Capitolo 10

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Louis era andato via. Per poi tornare verso le nove a prendermi. Stavo facendo la doccia.

Non ho mai creduto all'amore. Mia mamma aveva divorziato da mio padre quando ero ancora una bambina e non sapevo cosa vuol dire avere due genitori sposati che si amano. Credo che ci sia tutto pianificato, un susseguirsi di episodi che stanno scritti lì e che non si possono cambiare.

Cos'é veramente l'amore? Penso che la risposta vari molto da persona a persona, ma anche a seconda dei vari periodi ed etá che una persona attraversa. Conosciamo l'amore tragico di Romeo e Giulietta. Una cosa che chiamiamo amore, se la chiamiamo con un altro nome avrá sempre lo stesso significato. Io credo, non nell'amore, non in lui, non negli oroscopi o nei libri di Sparks, però credo.

Credo nell'ansia che ha quando mi tiene la mano ed ha paura di farmi male, nel rumore assordante dei nostri silenzi, negli occhi che si perdono al di lá del cielo.

Io credo, non nelle frasi fatte, non nelle canzoni da diciannove euro a disco.

Credo piuttosto nelle nuvole nere sopra di noi, nelle maledizioni che ci schiantiamo adosso.

Ero sotto l'acqua da più di venti minuti. Esco e mi asciugo. Guardo i miei polsi. Le ferite si stavano cicatrizzando, di solito non hanno il tempo per farlo. Ma adesso sto bene. 'Bene'. Da quando Louis è entrato nella mia vita ha cambiato il mio modo di vievere. Devo molto a quel ragazzo.

Mi cambio. Louis non mi aveva detto dove saremmo andati. Mi misi un paio di pantaloncini di jeans e una maglia. Le mie converse ai piedi, un pò di trucco ed una giacca che avevo fregato a Theo, mi arrivava a metá coscia. Ero pronta per la mia serata con Louis.

Sento chiamarmi dal piano di sotto. Scendo e trovo Theo a parlare con Louis, di macchine e cose da maschi.

Mi avvicino a loro.

"Ciao piccola" mi disse Louis facendomi l'occhiolino. Che imbarazzo davanti a mio fratello, non poteva farmi quello. Ero sul punto di uscire da casa quando Theo mi richiama dentro. Mi volto.

"Quella non è la mia giacca?" mi chiese alzando un sopracciglio e squadrandomi dall'alto in basso.

"Adesso è mia" gli feci la linguaccia.

"Andiamo Abby" mi gridò Louis dalla macchina. Lo ragiunsi e mi accomodai in quest'ultima.

"Dove mi porti?" chiesi a Louis mentre guidava e si fumava una sigaretta.

"Ad una festa di un mio amico" mi disse buttando il fumo dalla bocca e facendomi l'occhiolino.

Appoggiai i piedi sul cruscotto e mi misi comoda, come al solito.

Arrivammo in poco tempo a destinazione. Non mi aspettavo che mi portasse ad un'altra festa, ma non mi aspettavo nemmeno una cena a lume di candela.

Mi cinse la vita con un braccio e mi portò dentro la casa. La puzza di sudore invase le mie narici. La musica rimbombava in tutta la casa. Vidi Louis fare segno ad un ragazzo biondo. Si avvicinò a noi e salutò Louis. Si voltò verso di me ed io mi feci piccola al fianco di Louis. Conoscevo quel ragazzo si chiamava Niall e non aveva una bella reputazione a scuola.

"E tu sei?" mi chiese il ragazzo abbassandosi al mio livello.

Louis mi strense di più a lui. Alzai lo sguardo e mi sorrise.

"Sono Abby" risposi al ragazzo.

Non mi andava di stare lì con quel ragazzo. Mi era presa la voglia di bere e ballare.

Niall ci fece strada verso il salone pieno di persone. In un angolo c'era un divano e noi stavami andando verso quella direzione. Louis e Niall parlavano di non si cosa ed io vagavo con lo sguardo senza prestare attenzione a loro due.

Mi stavo sedendo sul divano quando Louis mi fece accomodare sulle sue gambe. Lo guardai con sguardo interrogativo.

"Non ti lascerò sedere su quel divano, chissá chi ci è passato prima e soprattutto chissá che ha fatto." mi sussurrò all'orecchio. Mi misi comoda sulle sue gambe e appoggiai la testa sulla sua spalla. Ascoltavo i discordi dei ragazzi. Parlavano di una cosa chiamata "Miria". Che ci sarebbe stato il prossimo fine settimana. Non chiesi a Louis di cosa si trattasse. Rimasi in silenzio fino a quando "vuoi ballare?" mi chiese Louis all'orecchio. Annuii alzandomi e ci avviammo verso la pista da ballo.

Incominciammo a muoverci a ritmo di musica. I miei fianchi sfioravano quelli di Louis. La musica era penetrante, ma ancora di più lo erano gli occhi di Louis.

Balliamo fino a spostarci le vertebre e distruggere i pregiudizi, fino a farci male ai piedi così tanto da ridere. Balliamo, tienimi stretta a te Louis, costringimi a mandare lo sfratto agli scheletri nell'armadio, e riempire mille scatoloni con le mie paure, a provare ad ammazzare il dolore. Solo tienimi stretta.

~You make me strong!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora