Capitolo 44

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Ero seduta su una di quelle scomode sedie di palstica nella sala d'attesa dell'ospedale. Era tutto così bianco, calmo. Voleva apparire calmo, ma io sapevo che quell'ospedale é tutto tranne che calmo, é come me. Me che tengo tutto dentro. Il più delle volte ho delle battaglie dentro che nessuno sa e mai saprà. Reprimo spesso la mia rabbia. Non spacco oggetti e non grido a squarciagola. Tengo tutto dentro. Voglio che il resto del mondo, nel vedermi, pensi che tutto sia calmo e in ordine dentro di me, anche quando non lo è.

Questo ospedale mi aveva rubato i miei genitori un anno fa e la cosa non mi piaceva, non mi piace l'idea di rivivere quei ricordi. Per quanto belli erano i ricordi, facevano troppo male, ti distruggevano dentro, spazzando via ogni tua voglia di tornare a sorridere, scherzare, vivere.

Erano passate due ore da quando Louis era entrato in sala operatoria.

Perché ci mettevano così tanto?

Jessica era lì di lato a me, mi stringeva la mano, per darmi forza. Niall era andato di sotto a prendere un caffé alla macchinetta.

Avevo paura, davvero tanta paura di non poter rivere Louis. Di non rivedere i suoi occhi, il suo sorriso. Di non poter più toccare i suoi capelli. Di non poter più scherzare con lui.

Sentii un rumore, mi voltai e notai che il corpo di Louis coricato sul lettino era appena uscito da dentro quella stupida stanza. Un medico mi fece segno di non avvicinarmi al lettino. Averlo così vicino e non poterlo toccare mi lasció un gusto amaro dentro.

Il medico si avvicinò a noi, mi alzai dalla sedia e gli andai in contro.

"Allora dottore?" chiesi con impazienza. Volevo e dovevo sapere come stava Louis. "L'operazione é andata bene, c'é stata qualche complicazione, ma niente di preoccupante. Il paziente sta bene, ma due centimentri e la pallottola avrebbe perforato il cuore." mi disse il medico, per poi andarsene.

Mi voltai da Jessica e l'abbracciai. Louis stava bene e questo era l'importante.

Guardai l'infermiera e mi avvicinai.

"Sa per caso dove hanno portato il ragazzo appena uscito dalla sala operatoria?" le chiesi con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

"Nella sua stanza al piano di sopra. Stanza numero 105."

"Grazie, posso vederlo?"chiesi con impazienza volevo andare sopra.

"Certo, peró non lo stancare che ha subito un operzione" mi disse quella signora. 

Guardai dietro di lei e notai Niall. Aveva una brutta cera. Feci cenno a Jessica e lei gli corse in contro. Andai all'ascensore e salii al piano di sopra. Corsi verso la stanza numero 105.

Amore sto arrivando.

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