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mi viene ad aprire Skyler, ci salutiamo con un abbraccio.
S: sono felice che alla fine hai scelto di venire, Hank ne sarà felice.
sforzo un sorriso nel sentire il suo nome, ogni volta che lo sento mi torna in mente l'immagine di lui che picchia Jesse fino a fargli perdere i sensi, non riesco a farne a meno.
appena entro trovo già tutti seduti a tavola che si girano a guardarmi.
io: ciao.
dico alzando una mano per salutare tutti, a quel punto si alza un "ciao" collettivo.
mi avvicino al tavolo e mi siedo alla sinistra di Flynn, con davanti Marie e alla destra di Walt, l'altro posto a capotavola lo occupa Skyler, e infine Hank è vicino alla moglie.
S: bene, ora si può mangiare! non fate complimenti.
il pasto è abbastanza silenzioso e colmo di tensione con sguardi poco decifrabili tra tutti.
S: volete un caffè?
chiede alla fine del pranzo.
M: sì grazie.
W: io no, sono a posto così.
H: anche per me uno.
io: ti aiuto a farli.
dico alzandomi per cercare di uscire da questa imbarazzante situazione.
S: non preoccuparti, faccio da sola, tu ne vuoi uno?
annuisco lentamente per poi sedermi e guardare l'ora sul telefono, mancano pochi minuti alle due.
M: vai da qualche parte dopo? è tutto il pranzo che guardi l'orologio.
la fisso per un po' senza dire niente.
M: allora Zoe? il gatto ti ha mangiato la lingua?
chiede scherzando, io le sorrido e deglutisco prima di parlare.
io: sì... in effetti vado da qualche parte.
M: e dove?
H: Marie, lasciala stare, saranno fatti suoi.
so che prende le mie difese solo per cercare di farsi perdonare.
M: ma che c'è? volevo fare conversazione! è da quando è arrivata che nessuno dice niente.
io: non fa niente.
dico sforzando un sorriso.
io: guardo l'orologio per sapere tra quanto finisce l'orario di visita in ospedale...
sapevo che le mie parole avrebbero fatto zittire tutti, è per questo che non volevo rispondere a Marie.
M: vai a trovare quel drogato giusto?
S: Marie!
la rimprovera Skyler poggiando sul tavolo il vassoio con le tazzine di caffè.
M: che c'è? spaccia e si fa, è un drogato! Zoe fidati, se continuerai a frequentarlo finirai come lui.
sospiro spazientita.
io: non è un drogato, si è disintossicato.
M: questo non significa che prima o poi non ricomincerà.
io: e allora uccidiamo di botte tutti quelli che si sono fatti una canna nella loro vita perché ci gira così?!
sbottò arrabbiata alzandomi dalla sedia.
M: Hank stava solo facendo il suo lavoro!
io: ah sì? è così che lavora la DEA?
H: no! non lavoro così. quello che ho fatto a Pinkman è stato...
sospira e Marie gli appoggia una mano sulla schiena.
H: io non dovrei essere così, questo non sono io...
prendo un bel respiro per cercare di calmarmi.
io: è meglio che vada, Jesse mi starà aspettando. grazie per il pranzo Skyler.
lei mi sorride e poi esco dalla casa, sapevo che sarebbe stato un completo disastro. salgo in auto e vado in ospedale, manca un quarto d'ora alle tre quando varco la soglia della stanza di Jesse.
io: ehi...
lui si gira verso di me e accenna un sorriso, io mi avvicino e mi siedo alla sua destra.
io: come stai oggi?
J: meglio... e riguardo a ieri io
io: tranquillo, eri solo molto arrabbiato, non fa niente.
dico accarezzandogli i capelli, lui sorride e accarezza la mia mano.
J: come farei senza di te che mi perdoni sempre?
io: non faresti.
ridiamo e poi i miei occhi si soffermano sui suoi, ci guardiamo per lunghi istanti. lui si inumidisce le labbra e si avvicina lentamente a me.
io: Jesse...
sussurro quasi impercettibile, è la parte più ragionevole di me a parlare, e dice che baciarlo sarebbe un gran errore.
all'improvviso la porta si apre di scatto e noi facciamo altrettanto in fretta ad allontanarci.
W: Jesse dobbiamo parlare.
Jesse lo guarda in cagnesco.
J: non ho più niente da dirti, quello che dovevo dirti l'ho detto ieri.
Walt mi guarda un attimo.
io: ok, esco.
faccio per alzarmi ma Jesse mi ferma.
J: no, resta. qualsiasi cosa deve dirmi può dirmela anche in tua presenza.
io: grazie, ma penso che voi due dobbiate parlare da soli. vado a prenderti un succo ok? come lo vuoi?
lui sospira.
J: non voglio il succo.
annuisco e poi esco dalla stanza, però rimango dietro al muro per cercare di sentire la conversazione attraverso la porta che ho lasciato semichiusa.
J: allora? che cazzo devi dirmi?
W: ci sono delle novità, ascolta. è una buona opportunità. ehm... si è liberato un posto di lavoro, mi serve un nuovo assistente.
Jesse sospira.
J: ho già fatto la mia parte, perché non vai a cercarti una scimmia?
W: non voglio una scimmia, voglio te.
J: oh, cavolo, grazie... beh, non m'interessa. sto portando avanti un mio progetto, bel tentativo, vuoi salvare quello stronzo di tuo cognato.
W: non sono qui per questo Jesse. c'è dell'altro. sarai più di un assistente, molto di più. saremo di nuovo soci, si divide tutto, cinquanta e cinquanta, come una volta.
fa una breve pausa e poi riprende.
W: stiamo parlando di un milione e mezzo di dollari, a testa.
quasi sussulto sentendo quella cifra.
J: no.
Walt sospira.
W: credo che tu non abbia sentito
J: ho sentito benissimo, ho detto no.
W: fammi capire bene, stai rifiutando la bellezza di un milione e mezzo di dollari?
J: io non sto rifiutando i soldi!
dice quasi urlando.
J: io sto rifiutando te! hai capito? non voglio avere niente a che fare con te.
da qui la sua voce si fa un po' tremante.
J: da quando ti ho incontrato, tutto quello di cui mi è importato, è andato. rovinato. coperto di merda. morto! e tutto da quando frequento il grande Heisenberg! non sono mai stato più solo! io non ho niente! e nessuno! tutto quello che avevo non c'è più! capisci?!
sento le lacrime salirmi agli occhi, so come si sente, altroché se lo so, e vorrei solo fargli capire che io ci sono.
J: no, no... perché mai dovresti capire?! perché dovrebbe fregartene? tanto tu ormai hai quello che volevi, giusto?! a te, non frega un cazzo, di me! hai detto che non sono bravo, che non sono niente, perché dovresti volere me?! hai detto che la mia metanfetamina è inferiore, non è vero? va a farti fottere!
sento Walt alzarsi.
W: la tua metanfetamina è buona Jesse, tanto quanto la mia.
all'improvviso la porta si apre e Walt esce chiudendosi alle spalle la porta, appena mi vede sospira.
W: hai sentito tutto vero?
annuisco guardando per terra.
W: ha bisogno di te, entra.
dice per poi andarsene, io entro in stanza e trovo Jesse che sta piangendo.
io: ehi...
dico avvicinandomi a lui.
io: dai fammi spazio.
dico per poi sdraiarmi accanto a lui.
io: Jesse non sei solo, dico davvero, ci sono io.
gli accarezzo i capelli e lui si accoccola a me.
io: io resto, d'accordo? e stavolta col cazzo che mi faccio cacciare da un testardo come te.
lui sbuffa sorridendo, poi si mette seduto alla mia altezza e diventa serio.
J: promettimelo.
io: come?
J: promettimi che resterai sempre, anche quando mi odierai, anche quando sarò uno stronzo e ti tratterò di merda. promettimi che continuerai a lottare per me, anche quando ti dirò di smetterla, e che non smetterai fino a quando non avrò messo la testa a posto. promettimelo Zoe.
gli sorrido.
io: è veramente difficile mantenere una promessa del genere, lo sai vero?
J: ho bisogno che me lo prometti, io farò lo stesso con te, sempre.
io: te lo prometto.
lui sorride e mi accarezza la guancia, io appoggio la mano sulla sua per fermarlo.
io: Jesse cosa significa?
J: cosa?
chiede facendo il finto tonto.
io: è già la terza volta che provi a baciarmi in due giorni, lo fai apposta a mettermi in difficoltà?
lui sorride ancora.
J: se anche tu vuoi baciarmi perché mi fermi?
sospiro.
io: perché so che hai bisogno di più tempo, e non voglio affrettare le cose.
J: non ho bisogno di più tempo, io...
io: sì, hai bisogno di più tempo.
lui si ferma e mi scruta gli occhi.
J: ne sei proprio sicura? sei davvero così convinta che sia io quello ad aver bisogno di più tempo?
annuisco.
J: quindi non sei tu, che hai bisogno di più tempo?
chiede sarcastico, io faccio per parlare ma poi mi blocco, e se avesse ragione?
sospiro e scendo dal lettino per poi sedermi sulla poltroncina, lui ridacchia.
io: perché come prima cosa non parliamo del fatto che hai appena rifiutato un milione e mezzo di dollari?
Jesse sbuffa e torna serio.
J: e allora?
io: e allora? me lo chiedi davvero? senti, se devi cucinare, tanto vale che fai una cosa per bene e ci guadagni anche profumatamente, no?
J: Walt lo fa solo per suo cognato e per se stesso.
io: non è vero, lo fa perché avete cominciato insieme, non sei solo il suo socio Jesse! sei prima di tutto un amico!
J: se certo, come no.
io: dico davvero, lui ci tiene a te. dovresti accettare.
lui mi fissa senza dire niente per un po', gli prendo il cellulare sul comodino e glielo mostro.
io: chiamalo, sono sicura che l'offerta è ancora valida.
lui sospira e poi prende il telefono, io sorrido.
io: pensavo di andare al bar a prendere una brioche, tu vuoi qualcosa?
J: un tuo bacio magari, starei molto meglio.
alzo gli occhi al cielo ed esco dalla stanza.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora