Capitolo 46

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Erano passati due giorni da quando avevano lasciato andare via dall'ospedale Louis. Non avevamo fatto altro che stare insieme, apparte la mattina che c'era scuola per me, lui non poteva andarci ancora aveva i punti della ferita. Avevo avvisato Theo che sarei stata con Louis e non aveva ribattutto, solo mi aveva dato il permesso.

Chiusi gli occhi eravamo coricati sul suo letto ed avevamo appena finito di fare l'amore.

"Posso essere io il tuo eroe, piccola?

Posso far sparire il dolore? Ti starò vicino per sempre, tu riesci a togliermi il respiro" sentii Louis sussurrarmi queste parole all'orecchio. Sorrisi e aprii gli occhi.

"Puoi fare tutto ció che vuoi amore, solo non mi lasciare mai, neanche quando il mondo é contro di noi e sembra che la vita ci odi" sussurrai giocando con il ciondolo della collana al mio collo.

Prese le mie mani e le intrecció alle sue. Ci guardammo negli occhi e mi persi completamente in quel colore così limpido. Mi fissó per interminabili minuti. Poi parló e disse una cosa che non avrei mai pensato potesse uscire dalla sua bocca.

"Ti amo" sussurró stringendomi al suo petto. La felicità era così tanta che una lacrima rigó la mia guancia. Lo strinsi più forte che potevo, affondando le mani nei suoi capelli. Incastrai le mie gambe alle sue.

"Anch'io, tanto" sussurrai al suo orecchio "non raccontiamoci favole, regaliamoci ogni giorno una realtà da affrontare insieme. Non facciamoci promesse, proteggiamo ciò che costruiremo giorno per giorno. Non giuriamoci amore eterno, nessun per sempre. Mandiamoci a quel paese se serve, ma torniamo sempre a riprenderci." continuai guardando adesso i suoi occhi fissi sui miei.

Restammo a parlare sotto le coperte per un'ora, poi il mio stomaco fece uno strano rumore. Avevo fame. Risi imbarazzata. 

"Andiamo a mangiare qualcosa, sono le quattro di pomeriggio e non abbiamo pranzato." dissi alzandomi. Scesi dal letto, ma in quel momento mi resi conto di essere nuda. Louis mi guardava con sguardo attento, i suoi occhi passarono su tutto il mio corpo.

"La smetti di guardarmi così" dissi prendendo una sua camicia e indossandola abbottonando gli ultimi bottoni.

"Così come? E comunque non é niente che io non abbia già visto" disse ridendo guardando la mia espressione scioccata.

Mi voltai e scesi di sotto. Andai dritta verso il frigorifero.

Amavo quell' elettrodomestico.

Lo aprii e presi dell'acqua, mi appoggiai con i gomiti al marmo della cucina guardando fuori dalla finestrella, mentre sorseggiavo la mia acqua.

Sussultai appena sentii due mani avvolgersi attorno alla mia vita. Mi voltai trovandomi Louis d'avanti.

"Cosa vuoi mangiare?" mi chiese stampandomi un bacio sulla fronte, per poi staccarsi e aprire il frigo.

"Ho voglia di pizza" dissi guardandolo armeggiare con una bottiglia di succo alla pera.

"Che pizza sia" esultó prendendo il telefono. Chiamó la pizzeria e dopo un quarto d'ora la pizza era sul tavolo che aspettava solo di essere mangiata.

Addentai il primo pezzo, poi un altro ed un altro ancore. Avevo fame. Louis mi guardò e sorrise. Amava il fatto che io mangiassi senza che lui mi pregasse, di solito doveva farlo.

Avevamo appena finito di mangiare, eravamo coricati sul divano quando il telefono di Louis incominció a suonare. Rispose, ma il suo sguardo felice si indurì. Strinse i pugni e una ruga d'espressione si disegnó sulla sua fronte.

Chi era al telefono per far cambiare l'umore di Louis così in fretta?

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