Capitolo 14

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"Mi hai portato via la cosa più importante della mia vita. Mi fai schifo. Non ti perdonerò mai per questo. Sei una bambina capricciosa. Cresci. Devi rimanere da sola, affogare giorno dopo giorno nel tuo dolore. Ti odio. Mi fai schifo!" Theo mi sputò adosso tutto il suo odio verso di me.

A quelle parole non sapevo che rispondere, era vero era stata tutta colpa mia. Mia e del mio stupido ego. Della mia stupida presunzione.

"Mi odio anch'io!"

Mi svegliai di soprassalto. Era così vivo nella mia mente quel giorno. Lo rivivevo tutti i giorni attraverso i miei sogni.

Avevo la maglia zuppa di sudore. Ero in una stanza a me sconosciuta. Mi voltai di lato a me e c'era Louis che dormiva. Mi misi coricata sul lato e incominciai a guardarlo. Era così sereno il suo sguardo mentre dormiva. Aveva la bocca leggermente socchiusa. Una mano appoggiata sulla pancia e l'altra sul cuscino. Le guance leggermente arrossate. Mi avvicinai a lui e gli cinsi la vita con il braccio.

In quel momento avevo bisogno di lui, più di quanto ne avessi bisogno negli altri giorni.

Non mi accorsi di aver incominciato a piangere. Mi strinsi contro il suo fianco e cercai con i miei singhiozzi di non svegliarlo. Non mi andava di spiegargli il motivo delle mie lacrime, avevo solo bisogno di sfogarmi. Strinsi la sua maglia in un pugno.

Odio il mio mondo, la mia vita e i miei ricordi. Mi facevano così male. Ogni volta che rivivevo quel giorno in uno dei miei sogni il mio cuore si rompeva di nuovo ed era inutile che io cercavo di aggiustarlo mettendo uno rotolo di scotch. Tanto si sarebbe rotto di nuovo e poi di nuovo ancora e così fino all'infinito.

Chiusi gli occhi e cercai di calmarmi. Non aveva senso piangere adesso. Feci due respiri profondi e mi asciugai gli occhi con la manica della mia amata felpa. Alzai lo sguardo e Louis non si era accorto di niente ancora dormiva. Mi arrampicai sul suo petto e sfiorai le sue labbra con le mie. Mi guardai in torno spaesata. Era una camera enorme. Le pareti erano rosse, rosse come il sangue. Sul comodino c'era una foto di quando Louis era piccolo, o almeno credo.

Era bellissimo. Aveva due grandi occhi blu e i capelli biondi. Mi scappò un sorriso.

Sentii una mano accarezzarmi la schiena. Louis si era svegliato e si stava strofinando gli occhi.

"Buongiorno Lou" gli dissi sorrodendogli e accarezzandogli la guancia. Mi guardò e mi appoggiai al cuscino.

"Hai pianto?" mi chiese guardandomi negli occhi. Mi morsi il labbro.

"No, perchè?" mentii e giá mi sentivo in colpa.

"Hai gli occhi rossi. Abby dimmi la veritá." Abbassai il viso. Lui non meritava le mie bugie.

"Si, ma adesso sto bene. Ho fatto solo un brutto sogno."

"Perché non mi hai svegliato?"

"Non ce n'era bisogno e poi so badare a me stessa." gli dissi alzando la voce e alzandomi dal letto.

"Lo so che sai badare a te stessa e non ti ho detto questo. Prima non c'ero, non ti conoscevo per starti vicina, ma adesso che ti conosco non ti abbandono un attimo. Sarò la tua ombra ovunque."

"Ho bisogno che tu mi tenga prima che io vada in pezzi. Io terrò sempre duro

perchè tu sei la mia forza."

Avevo detto ciò che mi era passato per la testa. Ma era la veritá lui era la mia forza, la mia ancora. Tutto ciò di cui avevo bisogno per poter andare avanti.

"Sono qui piccola ti tengo stretta e te lo prometto non andrai mai a pezzi." Mi abbracciò stretta a se. Lui era lì per me ed io ne ero lusingata.

"Non mi lasciare" sussurrai sulla sua maglietta sperando che mi sentisse.

"Mai." sussurrò contro i miei capelli.

Tutto ciò di cui avevo bisogno era in quella stanza ed io non me lo sarei fatto scappare per nessuna cosa al mondo.

Ne avevo bisogno.

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