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passano due settimane, Walt ha portato Jesse in un centro per la riabilitazione, non lo vedo da quando siamo andati a prenderlo in quella baracca. oggi andrò a trovarlo, penso che gli farà bene vedere una faccia amica.
così alle tre del pomeriggio mi trovo a parlare con la receptionist.
io: salve, sono qui per vedere un mio amico, Jesse Pinkman.
Receptionist: ok, dovrebbe firmare qui.
mi consegna una specie di modulo e io firmo.
Receptionist: in questo momento dovrebbe essere in piscina, l'ho visto passare prima.
dice indicandomi una porta che conduce fuori.
Receptionist: gli farà piacere vederla.
le sorrido di rimando e poi seguo le sue indicazioni per raggiungere la piscina. esco dalla porta e seguo il sentiero in ciottoli fino ad un'altra struttura, entro. mi trovo davanti a una piscina circolare con l'idromassaggio e tutt'intorno circondato da lettini. di sottofondo c'è questa musica rilassante che a me fa solo innervosire, ma questo è un mio parere. mi guardo un po' intorno e poi lo vedo, seduto su una sdraio con addosso un accappatoio verde chiaro, qui ce l'hanno tutti, sta fissando il vuoto.
mi avvicino e mi siedo sul lettino accanto al suo.
io: ciao.
lui si gira e mi guarda, poi torna a fissare il vuoto senza dire niente.
io: come stai?
mi rendo conto che quello che gli ho appena chiesto non ha senso.
io: ok, beh, è ovvio che non stai bene...
dico abbassando lo sguardo.
io: intendevo... insomma, ti trattano bene qui?
lui non risponde e io sospiro.
io: Jesse, so che è difficile, ma devi smettere di pensarci. devi concentrarti su te stesso e sul fatto che puoi uscirne.
J: me lo sono meritato.
afferma senza smettere di fissare il vuoto.
io: come?
chiedo confusa.
J: me lo sono meritato. l'ha detto anche Walt, mi merito quello che mi capita.
io: sono sicura che non intendesse quello...
lui si gira e mi guarda.
J: ho fatto bene a lasciarti.
schiudo le labbra, sono senza parole, l'ha detto davvero?
J: se fosse successo a te, io...
si blocca e fissa di nuovo un punto a caso in basso.
io: non ti seguo...
J: avresti potuto essere tu.
lo fisso restando in silenzio, aspettando che continui.
J: se fossimo restati insieme, ti avrei rovinata, è per questo che ti ho lasciata, volevo permetterti di vivere. so che te lo stai chiedendo da quel giorno, quindi eccoti la risposta.
resto in silenzio per un po'.
io: Jesse non credo che sia il momento di parlare di questo...
J: e invece sì, avresti potuto essere tu al suo posto, avresti potuto morire. e a te non interessa, continui a starmi dietro, a cercare di consolarmi. ti vuoi davvero così male? avrei potuto uccidere te.
io: Jesse, tu non hai ucciso proprio nessuno. è stata una sua scelta quella di ricominciare, non è colpa di nessuno ok? non puoi incolparti per una scelta che ha fatto lei. e come non hai ucciso lei, non avresti ucciso me, ok?
J: mi manca.
io gli prendo la mano e mi sforzo di sorridere.
io: lo so.

quel weekend decido di invitare Alex a casa mia, arriva verso le due.
io: ehi!
la saluto aprendole la porta.
A: ciao amica!
mi abbraccia e poi andiamo in cucina e le offro un caffè.
io: allora, come va al college?
A: benissimo! ho conosciuto delle persone fantastiche, in più c'è questo ragazzo che è bellissimo e davvero gentile.
io: sono felice per te, davvero. le lezioni?
A: ah sì, sono fantastiche anche quelle!
afferma entusiasta, io rido.
io: non ti ho mai vista così emozionata a parlare di scuola.
anche lei ride.
A: e te invece? come va la vita?
mi sforzo a sorridere, ma non riuscendoci, mi giro verso la caffettiera.
A: Zoe...?
io: sì, è tutto fantastico.
A: non me la bevo, avanti, parla.
io: no senti, non ti ho invitata qui per farmi da psicologa.
A: ne abbiamo già parlato, devi buttare fuori tutto, non puoi tenerti dentro le cose, finirai per scoppiare. ora siediti e parlami.
sospiro e dopo aver spento il fuoco del gas, mi siedo.
io: ho rivisto Jesse.
A: oh... e com'è andata?
io: beh... lui non sta molto bene in questo periodo...
A: che vuoi dire? spiegati.
io: ha una... cioè, aveva una ragazza, e l'ha fatto iniziare a bucarsi. si bucavano insieme.
A: hai detto "aveva", quindi si sono lasciati, è positivo no?
io: non si sono proprio lasciati...
prendo un bel respiro e poi parlo.
io: è morta di overdose.
A: oh...
sto in silenzio.
A: e Jesse come sta?
io: come vuoi che stia? è morta accanto a lui, nel sonno, e lui non ha potuto far niente. inoltre si incolpa per la sua morte, dice che l'ha fatta ricominciare lui...
A: e dov'è adesso?
io: in una comunità, per disintossicarsi. sono andata a trovarlo qualche giorno fa, è distrutto.
A: e tu come stai?
alzo lo sguardo e sbuffo.
io: sono una persona orribile.
A: cosa? e perché?
io: non faccio altro che chiedermi "perché lei sì e io no?", sono gelosa ti rendi conto? lui sta di merda e io continuo a mettere me stessa al primo posto. è scoppiato in lacrime davanti a me, ha detto che senza di lei non aveva senso continuare a vivere, ha detto che la amava. e io sto male per questo! sono solo un'egoista, l'unica cosa a cui riesco a pensare è che non mi ha mai detto ti amo, capisci? e quando io l'ho fatto, lui mi ha lasciata.
A: è normale che ci pensi, avete condiviso tanto insieme...
io: è il karma, non c'è altra spiegazione. è perché sono tornata amica di Victor, dev'essere per quello. e ora l'universo mi sta punendo.
A: non dire stronzate e guarda in faccia la realtà. sei ancora innamorata di lui e anche solo pensare che una ragazza possa aver preso il tuo posto, ti fa impazzire.
sospiro.
io: hai ragione... lo amo ancora... non l'ho mai dimenticato.
A: prima o poi ti passerà ok?
io: no. io non voglio. è proprio questo il punto, io non voglio che mi passi, non voglio dimenticarlo o lasciare che questo noi resti solo un bel ricordo del passato. io lo amo, e per quanto stupido e imbarazzante e forse anche un po' infantile possa sembrare, io voglio lottare per lui. voglio fargli capire che non è solo, quando è morto mio padre mi sono sentita tremendamente sola e abbandonata, non voglio che questo succeda anche a lui.
A: beh, se è così allora devi dirglielo.
io: io non lo so... ho paura che la prenda male... e poi è ancora innamorato di lei e so che non posso rispuntare all'improvviso e pretendere che ricambi i miei sentimenti, non so nemmeno se mi abbia mai amata... non voglio soffrire... lui ha bisogno di più tempo.
A: allora dagli tempo. ma intanto fagli capire che per lui ci sei.
io: ci penserò... non sembrava tanto entusiasta di vedermi quando sono andata a trovarlo.
A: gli è appena morta la ragazza, è normale ok?
dice prendendomi per mano.
A: si riprenderà, ma adesso ha solo bisogno di qualcuno che gli stia accanto, l'hai detto tu.
annuisco e sorrido.
io: grazie, non so proprio cosa farei senza di te.
dico stringendole la mano.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora