Capitolo 43

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Successe tutto così in fretta.

Incominciai a piangere, singhiozzare. Mi cedettero le gambe e strisciai vicino alla figura di Louis steso a terra. Appoggiai l'orecchio contro il suo petto. Dovevo sentire il suo cuore battere era tutto ció di cui avevo bisogno in questo momento. Era una certezza la mia. Dovevo avere la certezza che lui non mi avrebbe lasciata oggi. Il suo petto si alzava e abbassava lentamente. Dovevo chiamare l'autombulanza o lo avrei perso.

Presi il telefono, composi il numero e spiegai tutto all'infermiera.

Guardai il moro ancora d'avanti alla vetrata con la sua pistola puntata d'avanti a lui. Aveva un sorriso sfacciato in faccia. Provava gusto a vedermi soffrire.

Perché fare del male a Louis e non a me?

Io lo meritavo, Louis invece non meritava tutto quel dolore. Presi la sua mano e la incastrai con la mia. Vedevo sfocato per via delle lacrime che scendevano dai miei occhi.

Sii forte Louis, io ho bisogno di te.

E mi hanno detto che sono stronza. E mi hanno detto che sono cambiata. Che sono acida. Che non ascolto. Mi hanno detto che ho lo sguardo perso. Che sono apatica. Pure che sono strana. E mi hanno detto che non sono più la stessa, ma con una vita come la mia, non potevo permettermi di essere me stessa fino alla fine. Sono cambiata così tante volte. Indossando sorrisi finti e espressioni rassicuranti. Ma dietro i sorrisi finti dietro quei finti perbenismi c'ero e ci sono io. Una ragazza che aveva scritto il suo destino fin dal principio. Una ragazza che del dolore ne fa un bagaglio. Una ragazza che conosce a memoria il sapore delle sue lacrime. Una ragazza troppo debole per continuare questa vita da schifo, questa vita menefreghista.

L'autombulanza era arrivata, un medico mi spinse lontano dalla figura di Louis. Avevano bisogno di spazio. Lo misero sulla barella e lo caricarono sull'autombulanza. Non mi fecero salire con lui. Io non ero un parente, io semplicemente non ero nessuno.

Cosa facevo adesso?

Chiamai Niall, ma non riuscivo a parlare. Mi disse che stava arrivando.

Entrai in casa e il moro era sparito.

Intorno a me il mondo si fermó. Metabolizzai tutto quello che era successo. Louis in ospedale, per via di una stupida pallottola al petto. Mi appoggiai al muro, tra un pó svenivo. Mi sedetti a terra e smisi di piangere. Avevo finito tutte le mie risorse. Arrivó Niall era con Jessica. Mi guardarono e Jessica si catapultó su di me. Mi strinse in un abbraccio e notai che le mie mani erano sporche. Sporche del sangue di Louis.

"Abby cosa sta succedendo?" mi sussurrò Niall avvicinandosi a me. Lo guardai con sguardo assente, perso.

"Zayn" dissi io, non avevo le forze per parlare ero scioccata. Vidi Niall serrare i pugni. "Dobbiamo andare in ospedale" dissi guardandolo. Annuì e salimmo in macchina.

Con me c'era la mia migliore amica, ma non Jessica, la paura.

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