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Il Capitano

La strumentazione di bordo non risponde e il segnale del sistema satellitare è assente. Sono ore che provo a cambiare la destinazione di Maree. L'agitazione degli uomini in sala comando è palpabile, vorrei rassicurarli ma l'arrivo di Ron me lo impedisce. Il marinaio mi informa che l'equipaggio ha messo in salvo alcuni naufraghi.

"Si tratta di un uomo, una donna e due bambini," mi informa Ron, manifestando un'ansia che certamente non è dovuta al soccorso dei naufraghi. Siamo tutti consapevoli che se non riprenderemo il comando di Maree ci schianteremo contro la costa libica.

"Avete fatto bene a soccorrerli. Andrò ad avvertire il medico di bordo personalmente in modo che se ne prenda cura," gli dico, sperando che fare due passi mi possa regalare maggiore lucidità. 

Raggiungo l'infermeria dove mi accoglie l'assistente del medico. Keja è spettinata e sembra molto a disagio. Raccoglie i suoi ricci biondi in una coda da cavallo e mi informa che, nonostante sia ora di pranzo, il medico non si è ancora svegliato.

"Capitano, è da ore che Lalla dorme sul lettino sistemato dietro il separé. Ho provato a svegliarla ma non ci sono riuscita e mentre dorme ripete delle espressioni tipicamente piratesche. È tutto molto strano. Le assicuro che Lalla è una professionista molto responsabile. La conosco da oltre dieci anni. La stramba tra le due sono sempre stata io. Non so cosa le stia succedendo."

Mentre spiego all'assistente la necessità di visitare i naufraghi, dei rumori ci interrompono e il medico fa capolino da dietro il separé.

"Per mille supposte, Keja. Di chi diavolo è questa voce?" brontola la dottoressa, mostrando un volto stanco.

"Lalla, basta dormire. Il capitano ha bisogno di noi per prestare soccorso a dei naufraghi," le dice Keja.

"Vai tu!" replica lei immediatamente. 

"Sei matta? Non sono mica un medico."

Ascolto il loro battibecco e resto impassibile. Mi chiedo se il rapimento della sera prima possa avere a che fare con l'insolito comportamento del medico di bordo.

"Va bene, vengo dai naufraghi ma poi torno a dormire," mormora Lalla, mentre barcollando afferra la borsa da lavoro.

L'assistente mi strizza l'occhio per rassicurarmi, ma non credo che in queste condizioni il medico possa svolgere il suo ruolo. Giungiamo quasi subito sul ponte in cui sono stati accolti i naufraghi e la scena che ci si prospetta è così forte che la dottoressa sembra rinsavire all'istante.

Un ragazzo di colore si muove con destrezza, sfuggendo ai marinai che cercano di impedirgli di rituffarsi in mare; è talmente agile che sono necessari sei uomini per bloccarlo; quindi, uno dei marinai si avvicina per farmi rapporto.

"Capitano, vengono dalla Libia. Sono in quattro. Un uomo, una donna e due bambini. La loro imbarcazione è affondata. Il ragazzo riferisce di chiamarsi Rashid. Vuole tuffarsi in mare perché dice di dover salvare la sua donna," dice Tommy tutto ad un fiato, concludendo di essere molto preoccupato per i bambini che sono ancora privi di sensi.

Il medico di bordo entra subito in azione e visita i bambini con accuratezza. L'addome violaceo e il respiro corto ci fanno temere il peggio ma fortunatamente il battito è regolare.

"Sono denutriti e senza forze, ma, per la benda di Barbanera, vedrete che ce la faranno." L'espressione usata del medico mi sorprende, ma agisce con competenza tanto che i bambini riprendono conoscenza quasi subito.

Passiamo a occuparci della donna che dice di chiamarsi Abeba, la quale ci spiega che Rashid è sotto shock perché si era innamorato di una donna che è morta durante il naufragio. Alle parole di Abeba il ragazzo ricomincia a urlare e tenta di nuovo di saltare dal parapetto.

"Keja, prepara due sedativi per il ragazzo," dice il medico di bordo.

"Due? Non saranno troppi?" replica l'assistente, sgranando gli occhi.

"Meglio abbondare. Mi sento stanca e non voglio imprevisti mentre schiaccio un pisolino."

Non capisco l'atteggiamento del medico ma ciò che conta è che i naufraghi stiano bene; dispongo che siano sistemati in una stanza vicino all'infermeria e mi avvio verso il ponte di comando intenzionato a trovare una soluzione per la rotta di Maree.

Sono appena le tre del pomeriggio e percorro a passo svelto i corridoi deserti di Maree, quando al rumore dei miei passi se ne aggiungono altri. Non ci metto molto a capire che qualcuno mi sta seguendo. Svolto velocemente a destra e mi fermo per cogliere di sorpresa la persona che mi sta alle costole. Mi ritrovo davanti alla donna bruna che ha cercato di rapirmi. Indossa abiti in stile piratesco e ha un sorriso ammiccante che mi dà ai nervi.

"Ciao, mio capitano," esordisce.

"Ci conosciamo?" le chiedo, mentre le sue labbra si avvicinano troppo alle mie.

"Direi che ci conosciamo da molto tempo."

"È uno scherzo, vero?"

"No, nessuno scherzo," mormora un uomo che sopraggiunge alle spalle della donna. Anche lui è vestito da pirata. È tutto così assurdo.

"Chi diavolo siete?"

Per tutta risposta la donna mi dà uno schiaffo.

"Adesso mi hai proprio stufato. Se davvero non ti ricordi di noi faremo in modo che ti ritorni la memoria," minaccia la sconosciuta poco prima che io perda i sensi. L'ultima cosa che sento è la voce di Kira, dei gorgoglii d'acqua e l'intenso profumo di salsedine.

RRR

DARK STAR 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora