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mi faccio una brevissima doccia, proprio per togliermi di dosso il sudore e poi mi metto dei pantaloncini e una maglietta larga, stavolta faccio apposta a prenderla di Jesse, voglio farle capire che non è solo una ripicca verso Victor o qualcosa del genere, lui è veramente importante per me.
esco dal bagno e sbatto contro Jesse, alzo lo sguardo e lui mi sorride.
J: tutto bene?
io: non direi proprio...
affermo a bassa voce.
io: senti, forse è meglio che vai, non sarà una conversazione piacevole.
J: e perdermi te che sbraiti contro tua madre? nah...
afferma ridendo solo per cercare di strapparmi un sorriso, riuscendoci.
J: mi faccio una doccia e sono subito da voi.
io annuisco e mi lascio baciare, poi entro in cucina. mia madre è intenta a versare il caffè nelle tazzine.
M: eccoti qui! il tuo amico non ci raggiunge?
mi trascino e mi siedo di peso sulla sedia a capotavola guardandola male.
io: non è solo un "amico".
dico mimando le virgolette con le dita.
M: sì, certo, come vuoi.
dice portandomi una tazzina e sedendosi in parte a me. io fisso il caffè, mi servirà molto più di questo goccio per farmi affrontare mia madre. mi alzo seccata e prendo una tazza più grande per poi versarci dentro altro caffè.
M: qui c'è il latte.
dice porgendomelo dopo avermi fatta sedere.
io: non ci metto il latte.
M: e da quando? tu mettevi sempre il latte nel caffè...
io: già, mettevo, tempo passato.
lei alza gli occhi al cielo.
M: allora, quanto pensi che durerà ancora questa tua vacanza?
dice per poi sorseggiare la sua bevanda.
io: vacanza?
chiedo alzando le sopracciglia.
M: sì.
afferma sicura di se.
io: non è una vacanza, io mi sono trasferita qui...
ride istericamente.
M: andiamo Zoe! non dirai sul serio? ti ho permesso di venire qui perché pensavo che avessi bisogno di altro tempo per elaborare la morte di tuo padre, ma ora penso che possa bastare, sono passati più di tre mesi, non credi che sia tempo di tornare e sistemarsi con Victor?
sospiro irritata, se non mi calmo subito presto inizierò a urlare come una pazza.
io: cominciamo dal fatto che tu non mi hai permesso nulla, sono maggiorenne e posso fare quello che mi pare, ma sorvoliamo. anche se dovessi tornare, cosa molto improbabile, io non ho nessuna intenzione di tornare con Victor, e men che meno di sposarlo!
lei mi guarda sbigottita, come se avessi appena parlato in cinese.
M: ed esattamente cos'è che ti ha fatto cambiare idea? è stato quel ragazzo che si sta facendo la doccia nel tuo bagno per caso?
io: no, lui non c'entra proprio niente. potrebbe, forse, e dico forse, essere per il fatto che mi ha tradita più volte e che mi ha mentito e reso lo zimbello di tutti?
chiedo sarcastica.
M: credevo che l'avessi perdonato.
io: già, lo credevo anch'io. ma mi sono rotta di essere presa per il culo.
M: quanto sei volgare... oltre alle t-shirt vecchie ti ha rifilato anche questi termini cafoni e rozzi, il tuo amico?
alzo gli occhi al cielo pregando qualsiasi dio ci sia lassù di darmi la forza e la calma, lei sospira, come se fosse lei quella che sta perdendo la pazienza.
M: io direi che questa sceneggiata è durata fin troppo.
io: come scusa?
M: ti do tempo una settimana per mettere via le tue cose negli scatoloni e sistemarti. ti prenoterò il volo per domenica prossima ok?
io: scordatelo, io non mi muovo da qui!
ok, va bene tutto, ma ora comincio ad arrabbiarmi davvero.
M: Zoe non voglio arrabbiarmi con te, non sono venuta fin qui, facendo saltare tutti gli appuntamenti di oggi, per niente.
sorrido divertita.
io: ma certo, quando mai vedere tua figlia è una gioia? se sono solo un peso, perché sprechi tempo per me?
M: tu non sei un peso, e lo sai. dico solo che sono venuta qui per un motivo e non me ne andrò senza di te.
io: allora sarà meglio che prolunghi la prenotazione in albergo tipo per sempre, io non ho intenzione di tornare a Milano con te.
lei sospira e improvvisamente Jesse varca la soglia della cucina.
io: ehi, ciao.
lui appoggia le mani sulle mie spalle e ci baciamo, davanti agli occhi attenti di mia madre, QUANTO GODO!
io: vuoi un po' di caffè? è nella moca sul gas.
lui si versa il caffè in una tazza e poi si siede in parte a me, di fronte a mia madre. lei sorride e lo guarda.
M: allora Jesse, abiti qui vicino?
lui beve un sorso di caffè nascondendo metà viso nella tazza e mi guarda, io a mia volta mi giro verso la donna seduta accanto a me.
io: abita qui, conviviamo da quasi un mese ormai.
M: addirittura...
dice ridendo.
M: beh, suppongo che abbiate dei progetti allora. sposarvi, prendere una casa più grande, fare dei bambini...
lui guarda divertito mia madre.
J: no, niente di tutto questo. per ora ci andiamo bene così.
lei sospira e alza gli occhi al cielo.
M: immaginavo...
dice con tono superiore.
M: beh, Jesse, spero che tu comprenda che Zoe a Milano ha una vita, forse non ti ha parlato molto del suo passato, ma è così. lei ha una casa, un fidanzato, presto lavorerà nell'azienda di famiglia...
J: e spero che lei comprenda che a Zoe non interessa assolutamente nulla di tutto questo, non le è mai interessato.
dice prendendomi per mano, io rimango a bocca aperta, AMO QUESTO RAGAZZO!
mia madre sbuffa.
M: tu non sai cosa vuole Zoe e cos'è meglio per lei. non la conosci neanche.
J: sa, forse ha ragione, non so cos'è meglio per lei e cosa voglia. ma, ha mai provato a chiederlo a lei?
chiede con tono di sfida.
M: credi davvero di potermi insegnare come essere una brava madre? tu?
chiede arrabbiandosi e alzandosi di scatto.
io: e tu credi davvero di poter venire qui e dirmi quello che devo o non devo fare?
mi alzo anch'io e le urlo contro, mi sono stufata di lei e di tutti i suoi ordini, non sono un burattino.
M: adesso basta, tu torni a casa con me, su questo non transigo.
dice prendendomi per il polso, io mi libero subito dalla sua presa.
io: scordatelo, io con te non vengo proprio da nessuna parte! sono stanca di te che mi dai ordini, ho passato un'intera vita a fare tutto quello che mi dicevi di fare, ora sono io che dico basta.
M: non ci provare nemmeno Zoe! ritira subito tutto quello che hai detto!
io: vedi?
chiedo quasi ridendo.
io: non sai fare altro che dare ordini.
M: ti blocco tutte le carte e i conti se non vieni subito via con me!
sento le lacrime agli occhi, come può una madre comportarsi in questo modo?
io: va bene, fallo, toglimi tutti i soldi, non mi importa. non m'interessa di finire sotto i ponti, in qualche maniera cercherò di fare.
affermo con voce spezzata facendo spallucce.
io: sai però cosa avrei voluto? non chiedevo tanto, solo una mamma. non mi interessano i tuoi soldi o la tua fama, volevo soltanto che per una volta, una sola volta, tu fossi stata una vera mamma per me. una di quelle che la sera ti raccontano la fiaba della buonanotte, una di quelle che sono presenti nella tua vita, che ti portano al parco a giocare e non alle cene di lavoro. ti avrei voluta dalla mia parte, quando Victor mi ha tradita. volevo essere capita, consolata e abbracciata. volevo soltanto te, ma non sei riuscita a darmi neanche questo. ora vattene, prendi il tuo taxi e vai in aeroporto, torna a Milano e di a Victor che non tornerò con lui, che piuttosto di stare insieme a uno sporco e viscido porco come lui, passerei il resto della mia vita da sola. ma soprattutto, siediti sul sedile di quell'aereo e chiediti se magari avresti potuto fare meglio, se forse tua figlia ha ragione, ripercorri con la mente tutto quello che abbiamo passato e rifletti, datti una risposta, hai davvero dato il meglio a tua figlia? so che questo mio discorso non cambierà niente, so come sei fatta, però sappi anche che la mia porta è sempre aperta.
dico tutto questo piangendo, lei mi fissa un momento e poi prende la borsa e se ne va. rimango ferma, immobile, ammetto che mi aspettavo qualcosa di diverso, che so, un abbraccio magari, ma infondo cosa potevo pretendere da lei?
sento delle mani sulle mie spalle, mi giro e mi lascio avvolgere dalle calde braccia di Jesse, mi aggrappo alla sua maglietta come se avessi paura di essere risucchiata e scaraventata fuori e ritrovarmi improvvisamente nel mio lussuoso appartamento in centro a Milano.
gli bagno tutta la maglietta di lacrime e lui mi stringe più forte, non dice niente, evidentemente sa cosa sto provando ora e sa anche che niente, e dico niente, in questo momento sarebbe in grado di farmi stare meglio.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora