- Nico, adesso mi devi promettere una cosa. - esordì solennemente Riccardo.
Erano seduti ai loro soliti posti nell'aula di arte, in attesa che il professore arrivasse. L'assenza di Angelica era un grande vantaggio, in quel momento.
Il suo migliore amico puntò gli occhi azzurri su di lui.
- Cosa?
- Devi rifiutare qualunque proposta ti faccia Angelica. Qualunque. Mi hai capito?
Per poco, Nicola scoppiò a ridergli in faccia. Era altamente ridicolo, ma qualcosa nella sua serietà lo convinse a non rischiare.
- Perché Angelica dovrebbe propormi qualcosa? - domandò invece.
- Non lo so, sta organizzando un appuntamento per te. - riferì Riccardo.
Il biondo si accigliò, un po' sorpreso. Si sarebbe aspettato un appuntamento fra lei e Riccardo, piuttosto.
- Ma ti ha detto che vuole uscire con me? Davvero? - continuò, incredulo.
Riccardo gli rivolse uno sguardo duro.
- Okay, okay, è solo che non capisco... Mi sembrava che guardasse te.
- Prometti? - insistette il riccio.
- È figa, però. - rifletté Nicola.
Riccardo gli diede una pacca potente sul collo e strinse la mano sulla spalla dell'amico.
- Prometti? - ripeté, a denti stretti.
- Prometto, prometto. Rilassati. - acconsentì il biondo, smorzando la tensione con una mezza risata.
Aveva tentennato giusto per provocare Riccardo. Non avrebbe davvero accettato di uscire con Angelica. Insomma, sì, era davvero bella, ma non si sentiva diverso in sua presenza rispetto a quand'era in mezzo agli altri. Per lui, era esattamente come tutti gli altri.
Quando entrò in classe con Beatrice, però, confermò la sua intuizione: Riccardo guardava Angelica come un pellegrino nel deserto avrebbe visto una sorgente d'acqua.
- Smettila di sbavare che ti vede e manco s'avvicina. - bisbigliò Nicola.
Riccardo gli lanciò un'occhiataccia, ma finirono a ridacchiare entrambi.
Forse era quella la caratteristica che rendeva speciale l'amicizia fra i due: la certezza che, qualunque cosa avessero detto, sarebbero finiti a ridere insieme come sempre.
Nicola fu sorpreso di scoprire che Angelica non aveva voglia di perdere tempo. Venne placcato in un angolo prima che entrasse nell'aula di scienze.
- Scusami se ti "rapisco" così, - mimò le virgolette - ma è davvero importante, per me, che tu venga al Jolly domani sera alle otto. Riesci?
- Ehm... no. - rispose subito il biondo, ricordando la versione minacciosa di Riccardo.
Angelica fu spiazzata.
Sbatté abilmente le ciglia e si riprese.
- Non ti va di passare una bella serata in compagnia di una ragazza fantastica? - tentò, persuasiva.
- Ehm... no. - ripeté lui con voce chiusa.
La ragazza rischiò di spazientirsi. Come avrebbe affrontato Beatrice se avesse fallito?
Doveva convincerlo a tutti i costi.
- Perché no? Ti prego, è di vitale importanza. Non sto scherzando. - insistette.
Riccardo fece capolino dall'aula di scienze. Li squadrò con aria rabbuiata.
- La prof vuole sapere perché non entrate in classe. - disse, tetro.
Lo sguardo di Nicola rimbalzò da tutte le parti. Era in estrema difficoltà.
- Adesso entriamo. - fece Angelica.
Riccardo rientrò senza voltarsi indietro e Nicola maledisse Angelica, che camminava tranquilla, perché avrebbe dovuto affrontare la versione paranoica del suo migliore amico che, per inciso, era ben peggiore di quella minacciosa.
Angelica rifilò all'insegnante la scusa dell'essersi persa perché era nuova e lo fece con notevole scioltezza. Nicola non si azzardò a guardare Riccardo.
Che ti ha detto?
Recava la scritta sull'angolo in basso a destra del quaderno.
Ti racconto all'intervallo
Scrisse rapidamente Nicola in risposta, guadagnandosi uno sguardo omicida senza pari.
L'ora trascorse più lentamente del solito per Angelica, che non aspettava altro che il suono della campanella per bloccare di nuovo Nicola e costringerlo ad uscire con Beatrice, mentre parve volare a Nicola stesso, che non era minimamente preparato ad affrontare l'una e l'altro (il suo migliore amico). Avrebbe quasi preferito ripassare Napoleone con Beatrice.
La fortuna lo graziò solo in parte: Angelica venne agganciata da Edoardo, mentre Riccardo lo trascinò a forza nel cortile della scuola senza lasciargli neanche il tempo di andare a prendersi del cibo.
- Minchia, Riccardo, calmati. Non è successo niente di grave. Possiamo prendere da mangiare prima? - tentò di persuaderlo.
Non aveva dalla sua un paio di lunghe ciglia nere da sbattere con eleganza.
- Così vomiti mentre ti strozzo? Anche no. Adesso dimmi che cazzo ti ha detto Angelica. - fece l'amico.
Nicola si accontentò di estrarre una sigaretta, accendersela e inalare nicotina.
- Mi ha proposto di andare al Jolly domani sera. - iniziò, soffiando fumo grigio.
- Lo sapevo! Cazzo, lo sapevo! - scattò Riccardo.
Gli prese la sigaretta dalle dita e fece un tiro, poi gliela restituì.
- Visto che lo sapevi, possiamo andare a prendere del cibo adesso? Ho fame. - ritentò Nicola.
- No! Che le hai detto tu? - lo bloccò il riccio.
Nicola aspirò per qualche secondo.
- Le ho detto di no, ovviamente.
Riccardo parve rilassarsi un minimo.
- Lei però è insistente. Diceva che è di vitale importanza... - blaterò il biondo.
L'altro imprecò e batté il pugno contro il muro, poi prese in prestito la sigaretta e la fumò quasi fino alla fine.
Nicola osservò il residuo con costernazione.
- Se le dici di sì, ti spacco la faccia. - fu la minaccia.
Il biondo se l'aspettava.
Improvvisamente, notando dalla finestra una chioma castana svolazzare agilmente tra i corridoi, ebbe un'idea. Una pessima idea, ma pur sempre un'idea.
- Posso dirle di sì...
- No. Tu le dici di no, cazzo. - scattò Riccardo.
- ... E non presentarmi. Farò la figura dello stronzo, ma almeno sarà troppo indignata per chiedermi di uscire di nuovo.
Il riccio lo osservò.
- Dico sul serio, Ama. Quella mi starà addosso finché non le dirò di sì. Però non mi va di fare a botte con te per una che non mi interessa nemmeno, anche se è gnocca. - spiegò Nicola.
- Va bene, però smettila di fare commenti su di lei.
Il biondo alzò gli occhi al cielo.
Ed ecco comparire la Furia in persona: Angelica Visentin con un unico obiettivo, pronta a ferro e fuoco pur di raggiungerlo.
STAI LEGGENDO
Scrivimi una canzone
Teen Fiction«Se ti bacio faccio una cazzata?» Angelica deglutì, incantata dal suono roco della sua voce e dal desiderio che traspariva dal suo sguardo caldo. La distanza fra le loro labbra era troppo breve per tirarsi indietro, adesso. Ma, dopotutto, perché avr...