Capitolo 32

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Successe tutto così in fretta, che non avevo avuto il tempo di rendermene pienamente conto.

Ci stavano sparando contro. Guardai la finestra, i vetri erano stati rotti dallo sparo. Louis mi buttó per terra. Strisciai lungo il pavimento fino ad arrivare all'angolo lontano dalla finestra. Vidi Louis aprire il casetto del comodino. Estrasse una pistola.

Perché Louis aveva una pistola nel comodino?

In quel momento mi resi conto di non conoscerlo per niente.

'Non ho mai fatto niente di straordinario nella mia vita.' Mi aveva detto. Alla faccia del 'niente di straordinario'.

Prese il telefono. Parlava con Niall. Da quello che avevo capito stava venendo qui.

Chiuse la telefonata. Gli spari si erano placati da un paio di minuti. Mi guardò mentre si mordeva il labbro. Era proccupato. Lo si capiva dai suoi movimenti. Si passò la mano sul collo.

Si avvicinó a me, ma io cercai di farmi più piccola contro il muro. Si bloccó.

"Hai paura di me?" sussurró. Il suo sguardo mi trafisse ed ecco che il mio cuore perse un battito.

Avevo paura di lui?

Distolsi lo sguardo dal suo e guardai le sue vans in un angolo della stanza. Guardai i vetri rotti sul pavimento. E mi accorsi di quanto la mia vita era simila a quei vetri per terra.

Di solito le persone quando succede qualcosa di brutto crollano, si frantumano e lasciano i pezzi lì sul pavimento, passano le giornate a commiserarsi e a fissare quei pezzi, finché con il tempo non trovano il coraggio di prendere un pezzo e poi un altro, tra altro tempo e altra autocommiserazione, per poi prendere un altro frammento e riattaccarlo nel punto giusto, fino a rimettere tutto apposto. E poi ci sono io, io che vedo i pezzi sparsi sul pavimento e li riattacco tutti molto velocemente, a casaccio, piuttosto che restare lì a fissarli e per molti sono, o così appaio, una persona forte. La verità è che un oggetto che non è aggiustato bene si rompe più facilmente. E così continuo a crollare e a rimettere velocemente tutto a posto in maniera sbagliata, sostituendo l'ironia all'autocommiserazione ma mettendoci molto più tempo dei così detti "Deboli".

La verità è che le persone che voi considerate forti, tentano di correre più veloce del dolore fintanto da non sentirlo più ma saranno sempre quelle un pò più "Rotte".

"Non puoi avere paura di me, guardami." mi sussurró inginocchiandosi di lato a me, non gli diedi ascolto continuai a fissare le sue vans. "Guardami" continuò. Mi prese il mento e spostó il mio volto d'avanti al suo. Chiusi gli occhi non mi andava di guardarlo.

"Guardami, cazzo" gridó esasperato. Aprii gli occhi per la paura.

"Guardami sono io, piccola" sussurró.

Gaurdai nei suoi occhi. Era tipo disperato, ma richiusi gli occhi e lo spinsi via da me.

Sentimmo la porta d'entrata aprirsi. Louis caricó la pistola "stai qui" mi disse e se ne andó non prima peró di avermi baciato sulla fronte.

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