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passano alcuni giorni e finalmente oggi Jesse verrà dimesso, sto andando da lui proprio ora.
io: ehi Pinkman, guarda cosa ti ho portato.
dico entrando in stanza sventolando un foglio di carta. è seduto sul letto con le gambe a penzoloni, probabilmente si aspettava che arrivasse un infermiera, appena mi vede sorride.
io: è il modulo per la dimissione.
mi avvicino e glielo mostro, lui lo prende e io gli passo una penna, e lui lo firma.
io: l'infermiera ha anche detto che i tuoi vestiti sono nell'armadio.
dico per poi sedermi sulla poltroncina e guardarlo, si sta alzando con fatica e va verso l'armadio.
io: che c'è? perché non parli?
J: non mi aspettavo che venissi, ragazzina. avevo chiamato Skinny Pete per venirmi a prendere.
io: allora chiamalo e digli che non serve più.
lui si siede sul letto dandomi le spalle, poi si slega il nodo della vestaglia e la tira via. solo ora vedo i lividi che ha sulla schiena, lui si alza e nel mettersi i pantaloni, geme per il dolore.
io: aspetta, ti aiuto.
dico alzandomi e precedendolo nel prendere la t-shirt, appena mi sollevo dal letto vado a sbattere contro di lui, non avevo calcolato bene le distanze.
io: scusa...
sussurro guardandolo.
così ci ritroviamo a pochi millimetri l'uno dall'altra, ho ancora le mani appoggiate sul suo petto, scruto il tatuaggio che ha di un serpente, e lo accarezzo. siamo in totale silenzio, così da riuscire a sentire i nostri respiri, il mio è leggermente irregolare e penso che lui se ne renda conto, dopo poco sbuffa e io lo guardo.
J: e sarei io a metterti in difficoltà?
trattengo un sorriso e abbasso la testa.
io: hai ragione, scusami...
dico allontanandomi bruscamente.
J: oh, no...
mi prende per il braccio e mi tira a se, azzerando le distanze tra noi.
J: a me non dispiace affatto.
afferma sorridendo e fissandomi.
deglutisco e poi mi schiarisco la voce, averlo così vicino non mi è di grande aiuto.
io: forse dovresti metterti la maglietta...
J: ho male alle spalle e alla schiena, forse dovresti aiutarmi.
afferma lui provocatorio, io sospiro e sorrido.
io: d'accordo.
lo aiuto a infilarsi la t-shirt.
io: contento?
chiedo infine, allontanandomi da lui.
J: sai cosa mi renderebbe felice.
io: io dico che per oggi può bastare questa dose di sarcasmo e imbarazzo tra di noi, non credi?
dico prendendo la borsa che avevo appoggiato sulla poltrona, lui si avvicina al mio orecchio.
J: non basta mai.
sussurra con tono perverso, io alzo gli occhi al cielo e mi allontano.
io: facciamo che ti aspetto in macchina ok?
J: certo.
dice divertito mettendo alcune sue cose in un borsone e io lascio la stanza.
esco dall'ospedale e salgo in macchina, aspettando Jesse lì. mentre aspetto, vedo arrivare un'ambulanza con le sirene accese, appena tirano giù la barella dal mezzo, riconosco il ferito, è Hank.
io: oddio...
esco immediatamente dall'auto e vado verso l'entrata delle barelle, in quel momento esce Jesse.
J: ehi, dove stai andando?
chiede confuso.
io: aspettami qui...
seguo i paramedici che portano dentro Hank, dalle loro parole capisco che si tratta di uno sparo, li seguo finché è possibile, per saperne di più, ma poi entrano da una porta in cui mi vietano di entrare.
J: ehi... che ti prende?
chiede Jesse arrivando, appoggiandomi una mano sulla spalla. io mi giro e lo guardo.
io: era... era Hank.
dico senza parole. lui mi guarda, ma non riesco a decifrare il suo sguardo.
io: io... devo chiamare subito Skyler... mi dispiace, non posso portarti a casa... devi dire a Skinny Pete di venirti a prendere.
J: sì, ma certo.
mi abbraccia e poi mi bacia sulla fronte.
J: ci vediamo ok?
annuisco e lui se ne va, io mi siedo in sala d'attesa e chiamo Skyler, le dico che ho appena visto Hank essere trasportato d'urgenza in sala operatoria e lei mi dice che sarà qui in poco tempo insieme a Marie, infatti dopo neanche una decina di minuti le vedo varcare la soglia dell'ospedale, insieme a Flynn.
io: eccovi!
dico alzandomi e abbracciando Skyler.
M: cosa ti hanno detto i medici?!
chiede preoccupata.
io: in realtà niente, ho solo visto che lo portavano dentro, nient'altro, ero qui per Jesse...
lei ignora completamente la mia frase e si catapulta a parlare con un'infermiera. in poco tempo ci ritroviamo in una sala d'attesa privata ad aspettare notizie, ci raggiungono anche il capo di Hank e il suo partner della polizia.
dopo circa un'ora entra anche Walt, che subito abbraccia Marie.
W: Marie, non sai quanto mi dispiace.
dice continuando ad abbracciarla.
W: mi dispiace, non so proprio cosa dire... lui come sta?
M: non lo so, non ci dicono niente, è ancora in sala operatoria. gli hanno sparato quattro volte...
dice con voce tremante per poi sedersi.
W: oddio...
Walt guarda Skyler.
W: dov'è Holly?
S: con la babysitter.
lui annuisce e poi si avvicina a Flynn.
W: tu come stai?
F: bene...
W: sicuro?
F: sto bene... ho bisogno d'aria fresca...
dice per poi alzarsi e uscire dalla sala. solo ora Walt mi nota e mi saluta, io accenno un sorriso di rimando. Walt si alza e sospira, poi Steven, il partner di Hank, gli presenta il signor Merkert, il capo.
W: lei può dirci com'è andata? com'è successo?
Signor Merkert: ora so solo che due uomini gli hanno teso un agguato, non avevano documenti ma riteniamo fossero messicani. dai tatuaggi risultano affiliati a un cartello della droga.
W: perché hanno sparato a Hank?
Signor Merkert: non si sa ancora, può essere stato in seguito a un'indagine che Hank stava compiendo. oppure anche per dare un avvertimento all'antidroga.
W: oddio... dove sono? non saranno riusciti a scappare?
Signor Merkert: Hank li ha stesi entrambi. uno è morto sul colpo, l'altro è in sala operatoria in condizioni critiche.
Steven: suo cognato è un vero osso duro, ha sistemato quei due, e non aveva neanche la sua pistola...
a queste parole Marie alza lo sguardo.
M: non aveva la sua pistola?
chiede arrabbiandosi.
M: come mai Hank non aveva la sua pistola?
Signor Merkert: in seguito alla denuncia per aggressione, ho dovuto sospenderlo fino al termine dell'inchiesta, quindi ho dovuto togliergli la pistola.
M: ha dovuto togliergli la pistola...
dice spazientita.
Signor Merkert: è il regolamento...
M: ok, ok, un momento.
dice alzandosi di scatto.
M: se voi gli aveste dato ascolto subito, dal primo momento, e gli aveste fatto arrestare quel depravato, non avrebbe dovuto affrontare tutto in prima persona, senza neanche la pistola e avrebbe potuto difendersi!
a queste parole mi alzo anch'io e vado da Marie.
io: Marie calmati, Jesse non c'entra niente con questa storia ok?!
dico arrabbiandomi, capisco che suo marito sia in condizioni critiche ma incolpare Jesse per qualcosa che non ha commesso è troppo.
M: tu stai zitta! non difendere quel criminale!
S: Marie, ti prego...
M: no! è colpa loro, se non aveva neanche la pistola!
S: tesoro... a cosa vuoi che serva?
chiede cercando di calmarla, Marie la allontana e mi guarda.
M: e tu... che bell'amica sei stata... come puoi difendere uno sporco drogato, spacciatore... è colpa sua se Hank non aveva la pistola. e per cosa? spero che ti faccia godere a letto, magari è per questo che lo difendi tanto!
S: Marie, Marie... calmati. andiamo a sederci un momento.
dice prendendola dolcemente per il braccio e facendola voltare verso le sedie, ma lei si allontana da Skyler.
M: non potrò mai calmarmi finché questa resta qui, dico sul serio.
sospiro per cercare di calmarmi e vado verso la porta.
io: Marie...
M: fuori! la tua presenza non è gradita, non voglio vederti più qui dentro intesi?!
non fiato più ed esco, sono così incazzata.
io: cazzo!
urlo per poi tirare un pugno al muro, le persone intorno si girano a guardarmi male, ma non mi interessa. sono quasi sull'orlo di una crisi di nervi quando Skyler appoggia una mano sulla mia spalla.
S: Zoe mi dispiace... Marie non voleva dire quello che ha detto... è solo...
io: tranquilla. è sconvolta, vuole dare la colpa a qualcuno ed è comprensibile, lo capisco. è colpa mia, non avrei dovuto attaccarla in quel modo, ma è più forte di me, quando sento parlar male delle persone a cui tengo non ci vedo più.
S: no... non preoccuparti...
io: sarà meglio che me ne vada per un po', Marie non mi vuole qui, perciò è inutile che resti.
sospiro e mi passo le mani tra i capelli.
io: tornerò a casa e mi farò una camomilla per cercare di calmarmi, tu fammi sapere di Hank ok? ah, e salutami Flynn.
S: ma certo... vieni qui.
dice per poi abbracciarmi.
S: appena arrivi a casa mandami un messaggio.
io: d'accordo, ci vediamo.
dico per poi tornarmene a casa.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora