20

296 12 7
                                    

sposto gli occhi sull'abito bagnato e lascio la mano di Kiran.
A: ehi ragazzi!
dice arrivando e togliendo tutti e tre dall'imbarazzo.
A: ciao Jesse! finalmente sei arrivato!
dice poggiandogli un braccio sulla spalla.
A: non è che avresti quella cosa che ti avevo chiesto...?
li guardo confusa.
J: certo, ecco qui.
dice per poi tirare fuori delle bustine con dentro l'erba, guardo Alex senza parole, HA DAVVERO CHIAMATO IL RAGAZZO CON CUI HO FATTO SESSO, SOLO PER DELLA CAZZO DI ERBA?!
A: grazie mille, dopo ricordami di pagarti, potrei scordarmelo.
dice ridendo, poi ferma uno della squadra di Kiran e gli passa le bustine di droga.
comincia a parlare e scherzare con Jesse come se si conoscessero da una vita, questo mi urta abbastanza, se non la conoscessi bene direi che ci sta spudoratamente provando con lui, ma essendo la mia migliore amica devo concederle il beneficio del dubbio.
A: Kiran, ti ricordi di Jesse?
K: e come potrei dimenticarlo? ha un destro da paura.
dice ridendo.
J: sì beh amico, penso che tu possa capire, niente di personale.
afferma con disinvoltura.
AMICO? MA MI SONO PERSA QUALCOSA?
sbuffo.
io: scusatemi se interrompo la vostra fantastica rimpatriata, ma io penso che andrò a pulirmi il vestito, con permesso.
dico per poi girare i tacchi e andare nel bagno al piano di sopra. prendo un po' di carta igienica e la bagno sotto il rubinetto per poi cominciare a sfregare sopra la macchia.
...: devi usare l'acqua calda.
dice una voce dietro di me, mi giro e vedo Jesse appoggiato allo stipite della porta del bagno.
io: dato che sei tanto esperto, perché non vieni a farlo tu al posto mio?
chiedo irritata. lui si avvicina prendendomi in parola, poi prende un panno e lo bagna nell'acqua calda e si abbassa per poi cominciare a sfregare sul vestito all'altezza del mio ombelico.
io: stavo scherzando, posso farlo anche da sola.
dico prendendogli il panno dalle mani e allontanandomi, per poi continuare a sfregare. lui si alza e si avvicina a me, alzandomi il mento con un dito.
J: sei sempre più bella ogni giorno che passa.
afferma con voce sensuale. lo bacerei, se solo non mi venisse in mente quanto mi abbia fatto male quando l'ho beccato a letto con quella tipa.
sospiro e scanso la sua mano dal mio mento.
io: tu invece sei sempre vestito uguale.
wow, ma a che livello sono finita? insultarlo per i vestiti? davvero?
lui ridacchia.
J: solo perché sono tutti larghi non significa che siano gli stessi.
dice mettendosi le mani nelle tasche della felpa.
io: ti rendi conto che sei in felpa e ci saranno trenta gradi fuori?
J: da quando ti preoccupi di come mi vesto?
chiede curioso.
io: da mai, ora torna pure a dialogare con Alex, non mi serve il tuo aiuto.
J: allora è questo il punto, sei gelosa di Al.
non può averlo fatto, DITEMI CHE NON L'HA FATTO!
io: come prima cosa, non chiamarla "Al", solo io la chiamo così. e come seconda cosa, io non sono gelosa proprio di nessuno. anzi, sai che c'è? puoi anche scopartela, tanto ci sei abituato no?
J: sai che non andrei mai a letto con lei.
dice appoggiandosi al lavandino.
io: e perché no? tanto vai con tutte!
J: ma che ti prende oggi? sei più aspra del solito.
dice sbuffando.
io: solo perché ero preoccupata che Tuco ti uccidesse, non vuol dire che abbia dimenticato quello che hai fatto.
affermo seccata.
J: stavi piangendo, per me.
dice con un sorriso beffardo sul viso.
io: sì beh, anche tu.
dico sorridendo ironica.
io: e non solo, se non sbaglio stavi supplicando tra i singhiozzi, dicevi che non volevi morire.
colpito e affondato. o forse no? lui mi guarda e non si toglie dalla faccia quel sorrisino.
J: penso che l'avresti fatto anche tu se avessi avuto un fucile puntato alla testa. anzi, probabilmente ti saresti pisciata addosso, ragazzina.
quanto lo odio. sto per ribattere quando la porta del bagno si apre e Alex ci guarda.
A: ragazzi... ehm... giù ci stiamo divertendo da pazzi, mancate solo voi.
J: arriviamo subito, Al.
lei annuisce e se ne va, mentre io fulmino con lo sguardo Jesse.
J: e comunque, è pulito.
dice indicando il mio abito per poi andarsene.
sospiro cercando di mantenere la calma, poi butto il panno nella cesta dei vestiti sporchi e raggiungo gli altri al piano terra, dove al momento c'è un bordello in corso.
entro in soggiorno e c'è una delle Cheerleader su un tavolo con altri due ragazzi che ballano strusciandosi su di lei, e tutto il resto degli invitati li incitano a continuare.
J: certo che ogni tanto potresti anche tu scioglierti come fa lei.
mi sussurra da dietro ad un orecchio, io lo allontano.
io: perché non la smetti? mi irriti con questo tuo modo di fare... non puoi lasciarmi in pace e basta?
J: se tu ti degnassi di ascoltare la mia versione probabilmente poi ti accontenterei.
io sospiro.
io: ok, allora vai, però sbrigati.
J: non ero in me quel giorno, era tutto il giorno che mi facevo e beh... è arrivata lei. la verità è che avevo perso la cognizione del tempo e pensavo che fossi tu.
lo guardo senza parole e lui si massaggia il collo imbarazzato.
J: e quando ho capito lo sbaglio ero troppo preso dal momento per fermarmi, so che questa non è una valida giustificazione, ma non mi ero reso conto della situazione. mi dispiace tanto. io non avrei mai voluto farti del male, non a te.
fa una pausa e io continuo a guardarlo.
J: ti ricordi quando a casa tua, dopo la cena, hai detto che sono entrato nella tua vita come un uragano?
annuisco.
J: ecco, tu sei il mio uragano.
sbuffo sorridendo e scuoto la testa, abbassando lo sguardo.
J: ora sei tu che non puoi fare così, non puoi andartene in questo modo e lasciarmi da solo con tutto questo disordine dentro di me.
schiudo le labbra senza parole.
io: io non ti ho illuso Jesse. non ti ho dato false speranze. non ti ho permesso di innamorarti di me e poi ti ho spezzato il cuore.
lui sbuffa.
J: invece sì, l'hai fatto.
sento un nodo in gola.
io: non è la stessa cosa.
faccio per andarmene ma lui mi prende per il polso e mi ferma.
J: quindi è finita?
io: non è mai iniziata.
mi creo un varco tra gli altri ragazzi, sentendo Jesse imprecare, e mi rifugio dall'altra parte della stanza.
K: avete litigato?
chiede avvicinandosi, io cerco di ricompormi.
io: è... complicato.
affermo sforzandomi di sorridere.
K: lo è sempre.
io: già.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora