Capitolo 23

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Avevo passato la maggior parte della setrimana con Louis, Niall e Jessica.

Era giunto il fine settimana e la così tanto attesa 'miria'.

Era sabato mattina e stavo facendo colazione quando il mio telefono vibrò sul tavolo di lato alla mia tazza del latte era un messaggio da parte di Louis che diceva:

'Stasera vieni a vedere la gara?'

Risposi con un si e mi disse che sarebbe passato a prendermi alle 21:00.

Avevo voglia di uscire con Jessica quindi andai a prenderla a casa.

Stavo camminando per la strada con Jessica di lato, quando una macchina si fermò in mezzo alla stada di lato a noi.

Scesero dalla macchina due ragazzi: uno riccio e uno con i capelli neri.

Si avvicinarono a noi.  Cosa volevano?

Presi Jessica dalla mano e feci un passo indietro.

Spinsero Jessica e cadde a terra. Mi voltai per aiutarla ad alzarsi, ma il ragazzo con i capelli neri mi prese da dietro e mi caricó in macchina. Il riccio incominció a tirare calci a Jessica. Incominciai a gridare, per la stada non c'era nessuno. Nessuno poteva aiutare la mia migliore amica. Cercai di liberarmi dalla presa di quel ragazzo ma fu tutto inutile. Il riccio dopo poco salì in macchina e partimmo.

Chi erano questi? Cosa volevano da me?

Chissà se Jessica riusciva a chiamare qualcuno per farsi aiutare. Guardai dietro, ma non riuscii a vedere niente eravamo troppo lontani.

Avevo una paura incredibile.

"Quindi tu saresti la famosa Abby?" mi chiese il ragazzo riccio.

"Cosa volete da me?" chiesi giocando con il laccio della mia felpa senza alzare lo sguardo.

"Da te niente" mi disse il moro.

E allora perché rapirmi?

Il riccio mi mise una pezza sul naso e sulla bocca. Svenni.

Mi svegliai con un grande mal di testa ero legata ad una sedia ed il panico si impossessó di me. Mi guardai in torno ero in una stanza buia senza luce.

Avevo paura del buio.

Cercai di liberare i miei polsi legati. Faceva male la corda a contatto con i tagli procurati da me stessa.

Forse qualcuno sarebbe venuto a salvarmi. Chissà se era arrivata a Louis la notizia del mio rapimento. Solo su di lui potevo contare.

Lui è la mia ancora. Lui mi salverà, ne sono sicura.

Sentii un rumore in lontananza. Due voci. Dei passi e una porta si aprì.

Il fastdio provocato dalla luce che entarava dalla porta mi fece chiudere gli occhi. Li strizzai e dopo li riaprii.

Erano i ragazzi di prima.

Si avvicinarono a me e il riccio mi tiró i capelli. Non sentivo dolore. Ormai il dolore sul mio corpo era come una carezza. Guardai il moro difronta a me e lui mi fece un ghigno. Gli feci un sorrisso safacciato.

Dovevo sembrare forte non dovevo fargli vedere che avevo paura o mi avrebbero torturata. Dovevo essere forte. Dovevo combattere e lo avrei fatto con le unghie e con i denti.

Nessuno mi avrebbe più fatto del male.

Il moro mi fece no con la testa e mi diede uno schiffo in pieno viso. Per la botta i miei capelli si spostarono d'avanti al mio viso. Mi faceva male la guancia.

"VIGLIACCO" gridai con tutto il fiato che avevo nei polmoni "sei un vigliacco, come fai a picchiare una ragazza non ti fai schifo?" continuai. Si abbassó al mio viso e i nostri nasi si potevano toccare mi fece segno con il dito di stare zitta.

Lo sputai, mi faceva schifo.

Ricevetti un altro schiaffo. 

"Coraggiosa la ragazza, Louis ha scelto proprio bene."

"Non lo devi nominare a Louis" dissi a voce alta.

"Devi stare zitta. Harry imbavagliala così impara" disse il moro al ragazzo dietro di me. Mi imbavaglió adesso non potevo più parlare. Dovevo stare zitta per forza.

Se ne andarono lasciandomi da sola, di nuovo.

Mi bruciava la guancia, ma il segreto della vita forse è non fermarsi mai.

Delle lacrime amare scesero sul mio viso. Non sarei resistita a lungo in quel posto così buio, freddo.

Louis, per favore, aiutami.

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