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la mattina seguente mi sveglio verso le dieci, guardo in camera di Jesse, niente, non è ancora tornato, di solito mi avvisa quando sta via per così tanto.
non ci faccio molto caso e vado in cucina a fare colazione, poi chiamo Skyler, ho deciso che aiuterò Flynn con storia, così guadagnerò qualcosina in più. squilla, squilla, squilla.
S: pronto?
io: salve, sono Zoe, disturbo?
S: nonono tranquilla, non mi aspettavo una tua chiamata così presto.
io: già... beh, ci ho dormito sopra e ho deciso di accettare.
S: fantastico! quando potresti cominciare?
io: quando vuole.
S: anche oggi stesso?
io: oh... ehm... sì, perché no.
S: bene, allora ti mando un messaggio con l'indirizzo. ti aspettiamo per le tre, d'accordo?
io: certo, devo portare qualcosa? tipo il mio libro o degli appunti?
S: no, ha già tutto Flynn. sarà contentissimo di questa notizia.
io sorrido.
io: va bene, allora a dopo.
S: a dopo.
riattacco e decido di sistemare un po' casa prima di uscire.
alle tre in punto sono a casa della famiglia White, suono il campanello e viene ad aprirmi la signora White.
io: salve...
dico porgendogli la mano, lei alla stringe sorridente.
S: finalmente ci conosciamo, sei proprio una bella ragazza.
io: grazie signora White...
S: ti prego, chiamami Skyler.
gli sorrido e poi entriamo.
io: ho saputo che è in dolce attesa, congratulazioni.
S: grazie mille.
mi sorride e poi guarda verso il corridoio.
S: tesoro, è arrivata Zoe, vieni qui.
Flynn esce dalla sua stanza e viene verso di noi, da quanto ne so è affetto da una paralisi cerebrale, e per questo ha problemi di linguaggio e usa le stampelle per camminare.
io: ciao!
lui sorride.
F: ciao...
S: perché non vi sistemate sul tavolo in cucina?
io: certo.
Flynn si siede a capotavola e io mi metto in parte a lui.
S: Zoe hai sete? o fame? posso offrirti qualcosa?
io: no, grazie mille. sono a posto così.
F: mamma...
dice rimproverandola.
S: sì, giusto. io sarò di là in camera, per qualsiasi cosa non esitate a chiamarmi.
io le sorrido e annuisco e lei se ne va.
F: scusala... fa sempre così...
io: non importa, davvero... ehm... posso chiederti una cosa?
F: certo.
io: perché hai scelto proprio me per queste ripetizioni? non ci conosciamo neanche.
chiedo curiosa.
F: se non vuoi stare qui perché sono disabile non importa, puoi andartene, troverò qualcun altro.
io: cosa?
lo guardo confusa.
F: tu mi guardi come se fossi un alieno, ma tranquilla, lo fanno tutti. quanto ti pagano i miei per farti essere qua?
io: senti, mi sa che hai frainteso, io non ti guardo male e se ti è sembrato così mi dispiace non volevo offenderti. è solo che noi non abbiamo mai parlato e francamente mi sembra strano che hai chiesto proprio di me, non sapevo neanche che sapessi della mia esistenza, tutto qui.
F: nell'ultimo mese si parlava molto di te a scuola, eri la fidanzata di Kiran e dato che lui mi prendeva sempre in giro...
io: aspetta, cosa? ti prendeva in giro?
F: sì...
sbuffo.
io: è solo uno stupido, non dargli retta ok? gli parlerò io, non dovrai più preoccuparti di lui.
Flynn annuisce.
io: e comunque chi ha detto che ero la sua fidanzata?!
F: lo dicevano tutti...
sospiro.
io: ho la faccia di una che si metterebbe con Kiran Jones?
scoppiamo entrambi a ridere. passiamo il resto del pomeriggio con la testa sui libri, verso le sei sentiamo la serratura della porta aprirsi, poi entra il signor White.
F: ciao papà.
io: salve...
Sig. W: ciao... Zoe? cosa ci fai qui?
perfetto, nessuno lo aveva avvertito.
F: mi aiuta con storia, papà.
Sig. W: è lei la tua tutor?
io annuisco lentamente.
S: Walt, ciao!
dice per poi baciarlo a stampo.
S: hai visto?
chiede indicandomi, lui finge un sorriso.
Sig. W: sì, certo. ma non avevo capito che fosse lei...
S: te l'avrei detto, ma sei sempre fuori! beh, ora vado a fare la spesa, torno tra un'ora. ciao ragazzi!
la salutiamo e poi Flynn si alza.
F: ne approfitto per andare in bagno.
io: certo, vai pure.
lui si allontana e io guardo il signor White.
io: allora, com'è andata con Jesse? avete passato un giorno intero fuori.
Sig. W: abbassa la voce! potrebbe sentirti! e comunque non so di cosa stai parlando. ho riportato Jesse a casa tua in mattinata.
lo guardo male.
io: no, non è possibile... lui non è mai arrivato a casa...
ci guardiamo per un attimo e poi io mi alzo di scatto.
io: devo tornare a casa.
Sig. W: Zoe, starà bene...
io: no, devo tornare a casa.
prendo la giacca e vado alla porta.
io: salutami tutti e di a Flynn che mi dispiace e che riprenderemo la prossima settimana, ah e di a Skyler che la chiamerò.
esco e salgo in macchina diretta verso casa, non so neanch'io perché sto andando lì, forse nella speranza che sia tornato. ma di certo non potevo continuare a studiare con Flynn fingendo che vada tutto bene e che Jesse è a casa.
provo a chiamarlo al telefono ma niente, ha il telefono spento. passo tutta la serata a cercare di rintracciarlo e proprio quando sto per chiamare la polizia, la porta d'ingresso si apre. corro all'ingresso e vedo Jesse che sta chiudendo la porta, appena mi vede mi sorride.
J: ciao ragazzina.
gli salto addosso abbracciandolo.
J: ehi, ma che ti prende?
chiede confuso ricambiando un po' impacciato il mio abbraccio.
io: mi hai fatto morire di paura! pensavo che ti fosse successo qualcosa...
dico per poi staccarmi e guardarlo negli occhi.
io: sono due ore che ti chiamo e non rispondi, stavo per chiamare la polizia.
J: la polizia? sei seria?
ride e io annuisco seria.
io: perché non hai risposto? e dove sei stato?
dico quasi rimproverandolo, lui mi guarda male.
J: ero in giro con Skinny Pete e avevo il cellulare scarico, tutto qui. perché ti preoccupi così tanto?
chiede superandomi e andando in cucina a bersi un bicchiere di succo.
io: lo sai perché.
dico appoggiandomi al muro.
J: per la storia di Tuco vero?
fisso per terra e annuisco, in un attimo lui è davanti a me e mi alza la testa obbligandomi a guardarlo.
J: non devi stare in ansia per me, capito? non mi succederà niente, io e Walt stiamo attenti.
io: lo so, è che... il solo pensiero di perderti mi terrorizza.
lui sorride.
J: però non ti sei fatta scrupoli a dirmi di starti lontano, alla festa.
io: è diverso, ero arrabbiata e tu non facevi altro che scherzare.
J: quindi non sei più arrabbiata?
chiede soddisfatto, io sospiro.
io: smettila di fare lo spiritoso, non è questo il punto.
dico superandolo e andando al lavandino per lavare i piatti.
io: se tu morissi... io...
sospiro cercando di trattenere le lacrime, al solo pensiero rabbrividisco.
io: non sono ancora pronta a perdere qualcun altro, non potrei sopportarlo.
affermo senza girarmi, lui mi abbraccia da dietro e mi bacia la spalla per poi appoggiarsi con la testa.
J: farò il possibile per non morire ok? te lo prometto. non mi perderai, Zoe.
io mi giro e sono a pochi millimetri dal suo viso.
io: non posso baciarti...
affermo con voce flebile che dubito che mi abbia sentito e con così poca convinzione che non ci credo nemmeno io. lui si avvicina lentamente tenendomi le mani sui fianchi e senza accorgermene le nostre labbra si sfiorano e poi si uniscono, e succede ancora e poi ancora. passiamo infiniti minuti a baciarci e così ci ricasco, facciamo l'amore per tutta la notte e poi anche la mattina, ci fermiamo sfiniti solo dopo mezzogiorno e ci addormentiamo insieme sul mio letto.

mi sveglio sentendo qualcosa far rumore cadendo per terra, guardo la sveglia, sono quasi le nove di sera. mi alzo, mi metto una canotta e dei pantaloncini e vado in cucina stropicciandomi gli occhi. trovo Jesse intento a cucinare delle uova, appena mi vede sul suo viso si crea un sorriso e viene verso di me.
J: ehi.
dice baciandomi.
io: ciao... cos'era quel rumore?
J: mi è caduta una pentola.
io annuisco e mi appoggio al muro cominciando a guardarlo cucinare.
J: mi farai diventare matto se continui a guardarmi così.
dice sorridendo, io sospiro e incrocio le braccia al petto.
io: potrebbe essere uno sbaglio... questo... noi.
lui mi guarda confuso.
J: non ti fidi abbastanza vero?
io: no... non è questo... sono convinta che non farai altre cazzate, davvero. ma se mi conoscessi...
si avvicina a me.
J: ehi, calmati. sei solo spaventata.
io: no... io...
J: e sei ferita, lo capisco. ma se mi dessi un'altra possibilità, capiresti che non ho intenzione di farti soffrire ancora.
io: non sai niente di me, Jesse. se tu mi conoscessi bene, se ti avessi parlato del mio passato, se ti avessi detto il vero motivo per cui mi sono trasferita qui... potrebbe essere qualcosa di troppo grande da poter sopportare.
lui sospira.
J: sono uno spacciatore e un tossico dipendente con non pochi problemi famigliari, che è stato cacciato di casa e ora vive a spese di una bellissima ragazza che ha paura di aprirsi con lui. perché è stato così stupido da ferirla.
sorrido e lui ricambia.
J: anch'io ho paura, ho paura di fare altre cazzate e di perderti ancora, stavolta magari per sempre. quindi fidati quando ti dico che posso sopportare qualsiasi cosa se si tratta di te, davvero, potresti anche aver ucciso qualcuno, non mi interessa.
dice mettendomi le mani sul viso, io sorrido e lo bacio, ma il campanello ci interrompe.
J: vado io, potrebbe essere Walt.
fa per andare alla porta ma io lo fermo e lui mi guarda.
io: grazie Jesse.
lui sorride e poi io lo lascio andare ad aprire.
J: e tu saresti?
mi mordo il labbro inferiore quando sento la sua voce e mi blocco. non può essere.
...: no, tu chi sei. qui ci abita Zoe Clayton.
J: scusa ma non ti conosco, e sono abbastanza sicuro di conoscere tutti gli amici di Zoe. quindi o mi dici chi sei, o puoi girare i tacchi e andartene.
corro all'ingresso e lo vedo, davanti a Jesse, rimango senza parole.
...: Zoe... finalmente, ho provato a chiamarti da quando sei partita ma non hai mai risposto... e poi chi è questo? il tuo buttafuori?
J: il buttafuori? ma sentilo...
dice guardandomi, io deglutisco.
io: V-Victor...?
lui mi sorride come se fosse tutto normale.
io: Victor che ci fai qui?
chiedo imbarazzata da tutta questa situazione.
V: sono qui per te, piccola.
J: ehi ehi ehi, fermi un attimo, piccola? qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?
Jesse mi guarda confuso.
J: chi è questo figlio di papà?
chiede divertito.
V: questo figlio di papà, come dici tu, si da il caso che sia il suo fidanzato.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora