Capitolo 22

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"Abby mi spieghi cosa cazzo hai fatto ai polsi?!" gridò così forte da farmi fare un salto in avanti per la paura.

Ero fottuta.

Mi agrappai alla spalliera del letto. Le gambe mi stavano per cedere. Era il mio segreto e lui lo aveva scoperto.

Avevo paura che scomparisse, che mi lasciasse dopo aver visto cosa mi ero causata.

Autolesionista.

Che brutta parola, sembra quasi una parolaccia. Ma non ci potevo fare niente ero fatta così, in quel periodo bruttissimo avevo bisogno di sentirmi viva. Ricordo che un giorno, due mesi dopo la morta dei miei, ero andata al piccolo mercatino che c'era sotto casa mia. Avevo sentito due signore parlare di me e ricordo ancora la loro conversazione:

-È la ragazza più forte che io abbia mai conosciuto.

-Perchè?

-Guardala, sorride anche se dentro sta morendo.

Avevo l'abitudine i primi tempi di camminare per strada con il mio sorriso finto. Dopo un anno però le cose erano precipitate e non sorridevo più, non camminavo più.

Avevo lasciato anche la scuola, ma poi ho ripreso perchè almeno facevo qualcosa.

Mi voltai verso di Louis era distrutto.

Cercai di avvicinarmi a lui, ma le gambe mi cedettero e caddi in ginocchio. Mi aiutò ad alzarmi, mi prese in braccio e mi porto sul letto. Mi sedetti a gambe incrociate. Avevo i polsi in bella vista e mi sentii vuota, violata, nuda. 

Li nascosi dietro di me e le lacrime rigarono il mio viso. Una, due, tre lascrime fino a quando non mi resi conto di stare singhiozzando.

Rimarrò di nuovo sola.

Lui scapperá da me.

"Perchè hai fatto questo?" mi chiese lui, prendendomi i polsi e passandoci le dita sopra per accarezzare i tagli. Non risposi.

Ero distrutta avevo bisogno di dormire.

"Io... era l'unico modo per provare qualcosa, per sentirmi viva" dissi balbettando insicura.

Guardai Louis, era attento ai miei polsi. Mi aggrappai a lui e lo strinsi forte.

"Poi sei arrivato e tu mi fai forte." sussurrai nel suo orecchio.

"Lo fai ancora?" mi chiese stringendomi a se.

"No, l'ultima volta che mi sono fatta del male è stata quando la bionda mi ha rovesciato il drink adosso" dissi con disprezzo. Odiavo quella bionda finta.

Niente si dimentica, per questo tutto fa così male.

Louis mi ha salvata e per questo lo ringrazierò a vita. Basta piangere adesso. Mi asciugo le lacrime, mi stacco da Louis e gli sorrido.

Ricordo una frase che mamma mi ripeteva tutti giorni:

Chi ti fa sorridere ti salva la vita senza saperlo.

Mi coricai sul letto stando attenta che la maglia di Louis non si alzava e lui mi coprì.

"Dormi adesso io sono qui, vado solo un minuto al bagno." mi disse baciandomi la testa. Stava male per quello che gli ho raccontato, mi sento impotente.

Lo sento coricarsi vicino a me. Mi voltai e mi feci piccola contro il suo petto. Sussurrai una litania di scusa.

Scusami.

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