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J: hai... hai bisogno di me, Tuco. ho cucinato io quella, quella roba lì.
dice indicando la bustina sul tavolo, Tuco la guarda.
J: sì, e ti dico una cosa, non hai mai provato roba come quella. che abbia un cattivo odore o no, una bella botta e voli alto per giorni e giorni.
Tuco prende con il mignolo alcuni cristalli e lo guarda.
J: è una merce che abbiamo inventato insieme. fa attenzione, stordisce quanto una calibro dodici quando la tiri su.
Tuco sbuffa.
J: c'è un ingrediente segreto.
sta per tirarla su ma si ferma e guarda Jesse.
T: che ingrediente segreto?
J: il peperoncino.
Tuco si pulisce il dito e poi lancia sul tavolo la bustina di cristalli.
T: odio il peperoncino.
prende dalla tasca un'altra bustina con dei cristalli blu.
T: la blue magic, questa sì che vale. produrrai questa Heisenberg.
con l'impugnatura del coltello sbriciola i cristalli e poi ne mette un po' sulla lama.
T: ci cambierà la vita, lo sai?
dice per poi sniffare la meth, urla e sbatte il piede sul pavimento.
T: ok, ora ti faccio un bel buco in fronte!
dice prendendo la pistola e togliendo la sicura, guardando Jesse e avvicinandosi. il ragazzo al mio fianco scatta portandosi le ginocchia al petto, io mi aggrappo a lui sentendo già le lacrime.
io: no, ti scongiuro...
White si alza e si mette davanti a noi, fermandolo.
Sig. W: nononono! aspetta! ho bisogno di lui, Tuco. ho davvero bisogno di lui.
guardo Jesse che è davvero preoccupato, gli stringo la mano più forte e lui ricambia, ho il cuore a mille e faccio fatica a respirare.
Sig. W: lavoriamo insieme, e se non viene lui, non vengo nemmeno io.
T: e va bene, d'accordo, però ti dico una cosa.
dice puntando la pistola al petto del signor White.
T: al tramonto arriveranno i miei cugini per portarci giù, tu salirai subito su quel camion oppure sarai morto!
gli urla contro, poi guarda Jesse e gli punta la pistola ai testicoli e lui sussulta.
T: tu invece...
si allontana mettendosi la pistola nella cintura.
T: spera che ci sia posto nel portabagagli.
io: e... e io?
chiedo preoccupata, Tuco si gira.
T: tu starai in braccio a me, splendore.
dice ridendo.
passano alcune ore e Tuco si mette a cucinare il pranzo.
Sig. W: peperoncino... ti sei reso conto di quanto sei stato scemo?
J: certo, è andata male. io almeno ho cercato di fare qualcosa, stava quasi funzionando. e tu che lasci la mia pistola a casa eh? me la freghi e poi la lasci a casa tua, la mia pistola!
Sig. W: come potevo sapere che stavi accompagnando Tuco alla mia porta di casa?
J: almeno a te ha detto che ti vuole vivo...
io: potreste smettere di litigare e spiegarmi di che cavolo state parlando? e poi da quando hai una pistola?!
J: da quando qualcuno mi vuole morto!
io: e cos'è che stava funzionando?
Sig. W: quella non era solo meth, l'avrebbe fatto fuori all'istante.
stiamo per un po' in silenzio e alla tv parte un notiziario in edizione straordinaria che parla della morte di No-Doze e Gonzo, White si alza e cambia canale per poi risedersi, guardiamo tutti e tre lo zio di Tuco sperando che non dica niente.
Sig. W: non muovetevi.
dice alzandosi e andando verso l'anziano.
J: ma...
Sig. W: zitto!
io: che diavolo vuole fare?
chiedo preoccupata a Jesse.
J: non lo so...
stiamo entrambi guardando White con gli occhi spalancati. il mio professore di chimica comincia a muovere la mano davanti agli occhi dell'anziano e Jesse si nasconde il viso tra le mani. White comincia a schioccargli le dita davanti al viso.
J: smettila!
gli sussurra per poi tirargli i pantaloni verso di noi.
J: hai sentito?
White torna al suo posto, alzando le mani in segno di resa.
J: se Gonzo non l'ha ucciso Tuco, chi è stato?
Sig. W: io non lo so... non lo so! ma ha poca importanza, se dovesse scoprire che Gonzo è morto e non è un informatore della polizia, a chi pensi che darebbe la colpa?
J: a noi...
dice torturandosi le mani e annuendo.
io: cazzo... che casino!
J: tranquilla, tu non ti devi preoccupare, sei la sua puttanella personale, ti risparmierà.
io: sì, divertente...
Sig. W: smettetela di fare i bambini e pensiamo a un piano.
J: pensa, pensa... lo prendiamo di sorpresa! tu lo colpisci con qualcosa e io gli prendo la pistola.
dice a White.
io: potrei essere inclusa in questo vostro piano?
J: certo, come minimo ti farai uccidere!
sbuffo, perché non mi da un po' di fiducia santo cielo?
Sig. W: come faccio a dargli una botta in testa? con cosa?
prende lo schiaccia mosche e lo glielo mostra, io per poco non scoppio a ridere, come fa ad essere così tranquillo?
