1

892 25 0
                                    

e un altro giorno di scuola comincia, ho sempre odiato la scuola, ma se non ci vado posso anche scordarmi che mia mamma continui a mantenermi.
ho 19 anni e vivo ad Albuquerque da ormai un mesetto, mi sono trasferita qui da Milano per essere più vicina a mio padre, lui è originario di qui e quando è morto, qualche mese fa, l'hanno seppellito qua, nel suo paese natale. avevo bisogno di cambiare aria, sono successe molte cose nell'ultimo anno e dovevo allontanarmi per un po'.
mia madre mi manda soldi dall'Italia ogni mese, è la direttrice di un'azienda di elettronica quindi non ha problemi, nonostante non approvi questa mia decisione di venire a vivere qui, non si è fatta scrupoli a comprarmi questo appartamento.
come ogni mattina parcheggio l'auto davanti all'entrata dell'edificio, dove la mia amica Alex mi sta aspettando.
Io: ehi Al! passato bene il weekend?
A: alla grande! peccato che non sei venuta alla festa di Kiran, ci teneva lo sai?
io: lo sai che i tipi come lui non sono il mio genere.
...: come me, come?
dice una voce dietro di me, io mi giro e rimango impietrita, Kiran Jones, il ragazzo più famoso della scuola, sogno di ogni ragazza di questa scuola e che mi fa il filo da quando sono arrivata in città, ha appena sentito la mia affermazione, cazzo.
ragiono velocemente su una risposta sensata da dargli ma ho il cervello in pappa, per fortuna Alex mi mette un braccio intorno alle spalle e risponde al posto mio.
A: un riccone, egocentrico e pervertito.
afferma sorridendo la mia amica, lui ammicca divertito e poi posa lo sguardo sul mio seno e si lecca le labbra.
K: ti ho mai detto che l'uniforme ti dona?
io: sì, circa una trentina di volte.
affermo seccata. in questa scuola bisogna mettere un'uniforme, è composta da una camicia bianca con lo stemma della scuola nella parte alta a sinistra, poco sopra il petto, una gonna a pieghe color bordeaux, delle parigine bianche e infine delle ballerine con il tacchetto dello stesso colore della gonna.
ammetto che quando l'ho saputo ero elettrizzata per questo fatto della divisa, ma a un mese di distanza la cosa è cambiata radicalmente. le scarpette fanno male e ad ogni passo c'è il fastidioso rumore dei tacchetti che rimbomba sul pavimento, la camicia è troppo aderente e mi risalta il seno più del dovuto e le calze pizzicano. odio questa scuola. per fortuna siamo a maggio e questa tortura durerà ancora per poco.

entriamo nell'edificio e io, dopo aver salutato Alex, vado al mio armadietto. appena finisco di cambiare i libri chiudo lo sportello e sussulto, mi trovo davanti Kiran.
io: oddio...!
K: scusa, non volevo spaventarti.
io: sì, beh... che c'è? sono in ritardo per la lezione di chimica...
affermo fissandolo negli occhi.
K: volevo sapere se ti andrebbe di uscire questo weekend, non sei venuta alla festa e non ho potuto fare a meno di notarlo.
io: avevo da fare, non tutti come te hanno i genitori che li mantengono.
K: mi era sembrato di capire che tua madre ti manda i soldi dall'italia...
cazzo, ma questo è uno stalker? neanche una scusa si può inventare al giorno d'oggi!
K: non cercare di fregarmi Zoe Clayton.
dice sbuffando divertito.
io: beh... non credo di riuscire questa settimana.
K: allora la prossima.
io sospiro.
io: non credo di essermi spiegata bene. io non uscirò con te, ne questa settimana, ne la prossima, ne mai. tu non mi piaci Kiran, non in quel senso almeno.
faccio una breve pausa e lui mi guarda senza fiatare, dalla sua espressione non capisco se si sta trattenendo dal ridere o dalla rabbia.
io: scusa... ora devo andare in classe.
lo supero e entrando nell'aula mi nascondo dietro il mio banco alla penultima fila.
...: alla buon'ora signorina Clayton.
afferma il mio professore di chimica, il signor White.
io: mi scusi, stavo controllando il mio orario di oggi.
Sig. W: e il suo orario scolastico si chiama Kiran Jones?
tutta la classe scoppia in una fragorosa risata ed io mi sento avvampare.
per fortuna, in poco tempo tutti si placano e la lezione ha inizio, una lezione in cui io, ovviamente, mi esercito nella istruttiva arte del dormire.

nella pausa pranzo mi ritrovo con la mia migliore amica in un tavolo in marmo nel cortile della scuola, fisso il mio acerrimo nemico, il Signor White, mentre addento un panino al tacchino, uno di quelli scadenti della mensa della scuola.
A: attenta, così rischi di incendiargli i capelli.
afferma ridendo distraendomi dal mio fulminino sguardo da assassina.
io: sarebbe il minimo dopo la figura di merda che mi ha fatto fare con la classe.
A: quindi... tu e Kiran...?
chiede ammiccante.
io: NO!
esordisco io per fermare qualsiasi pensiero si stesse diffondendo nella sua mente contorta e malata.
io: ho spiegato a Kiran che non sono interessata, è da quando sono arrivata che va avanti con questa storia, mi sono stancata. gioca a football, ok, è il capitano della squadra, ok, tutte le ragazze lo amano, ok, e allora?
A: e allora? come puoi chiedermi questo? tutte le ragazze di questa scuola vorrebbero essere al tuo posto!
io: allora che vada da loro e lasci in pace me! non è il mio tipo... cosa mi potrebbe dare se non party tutti i sabati, sesso e fama qui a scuola?
A: ti sembra poco?
chiede esterrefatta.
io: mi sembra banale.
dico per poi bere un sorso dalla mia lattina di coca.
io: ho diciannove anni, voglio divertirmi, viaggiare, fare nuove esperienze, conoscere persone. a cosa mi serve un po' di "fama", come vogliamo chiamarla, per un mese? appena finirò questo anno scolastico non so neanche se resterò ad Albuquerque, non so cosa farò quest'estate. questo è l'ultimo anno di liceo, dopo il diploma che dovrei fare?
A: non dirmi che non hai la minima idea di quale college frequentare! le iscrizioni stanno per chiudere, ti devi sbrigare!
io: Alex, non so neanche se ci voglio andare al college!
A: certo che ci devi andare!
io sospiro. odio parlare del mio futuro con lei, finiamo sempre per litigare. io odio parlare del mio futuro in generale!
io: comunque non stavamo parlando di questo. il punto è che non penso che Kiran possa farmi provare tutte le emozioni e esperienze di cui ho bisogno.
A: sai bene che non ci rinuncerà così facilmente e comunque secondo me dovresti almeno
io: cazzo, sta venendo qua!
dico senza farle finire di parlare.
A: chi? Kiran?
io: no! ma che dici? il professor White...
dopo cinque secondi è in parte al nostro tavolo.
A: buongiorno professore! qual buon vento la porta qui? si sieda!
ma che cazzo sta dicendo? solo perché a lei sta simpatico non significa che possa invitarlo così al nostro tavolo!
lui ovviamente accetta l'invito e poi mi guarda.
Sig. W: signorina Clayton, ho constatato che non vai affatto bene nella mia materia.
ma no, davvero? non pensavo, questa mi è nuova!
Sig. W: dovresti impegnarti di più, so che c'è del gran potenziale dentro di te, devi solo tirarlo fuori! se non capisci qualcosa devi solo chiederlo, forse non comprendi quando parlo, magari uso dei termini troppo specifici, o parlo troppo veloce, dimmelo se credi che sia io il problema.
afferma per poi mettermi una mano sulla spalla, io guardo quest'ultima e poi guardo lui, sforzandomi di sorridere.
so che sta passando un brutto momento, gli hanno diagnosticato un cancro ai polmoni allo stadio terminale e non voglio peggiorargli la situazione facendogli credere che non è un bravo professore.
io: no... insomma... non è colpa sua, sono io che non sto attenta alle sue lezioni, ma per il semplice fatto che non riesco a concentrarmi. mi farò dare delle ripetizioni se è questo che le interessa, non mi farò bocciare, può stare tranquillo.
dico cercando di essere il più convincente possibile.
lui sorride, annuisce, e dopo averci salutate, se ne va. io caccio un sospiro di sollievo, posso tornare a respirare.
io: certo che è proprio una rottura di palle... se non studio saranno cazzi miei.
A: sì beh, ho sentito dire che stia dando un po' di matto. dicono che si faccia di erba o cose simili.
io: cosa? nah... saranno tutte delle storielle inventate.
A: e se lo scoprissimo?
io: e come vuoi fare? sentiamo.
esordisco ridendo.
A: seguendolo!
non può essere seria.
io: non puoi essere seria! vuoi davvero sprecare il tuo tempo libero per scoprire se il nostro professore di chimica si fa le canne?
A: dai! è divertente! facciamo che una di noi lo segue per questa prima settimana, se non scopre niente, la prossima settimana lo segue l'altra. e via così.
io: ok, beh, quando avrai finito di seguirlo, questa sera chiamami.
A: cosa? no... io pensavo che il primo turno l'avresti fatto tu.
io: e perché io? è una tua idea.
lei sospira rumorosamente.
A: sasso, carta, forbice?
facciamo questo, a mio parere stupido, giochino per decidere chi delle due seguirà il Sig. White questa settimana.
io: sasso...
A: carta...
io: forbice!
buttiamo giù le mani, io sasso, lei carta.
A: ahah! carta batte sasso, tocca a te!
alzo gli occhi al cielo.
io: e se arrivassimo a tre?

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora