Capitolo 48

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Eravamo sulla macchina che stavamo andando alla festa che aveva fatto salire i nervi a Louis.

Ero seduta conodamente sul mio sedile, con i piedi appogiati al cruscotto. Guardavo fuori dal finestrino, mentre canticchiavo una canzone che mi era entrata in testa un pó di giorni fa. Louis guidava tranquillamente la macchina. Il posto dove dovevamo andare, mi aveva detto Louis che era un pò distante dal centro della città, era nel vecchio paese.

Sentii Louis imprecare a bassa voce, rivolsi la mia attenzione su di lui. Accelleró un pò con la macchina.

"Abby allaccia la cintura" sussurró guardando sempre la strada d'avanti. Allacciai la cintura come mi aveva detto.

"Cosa succede Lou?" chiesi guardando le sue nocche sul volante diventare bianche.

"Niente di preoccupante" mi disse senza prestarmi attenzione.

"Perchè sei così teso se é niente di preoccupante?" chiesi. Sapeva quanto odiavo le persone che mi tenevano nascoste le cose.

"Non sono teso" disse guardando dallo specchietto retrovisore.

"Si invece, perché? Dimmelo" dissi con tono fermo, deciso.

"Abby, cazzo, smettila di fare le tue stupide domande e tappati la bocca." gridò guardandomi con sguardo truce.

Strinsi le mani in due pugni, voltai lo sguardo verso il finestrino e non gli rivolsi più nemmeno uno sguardo. Guardai dietro di noi e c'era una macchina che faceva i nostri stessi movimenti.

Non ci stavano seguendo vero?

Volevo chiederlo a Louis, ma in questo momento non era il caso di fare domande, avrei solo peggiorato la situazione.

"Abby, prendi la pistola dal cruscotto" mi disse Louis. Scesi i piedi dal cruscotto e lo aprii, presi ció che mi aveva chiesto.

Solo in quel momento guardando la strada d'avanti a noi notai che Louis aveva cambiato direzione e che adesso eravamo in una stradina sterrata, non c'erano altre macchine se non la nostra e quella del nostro inseguitore.

Ci stavano sparando contro.

"Abby voglio che ti slacci la cintura e che incominci a guidare al mio posto, ce la fai a passare sopra di me?" mi chiese guardando attentamente la strada d'avanti.

"Certo, però dobbiamo muoverci quelli ci stanno attaccati" dissi prendendo il volante mentre lui si spostava sul mio sedile. Mi sedetti nel posto che mi aveva lasciato Louis, fortunatamente mia madre mi aveva insegnato a guidare.

Premetti il piede sull'accelleratore. Louis mi bació sulla guancia e prese la pistola che avevo abbandonato sul sedile. Incominció a sparere verso la macchina che ci stava dietro. I colpi contro di noi non cessavano. Poi tutto ad un tratto non sentii più spari, dopo uno sparo di Louis. Guardai dietro dallo specchietto e notai che la macchina si era fermata e che piano piano ci allontanavamo da essa.

Tirai un sospiro di sollievo e mi rilassai contro il sedile continuando a guidare.

"Grazie piccola puoi tornare al tuo posto" mi sussurró Louis prendendo il volante in mano. Mi spostai sul mio sedile, spostando la pistola ferma su di esso. La rimisi nel cruscotto e tornai a guardare fuori dal finestrino.

"Piccola, sei arrabiata?" mi chiese Louis prendendo una mia mano nella sua.

"No sono sola nervosa e stanca di tutto quello che sta accadendo" dissi chiudendo gli occhi e accarezzando il dorso della sua mano.

"Ancora non hai visto niente. Benvenuta all'inferno piccola"

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