J: tu sei seduto su una bomba, mi capisci? tu sei più di là che di qua ok? che cosa ti costa infondo sacrificarti? è come saltare su una granata, è un attimo.
io: come puoi dire una cosa del genere?
J: hai qualche idea migliore, splendore?
dice ripetendo il nomignolo con cui mi ha chiamata Tuco e cercando di farmelo pesare, io alzo gli occhi al cielo.
Sig. W: e così la mia vita non è una priorità qui, vero? perché io tanto sono destinato a morire presto! questo vuoi dire?
J: ehm... sì? sì!
il signor White si mette le mani in testa.
io: no! professore non lo ascolti, è solo uno stupido, egoista e impaurito. tutte le nostre vite sono importanti qui!
lui sospira e prende la meth mortale in mano.
Sig. W: cerchiamo di fargli prendere questa.
J: niente di più difficile, abbiamo già capito che il peperoncino non gli piace. a meno che tu non lo convinca a tirarla su dal sedere.
Tuco si gira e mette tre piatti sul tavolo.
T: mangiate, ci aspetta un lungo viaggio.
noi ci alziamo e ci fermiamo davanti alla tavola.
T: forza sedetevi, mi sembri debole Heisenberg, non voglio che stiri le zampe prima di arrivare.
mentre Tuco va da suo zio per portarlo a tavola, White apre il suo taco e ci mette dentro un po' di cristalli, sento il cuore scoppiare, se Tuco ci scopre siamo morti. quest'ultimo avvicina la sedia a rotelle dello zio al tavolo e poi si siede, sta per mordere il taco quando l'anziano suona il campanellino sul bracciolo della sedia e Tuco si ferma. Jesse sgrana gli occhi e poi guarda White, io cerco di essere il meno sgamabile possibile.
T: sì ti imbocco, però prima devo mangiare io, questo è il patto.
avvicina nuovamente il taco alla bocca ma il campanello lo ferma ancora.
T: che c'è?
chiede seccato al vecchio, che di sua risposta fissa il taco con la meth dentro, facendo scoppiare a ridere Tuco.
T: ho capito, sisi sisi!
si alza e va dallo zio.
T: oh, razza di vecchio bastardo! vedi Heisenberg?
scambia il suo piatto con quello dello zio, io deglutisco.
T: gli anziani li fai mangiare, pensi a dargli un tetto, ad accudirli come si deve, e loro per ringraziarti ti rubano il cibo dal piatto.
afferma divertito.
T: mangia fino all'ultimo boccone, capito?
dice per poi sedersi e cominciare a mangiare. suo zio si avvicina al piatto e lo butta per terra.
T: NO! perché l'hai fatto?
chiede Tuco spazientito, alzandosi e aiutando l'anziano a rimettersi composto.
finito il pranzo ci risiediamo sul divano mentre Tuco comincia a sparare alle mucche nei pascoli, dalla finestra. sembra divertirsi, mentre noi ci tappiamo le orecchie per il rumore degli spari. all'improvviso suo zio comincia a suonare di nuovo il campanellino, continuando finché Tuco non si gira.
T: no... non avrai intenzione di dirmi che hai fame vero?
chiede cominciando ad arrabbiarsi. il vecchio continua a fissare White, e quando Tuco se ne accorge si gira verso di noi e scoppia a ridere.
T: li stai forse guardando male zio? sono dei tipi loschi vero?
dice ridendo, l'anziano suona una volta il campanello.
T: un ding, vuol dire sì.
afferma sedendosi davanti a noi.
T: a mio zio, voi non piacete.
continua a fissarci.
T: perché ti sembrano tipi loschi?
chiede senza distogliere lo sguardo da noi.
T: non ti fidi è così?
un ding.
T: perché non ti fidi?
Sig. W: Tuco, andiamo. lo vedi? credo sia chiaro, lui... lui soffre di demenza, non è lucido.
Tuco lo zittisce e si alza andando verso suo zio.
T: ti hanno fatto qualcosa? qualcosa che non ti è piaciuto?
un ding, cazzo, so che White ha cercato di uccidere suo nipote, ma lui non si rende conto che Tuco è fuori di testa?!
T: che gli avete fatto?!
chiede urlando.
Sig. W: niente... niente.
T: non è vero! mio zio non ha mai mentito!
dice puntandoci il fucile contro.
Sig. W: non lo so, te lo assicuro, io non lo so. no ecco, i-io... probabilmente è perché io poco fa ho cambiato canale alla tv ma...
J: sì, ecco perché, intanto che tu cucinavi. lui si guardava una di quelle telenovelas con tutte quelle belle pupe agghindate, era molto preso.
dice per poi girarsi verso White.
J: ti avevo detto di non cambiare, il vecchietto ha bisogno di rifarsi un po' gli occhi, tutto qui.
dice infine disperato, Tuco mi guarda.
T: dicono la verità?
questa messa in scena non farebbe fesso neanche un bambino, ma è la nostra unica possibilità, quindi decido di stare al gioco.
io: sì... di sicuro è per quello.
Tuco scoppia a ridere e si gira verso lo zio.
T: è così zio? è per questo?
lui ci guarda e noi lo imploriamo con lo sguardo, ma non serve a niente, perché lui non suona il campanello.
T: che cosa mi vuoi dire? eh? mi vogliono fregare?
ed eccolo, il ding che da inizio alla nostra rovina.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora