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passano alcune settimane e sembra andare tutto bene, di Victor neanche l'ombra e io e Jesse andiamo d'amore e d'accordo, non ci stacchiamo un secondo l'uno dall'altra. passo anche molto tempo a casa White, ormai è come se fossi una di famiglia, la maggior parte delle volte in cui Jesse è fuori con il signor White, io ceno con Skyler e Flynn, oppure Jesse mi passa a prendere dopo cena, come oggi ad esempio.
io: la cena era buonissima, davvero.
S: grazie! ma è anche merito tuo, mi hai aiutata a tagliare le verdure.
aiuto Skyler a sparecchiare mentre Flynn, come al solito, va a giocare con i suoi videogame. all'improvviso mi squilla il telefono, lo prendo, è un messaggio di Jesse in cui dice che è qui fuori.
io: ehm... vorrei fermarmi ma il mio ragazzo è appena arrivato.
S: oh, certo.
dice accompagnandomi alla porta.
S: Zoe, non voglio intromettermi nelle tue questioni personali, ma sai, ormai sei una di famiglia.
dice sorridendo e io annuisco.
S: mi hai raccontato dei tuoi genitori, quindi mi sto comportando come una madre con te e...
io: non capisco dove vuoi arrivare.
affermo confusa.
S: sì, ecco... è già qualche volta che viene a prenderti il tuo ragazzo, Jesse, giusto?
annuisco.
S: beh, tu sei così una brava ragazza... mentre lui... non mi sembra il ragazzo giusto per te.
schiudo la bocca e rimango ferma senza saper cosa dire o fare.
S: voglio solo assicurarmi che tu sappia quello che stai facendo e soprattutto con chi ti relazioni. potresti finire nei guai ed è l'ultima cosa che voglio.
io: capisco le tue preoccupazioni, sul serio, ma credo di saper gestire Jesse, è innocuo.
dico stringendomi nelle spalle per poi aprire la porta, lei annuisce e poi, come sempre, mi saluta dandomi un bacio sulla fronte. le sorrido e poi raggiungo Jesse in auto.
J: ciao ragazzina! com'è andata oggi?
io lo saluto baciandolo a stampo e poi mi metto la cintura.
io: bene, abbiamo finito il primo capitolo. e a te com'è andata?
J: il solito.
dice facendo spallucce per poi partire.
andiamo a casa e passiamo il resto della serata a fare l'amore, per poi addormentarci insieme sul mio letto.

il sole filtra dalle persiane, svegliandomi. solo accoccolata al petto di Jesse, alzo lo sguardo e lo guardo, lui mi sorride e continua a giocherellare con una mia ciocca di capelli.
J: sei... cazzo! mi fa impazzire guardarti dormire. anzi no, mi fa impazzire guardarti.
afferma sorridendo e io nascondo il viso sul suo petto per l'imbarazzo.
J: no, dico sul serio. tu sei qui, nuda, nel mio letto e...
io: tecnicamente sarebbe il mio letto, però...
dico divertita.
J: cazzo ma sei seria? io cerco di farti un complimento, e sai quanto sia complicato per me mettere su una frase di senso compiuto, e tu mi rimproveri per una piccolezza del genere?
chiede ridendo.
io: ok, ok, hai ragione, scusa. continua.
dico cercando di tornare seria, inutilmente.
J: è inutile, hai rovinato tutto!
io: no, ok, va bene, riprovaci. dii qualcosa di carino, qualsiasi cosa.
J: mh... fammi pensare... ah sì, sei una bomba a letto!
dice per poi baciarmi avidamente, io rido alzando gli occhi al cielo.
io: beh, grazie. ora potresti dire qualcosa di dolce?
lui ride.
J: ok, allora... sei bellissima quando dormi.
sorride e io ricambio.
io: lo pensi davvero?
J: sì, beh, sbavi un pochino ma...
gli tiro un pugno amichevole sul petto e lui ride.
io: stronzo! io non sbavo!
lui continua a ridere e si mette seduto, poi mi prende in braccio e mi mette a cavalcioni su di lui.
J: sei bella sempre non preoccuparti.
dice cominciando a baciarmi sulle labbra, per poi passare al collo, alle clavicole e al seno.
mi sta baciando le spalle quando mi squilla il telefono, lo prendo e rispondo senza neanche guardare chi è, mentre tiro indietro il collo per lasciare più spazio libero a Jesse di baciarmi.
io: non so chi sei, ma ti conviene che sia veramente molto importante e soprattutto, cerca di fare veloce perché al momento sono un tantino impegnata.
esordisco ridacchiando.
J: e io vorrei avere un po' di attenzione dalla ragazza a cui sto succhiando
gli tappo la bocca prima che possa finire la frase e poi ridiamo. la voce metallica al telefono risponde e io sbianco.
...: sì anche a me piacerebbe avere un po' di attenzione da mia figlia.
io: mamma?!
Mamma: aprimi, sono qui fuori.
io: ehm... sì, dammi solo un attimo.
riattacco e fermo Jesse.
io: cazzo, cazzo, cazzo.
affermo cercando di scendere dal letto e inciampando nelle coperte, cado di faccia sul parquet.
io: merda!
mi rialzo subito e corro per la stanza alla ricerca della mia biancheria.
J: ma che succede? che hai ora?
io: mia madre!
J: che ha tua madre?
gli lancio addosso i suoi vestiti.
io: È QUA FUORI! VESTITI!
J: cosa? ma che cazz...?
io: VESTITI CAZZO!
lui scende dal letto e si veste. prendo il mucchio di vestiti ammucchiati sul pavimento e faccio per portarlo nella cesta del bucato, mia madre odia il disordine, prima che entri devo sistemare assolutamente la casa, ma proprio quando arrivo in corridoio, mi trovo mia mamma che entra dalla porta, mi blocco e lascio cadere i vestiti per terra.
io: m-mamma... come sei entrata?
M: tesoro, ti pago io questa casa, è ovvio che io abbia una copia della chiave.
annuisco.
io: giusto...
si guarda intorno.
M: certo che potresti anche dare una sistematina... e anche tu ne avresti bisogno.
dice lei fermandosi su di me e squadrandomi da cima a fondo con disgusto, io sento la rabbia pervadere il mio corpo.
mi guardo, solo ora mi rendo conto di essere ancora in intimo. mi affretto a prendere una maglietta dai vestiti sporchi e me la metto, non importa.
io: sì, beh, non aspettavo nessuno, quindi...
lei mi guarda male.
M: non sapevo che trasferendosi qui avessi anche cambiato gusti nel vestirti... e sono molto peggiorati devo dirti, beh, non che prima fossero decenti...
mi guardo la t-shirt che ho indosso, tra tutte dovevo proprio mettere quella di Jesse con sopra disegnati degli oggetti satanici?
J: no, infatti quella è mia.
dice lui sbucando dalla camera.
M: tu devi essere il ragazzo che stava intrattenendo mia figlia, immagino.
J: sì, in persona, piacere di conoscerla, Jesse Pinkman.
lui la prende sul ridere e le stringe la mano. MA IN QUESTA SITUAZIONE NON C'È PROPRIO NIENTE DA RIDERE!
M: Clara Jensen, la madre di Zoe. ho sentito molto parlare di te...
J: non credevo che Zoe le avesse parlato di me.
afferma lui confuso guardandomi, io sono ancora più confusa di lui.
M: no, infatti, non l'ha fatto.
dice fulminandomi con gli occhi, poi torna a guardare Jesse con aria benevola.
M: è stato Victor, il mio futuro genero, da quello che mi è stato riferito, avete avuto modo di conoscervi.
io: mamma, io e Victor abbiamo chiuso mesi fa, non capisco perché ti ostini a chiamarlo "futuro genero", se non è così.
lei sorride soddisfatta.
M: perché non vi date una ripulita? immagino che dopo una nottata passata a intrattenervi, abbiate bisogno di darvi una rinfrescata.
tutta questa sua tranquillità mi urta, sa benissimo cosa fare e cosa dire, probabilmente ha già anche pensato a come risponderò io. andrà tutto secondo i suoi piani, ne sono sicura, mia madre non permetterà che qualcuno ostacoli tutto quello che ha premeditato per me da quando abbiamo conosciuto Victor.
M: nel frattempo vi aspetterò di là, preparerò un bel caffè per tutti.
afferma per poi sgambettare verso la cucina.
sono senza parole, Victor non è riuscito a portarmi via e quindi manda mia madre a convincermi. ma stavolta non funzionerà, mi sono stancata di lei e di tutti i suoi progetti per me. ho passato tutta la mia esistenza ad eseguire i suoi ordini e a farmi comandare a bacchetta, ma adesso basta. questa è la mia vita, e voglio vivermela io.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora