Capitolo 52

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Ero coricata sul letto di Louis e ammiravo il suo corpo, mentre lui dormiva.

Quella sera ci sarebbe stata la corsa e io non riuscivo a dormire. Di solito quando ero nervosa bevevo una tazza di camomilla, ma questa volta non era riuscita nemmeno quella a calmarmi.

La cosa era molto strana.

Calcai con un dito il tuatuaggio dell'omino che Louis aveva tatuato sul braccio.

Anch'io fin da piccola volevo un tatuaggio, ma non ho mai saputo cosa tatuarmi, adesso il tatuaggio che volevo ce lo avevo impresso bene in mente. Volevo tatuarmi sul fianco destro un'ancora intrecciata ad una pistola, ma doveva essere piccolo non molto grande come tatuaggio. Guardai l'orario erano le sei di mattina e non avevo chiuso occhio tutta la notte. Dovevo andare in bagno. Cercai di scogliere la presa che aveva Louis sul mio fianco e di togliere le sue gambe intrecciate alle mie. Dopo molti tentativi finalmente mi liberai, tra poco me la facevo adosso.

Scappai in bagno e mi chiusi la porta dietro.

Mi stavo lavando le mani, mentre mi guardavo allo specchio. Non avevo più delle borse viola sotto gli occhi. Guardai i tagli sui miei polsi e credo che quelle cicatrici rimarranno a vita.

Notai dallo specchio che dietro di me su un mobiletto dove Louis tiene le tovaglie c'era una lametta appoggiata.

Il mio subconcio mi diceva di prenderla di riaprire quei tagli. Cercai di impormi, ma la voglia era tanta, troppa. Ne avevo bisogno. La presi in mano e quando stavo per conficcare la lama nella pelle, un urlo mi fece cadere la lametta a terra. La ripresi, ma un altro urlo mi fece sussultare dalla paura. Poi mi resi conto che quello a gridare era proprio Louis. Sbalancai la porta del bagno e lo vidi, mentre si rigirava nel letto.

Un incubo lo stava divorando, dovevo svegliarlo. Salii sul letto e lo chiamai metro lo strattonavo dalle spalle. Non funzionò e quindi misi le mani nei suoi capelli di solito si calmava, ma questa volta non si calmó anzi si agitò di più.

Urlò di nuovo e sta volta il mio nome.

Mi misi a cavalcioni su di lui e lo abbracciai stresso con le gambe, sussurrando paroli dolci al suo orecchio e passando le mani nei suoi capelli.

"Abby.." lo sentii chiamare il mio nome, alzai il viso dal suo collo ed era sveglio, finalmente.

"Hai fatto un incubo e non ti svegliavi. Ho avuto paura" gli dissi appoggiando la mia fronte alla sua chiudendo gli occhi.

La paura é brutta, essa é il buio dentro di noi che ci assale.

"Era da tanto che non facevo un incubo, di solito quando dormo da solo mi capita" sussurró.

Lo avevo lasciato da solo per cinque minuti e nemmeno.

"Sono andata al bagno e ti ho sentito gridare" dissi guardando nei suoi occhi.

"Scusami, non volevo spaventarti" mi disse passando una sua mano sui miei capelli e lasciandola lì incastrata tra le ciocche lunghe.

"Adesso é passato" gli dissi baciandolo con lentezza, volevo assaporarmi il suo bacio.

Quando eravamo abbracciati  conoscevo parole che non erano parole.

Ehi, attenzione a me..

Alcune volte comapio e dopo scompaio di nuovo. Ahahahah!

Volevo chiedervi se vi andava di passare dalla fan fiction di una mia amica.

La fan fiction si chiama: 'Guerriera!'.

Ci tiene davvero molto e vorrei aiutarla in qualche modo.

Grazie a tutti quelli che stanno seguendo la mia fan fiction, vedo che siete cresciuti molto.

Grazie!

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