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una volta arrivata chiedo di Jesse e non perdo tempo a raggiungere la sua stanza. è insieme a un signore alto, non so chi sia, appena si accorge di me, mi sorride.
J: ehi ragazzina.
mi avvicino e gli vedo la faccia. ha un'occhio viola e gonfio, non riesce neanche ad aprirlo. per non parlare dello zigomo che ha fatto la stessa fine dell'occhio, è ridotto proprio male.
io: oddio, ma che ti ha fatto... come... come stai?
dico avvicinandomi preoccupata a lui.
J: sarei stato meglio se fossi arrivata prima, dov'eri?
io: scusa, mi hanno fermata gli agenti per farmi delle domande. non ho detto molto, quando hanno cominciato a chiedermi dov'eri stato ho detto che volevo un avvocato.
lui sorride.
J: brava, stai imparando.
dice facendomi ridere a mia volta.
io: sembra che siamo destinati a passare le nostre giornate insieme in ospedale...
dico scherzando.
J: già.
sbuffa e mi prende per mano.
io: lui chi è?
chiedo guardando il tipo davanti a noi che ci sta fissando.
J: lui è Saul, il mio avvocato.
gli porgo la mano.
io: piacere, Zoe.
Saul mi sorride.
S: te le trovi tutte così le ragazze?
ignoro la sua affermazione e guardo Jesse.
io: ora puoi spiegarmi che diavolo è successo? perché ti ha picchiato?
lui sospira.
J: ho ricominciato a cucinare meth.
io: cosa?!
chiedo sgranando gli occhi.
io: cazzo Jesse! ti sei appena disintossicato!
J: lo so, infatti mica me la faccio! ma non è questo il punto. insomma, White voleva distruggere il camper, è per questo che me ne sono andato, per impedirglielo. ma non pensavo che Hank mi seguisse, quindi per non far scoprire Walt ci siamo chiusi nel camper.
io: e cosa centrava Marie, la moglie di Hank, in tutto questo?
S: oh, questo è merito mio. ho chiamato Schrader al telefono e gli ho detto che la moglie era in ospedale per un incidente d'auto, così lui se n'è andato e loro sono potuti uscire dal camper.
annuisco lentamente. in quel momento Walter entra nella stanza.
W: oh mio dio...
dice appena vede Jesse, poi si avvicina lentamente a noi. Jesse diventa serio e capisco dalla smorfia che fa che è incazzato nero, e non lo biasimo.
W: tutto questo è... Jesse... mi dispiace davvero... non doveva accadere.
J: ma è successo. ed è soltanto colpa tua.
W: ma il piano ha funzionato, altrimenti saremmo in cella. ma questo... non me lo sarei mai aspettato.
Walt sospira.
W: allora... che succederà adesso?
chiede rivolgendosi a Saul.
J: che succederà adesso?
dice prima che Saul possa aprire bocca.
J: te lo dico io che succederà adesso. quel sacco di merda di tuo cognato è finito. ha chiuso, hai capito? io non gli darò pace, appena uscirò da qui.
io: Jesse...
J: no, Jesse un cazzo.
dice girandosi verso di me, per poi tornare a guardare Walt.
J: ogni centesimo che lui guadagna, ogni centesimo che la moglie guadagna, sarà mio. ovunque andrà, dovunque si girerà, io sarò lì, a prendere la mia parte. sarà costretto a pulire cessi a Tijuana per qualche spicciolo. e io sarò lì, davanti a lui, a prendermi tutto. mi vedrà quando si sveglia al mattino, e quando strisciando andrà a dormire nella topaia che gli sarà rimasta quando avrò distrutto la casa pezzo per pezzo. starò attaccato al suo culo merdoso per sempre, fino a quando si infilerà una pistola in bocca e premerà il grilletto, solo per farmi uscire dalla sua testa. ecco, quello che succederà adesso.
Walt sta in silenzio e io accarezzo la mano di Jesse, sono sicura che non lo pensa davvero, non può pensarlo davvero.
S: ehm... lo vuoi un consiglio? questa probabilmente non è una buona strategia.
dice in tono scherzoso.
io: già, sono d'accordo.
S: ecco, loro hanno paura di te, non vogliono avere a che fare con te, ma se tu li colpirai dovranno rispondere più forte. voglio dire, andranno a rovistare in ogni angolo, ogni aspetto della tua vita, finché qualcuno non sputerà il rospo, coinvolgendo chi è in società con te, presenti inclusi purtroppo.
dice indicando se stesso e Walt.
W: sì penso che quello che Saul dice sia molto sensato. Jesse, vai avanti con la tua vita, dimenticati tutto.
J: non cambia niente. una volta che uscirò di qui, mi comprerò un altro camper e comincerò a cucinare di nuovo.
Saul sospira.
W: come, esattamente, pensi di risolvere il problema se loro ti prenderanno?
J: problema? ho la carta esci gratis di prigione.
dice sbuffando.
J: se gli sbirri mi prenderanno, darò loro quello che più desiderano. te.
dice guardando Walt.
J: se beccano me, farò un accordo per consegnare il grande Heisenberg. sei il mio lasciapassare, bastardo!
Saul e Walt si guardano, e poi escono dalla stanza. Jesse sospira e mi guarda.
J: tu non vai a spettegolare di quanto sia impazzito?
dice sbuffando.
io: Jesse, so che per te è difficile, e che sei molto arrabbiato... ma siamo amici giusto?
lui annuisce.
io: bene, e da tua amica ti dico che dovresti dormirci su.
J: quindi anche tu stai dalla loro parte? tu hai visto come mi ha picchiato, il modo in cui si è scaravento contro di me come una furia, e stai davvero dalla loro parte? bella amica...
io: no, non sto dalla loro parte, ma dico solo...
J: non voglio sentirti, vai via.
io: ma...
J: ho detto di andartene! sei sorda per caso?!
mi urla contro, io sospiro e mi alzo.
io: tornerò domani, magari ti sarai schiarito le idee.
dico per poi tornarmene a casa.
capisco che in questo momento sia furioso, e nonostante pensi che sia stato un po' eccessivo a urlarmi contro, non sono arrabbiata con lui.
pago il taxi ed entro dalla porta, è quasi mezzanotte e non ho neanche cenato. così decido di farmi una doccia e poi cucinarmi qualcosa di veloce.
sono le una passate quando addento il mio toast e prendo in mano il cellulare, non lo guardo da poco prima che Hank desse di matto. mi ritrovo con cinque chiamate perse da Skyler e altrettanti suoi messaggi che mi dicono di chiamarla appena posso e che ha saputo quello che è successo e non dormirà senza avere mie notizie. allora le mando un messaggio "ciao Skyler, io sto bene, sono appena tornata dall'ospedale, è Jesse quello che è ridotto male, ma si riprenderà. grazie per l'interessamento, buonanotte."
dopo circa due minuti mi squilla il telefono, è Skyler.
io: pronto?
S: Zoe! come stai? ero in pensiero, Marie mi ha raccontato cos'ha fatto Hank. sono dispiaciuta, davvero, non so cosa gli sia preso.
io: beh, come ti ho scritto, Jesse si riprenderà.
S: potresti venire a pranzo domani, ci saranno anche Marie e Hank, potreste parlare e...
io: Skyler, per quanto le tue intenzioni possano essere buone, non credo che sia il caso. Hank ha picchiato senza alcun motivo un mio amico, che tu stai quanto sia importante Jesse per me, sappiamo entrambe che non posso definirlo solo come un amico... quindi non posso lasciar correre, non così presto almeno, mi serve tempo.
S: certo... lo capisco. ma lui è veramente pentito...
sospiro, lei ci tiene così tanto.
io: ci penso ok? ti mando un messaggio domani mattina.
S: d'accordo, buonanotte tesoro.
io: buonanotte.
sorrido e poi riattacco.
finisco di mangiare e poi vado subito a letto, sono stanchissima.

il giorno dopo mi sveglio e decido di andare a pranzo da Skyler, quindi le mando un messaggio per avvertirla, poi entro in doccia. sotto il getto d'acqua calda ho modo di pensare, per lo più a Jesse. i miei sentimenti nei suoi confronti sono uno più contrastante dell'altro, sono ancora poco convinta che sia una buona idea quella di tornare a frequentarlo, ma allo stesso tempo mi mancava così tanto. poi quello che è successo a casa sua prima che se ne andasse... io non so più che pensare. non capisco cos'ha in mente, se vuole solo usarmi per dimenticarsi definitivamente di Jane o se invece gli sono mancata davvero e prova ancora qualcosa per me.
i miei pensieri svaniscono appena, per sbaglio, aziono la manovella dell'acqua fredda e mi arriva addosso una secchiata di acqua gelata.
io: cazzo!
dico spostandomi bruscamente lontano dal getto dello spruzzino, allungo il braccio e chiudo l'acqua, per poi uscire dalla doccia e mettermi addosso un asciugamano.
vado in camera e penso a come vestirmi, mi cambio sei volte prima di optare per dei leggings, una t-shirt e infine una felpa della vans. alla fine è solo un pranzo, con il cognato del mio ex professore di chimica che ha picchiato a sangue il mio ex ragazzo, nonché mio attuale amico, però è solo un pranzo.
a mezzogiorno in punto sono davanti alla porta di casa White, prendo un bel respiro e busso, spero solo che vada tutto bene.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora