2

482 20 0
                                    

inutile dire che quel pomeriggio mi ritrovo con la mia cinquecento nera a seguire furtivamente il mio professore di chimica, del quale non mi interessa proprio niente. non so neanche perché mi sono fatta trascinare in questa storia, insomma, anche se si fa di canne è un problema suo.
finalmente alle tre esce di casa e parte con la sua auto, lo seguo stando a debita distanza, dopo circa un quarto d'ora si ferma davanti ad un'abitazione.
mi sento una merda... e se avesse un'amante? no dai cazzo, non può essere... il Sig. White mi ha sempre dato l'impressione di un tipo a posto e corretto... comincio a pensare che l'idea di seguirlo sia stata una gran cazzata.
dopo pochi minuti vedo uscire il Sig. White insieme ad un ragazzo, è abbastanza alto, di sicuro più di me, ha una berretta in testa che gli copre tutti i capelli, quindi suppongo che ce li abbia rasati o comunque molto corti, è vestito completamente da fattone, ma non sembra uno di quelli che lo fa per attirare l'attenzione, sembra che sia proprio il suo stile, sono esterrefatta solo a pensare che il mio innocuo professore di chimica possa avere a che fare con uno così, insomma, lo vedrebbe chiunque che è uno spacciatore! i due cominciano a discutere.
magari potrebbe essere un figlio avuto da un'amante e che ora non vuole più mantenerlo e, mi blocco subito. devo smetterla con questa storia dell'amante. non ne sarebbe capace... insomma... lui? ma l'avete visto? nah...
smettono di litigare e si guardano per un po', poi il Sig. White sorride e gli da una pacca sulla spalla, parcheggia la sua auto nel cortile del ragazzo e subito dopo ne esce un camper.
dovrei seguirli? insomma... magari non è il caso, io non volevo neanche essere qui. in quell'esatto momento mi arriva un messaggio, è Alex.
A: «allora, come va? hai già scoperto qualcosa?»
sospiro e alla fine seguo il camper, si ferma in periferia, in un campo dove non c'è nulla, quindi per non farmi scoprire, decido di proseguire a piedi.
mi guardo un po' intorno con aria furtiva, mi sento una ladra. mi accosto al camper e guardo dentro dalle finestre, ci sono delle tende ma sono abbastanza trasparenti per poter vedere cosa sta succedendo. c'è una specie di piano cottura con sopra una decina di contenitori in vetro di tutte le forme più strane, come quelle degli scienziati pazzi nei film. cerco di trattenermi dal ridere, ma non riuscendoci cerco di allontanarmi, così facendo, però, inciampo provocando rumore. colpa di questo stupido terreno!
mi "nascondo" sul lato adiacente del camper e mi spiaccico alla parte posteriore del mezzo, sporgo la testa e vedo il Sig. White, ormai uscito dalla porta, che si guarda intorno. mi ritiro subito, torno a guardare solo quando sento la porta chiudersi, lui non c'è. caccio un sospiro di sollievo e mi giro, ma resto bloccata.
il ragazzo che prima parlava con White, adesso è in piedi davanti a me e mi punta una pistola alla testa, concentro tutte le mie forze per non mettermi ad urlare.
alzo le mani lentamente mentre lui parla, non capisco cosa dice, sono troppo concentrata a fissare la pistola che ho davanti, mi risveglio solo quando mi prende per il braccio e mi scuote, lo guardo e gemo per il dolore, so già che domani mi ritroverò con dei lividi, ha una bella presa questo qui!
...: hai capito cazzo? ti faccio saltare la testa se non rispondi!
ho i brividi e la pelle d'oca nonostante il caldo afoso.
io: i-io... io... ec-co...
comincio a balbettare parole a caso e lui mi guarda storto, come se non capisse che diavolo ci faccio lì.
mi punta la pistola alla tempia e poi si avvicina talmente tanto al mio viso che posso sentire il suo respiro sulle mie labbra e osservare meglio i suoi occhi, sono di un azzurro cristallino.
...: ti ripeterò questa semplice frase dolcezza, ok? e tu mi risponderai entro cinque secondi senza tanti giri di parole.
annuisco.
...: cosa cazzo ci fai qui?
deglutisco e poi mi faccio forza per rispondere con una frase di senso compiuto, poi prendo un bel respiro e cerco di pensare a tutto tranne alla pistola.
io: non volevo... ecco... stavo seguendo il Sig. White e per caso...
...: perché lo seguivi? sei della DEA per caso?
io: cosa? no... io... non so neanche cosa sia questa DEA. ho solo fatto una scommessa con una mia amica... ti prego lasciami andare, non dirò niente...
...: sì, ti piacerebbe...
mi gira e mi mette il braccio intorno al collo tirandomi a se, involontariamente gli appoggio le mani sul braccio e cerco di tirarlo via, mi sta soffocando. ma appena mi rendo conto di quello che sta succedendo, sono già sul camper.
...: era lei, dice che ti stava spiando.
dice buttandomi di peso sul divanetto, il Sig. White si gira e quando mi vede rimane stupito a fissarmi.
Sig. W: che diavolo ci fai tu qui?
...: la conosci?
Sig. W: sì, è una mia alunna.
...: cosa...? ma che cazzo!
dice guardandomi.
io: io... professore... non voglio avere problemi...
dico guardando tutto il disordine sul tavolo e capendo di cosa si tratta, metanfetamina.
io: ho solo fatto una scommessa con una mia amica, dovevo seguirla per una settimana e scoprire cosa faceva nel tempo libero... era solo uno scherzo, non pensavo...
...: ma cazzo! quanti cazzo di anni hai? ti diverti ancora a fare questi stupidi giochetti!
Sig. W: Jesse calmati, ti prego.
il cosiddetto Jesse si avvicina al professore e cominciano a parlare a bassa voce, sento poco o niente della conversazione.
Sig. W: no! non se ne parla! è escluso! è una mia alunna...
J: e allora che cazzo vuoi fare? questa ci denuncerà!
Sig. W: sì e se sparisse proprio il giorno in cui mi stava pedinando, cosa penserebbero?
dopo qualche altra frase che non comprendo, entrambi si girano verso di me. poi Jesse va al tavolo, prende un cristallo e poi si avvicina, si accovaccia davanti a me e me lo mette davanti agli occhi.
J: hai la minima idea di cosa sia questa roba?
probabilmente dire di no mi avrebbe salvato il culo, ma mentire mi avrebbe messo più nei casini. quindi annuisco lentamente.
J: ok, vai... cos'è?
io: meth?
lui mi guarda un po' stupito ma anche divertito dal fatto che ne sappia così tanto.
J: non è solo meth, è la più pura che io abbia mai visto, questa è fottuta arte, hai mai visto niente di simile?
scuoto la testa, in effetti è vero, è purissimo, quasi trasparente.
J: adesso ascoltami, Walt, il tuo professore, ha un cancro ai polmoni in stadio terminale
Sig. W: Jesse non credo che...
J: sta zitto!
dice per poi tornare a guardare me.
J: lui vuole solo potersi pagare le cure e assicurare alla sua famiglia dei soldi quando passerà a miglior vita, capisci?
annuisco e guardo il Sig. White.
J: ha bisogno di tutto questo.
io: ho capito... non ne parlerò con nessuno.
Sig. W: Zoe non sei obbligata a...
J: perché non tieni un po' chiusa quella bocca?
dice alzandosi di scatto e guardandolo.
J: ha detto che non ci denuncerà, a posto.
Sig. W: è solo una ragazzina...
io: come prego?
dico alzandomi, i due mi guardano come se venissi da Marte.
io: non sono una ragazzina ok? magari sono ancora una teenager, ma sono abbastanza matura per capire che se io parlo, voi siete fottuti. quindi non mi farò prendere per il culo da voi due chiaro?
mi irritano così tanto le persone che mi sottovalutano, non hanno la minima idea di chi sono e mi giudicano perché non ho ancora superato i vent'anni? eh no cari miei, scordatevelo.
loro mi guardano sbalorditi.
Sig. W: scusa, hai ragione, io intendevo che devi stare tranquilla, non ti succederà nulla. vero Jesse?
Jesse guarda White come se questo fosse ovvio.
J: sì... certo.
io: beh, ora è meglio che vada...
dico avvicinandomi alla porta.
Sig. W: ti serve un passaggio?
io: cosa? no, non si preoccupi. ho qui l'auto a pochi metri... e comunque il vostro segreto è al sicuro con me.
sorrido ed esco dal camper, mentre lo sto superando sento Jesse che parla.
J: non posso crederci che la lasciamo andare così!
perché, cosa avresti voluto fare? uccidermi?!
entro in auto e parto subito, voglio solo andare a casa e dimenticarmi questa storia. beh, non che si possa dimenticare... però togliermela dalla testa per un po'.
vado a casa e mi faccio una doccia, poi mi sistemo per la notte, sono già le sette e mezza, mi preparerò la cena e andrò dritta a dormire. all'improvviso mi ricordo del messaggio di Alex, sono passate più di quattro ore e non le ho ancora risposto, magari si starà preoccupando. le dico che non ho trovato nulla di interessante e che White a passato tutto il giorno in casa con la moglie, così magari si placherà un po', lei e la sua voglia di scoprire.
verso le nove vado a letto, questa giornata mi ha sfinita, e domani dovrò sfoggiare il mio sorriso migliore e convincere Alex che questa storia del pedinamento è una cazzata, non posso permettere che anche lei scopra il segreto del professore e di Jesse.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora