile. - ipotizzò Nicola.

Riccardo imprecò mentalmente e si sentì volteggiare le parole di sua madre nella testa. Accidenti, se aveva ragione sul tempo!

Scrivimi una canzoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora